Colpo di Grazia 7 – Il Tennis spiegato a mio figlio

Il Tennis Spiegato A Mio figlio (… ma lui non ha ancora capito un C@$$*…) Parte Prima, ovvero: La Vita che imita L’arte
CDG 7
di Stefano Grazia
“Questa volta di commenti ne faccio ben pochi…”
(The Doc ad Alessandro Nizegorodcew)
Bene, dovete sapere che io per far dispetto a Mad Max e Archipedro invece di divorarmi articoli di fisiologia, biomeccanica e scienza quantistica sto continuando a trovare ispirazione, piu’ che sui ponderosi tomi di medicina sportiva, su film, fumetti e libri di narrativa. E la Risposta che mi merito e’, ovviamente: “E si vedono i risultati!” Va bene, dai, non prendetemi sul serio, ma e’ indubbio che dai media, dalle storie di tutti i giorni ma anche da letteratura e cinema talora puoi trarre motivazione e ispirazione o modelli educativi … O semplicemente delle situazioni da portare ad esempio nei tuoi quotidiani sforzi di insegnargli Il Bene e tenerlo lontano dal Lato Oscuro della Forza. Non ho mai fatto dunque mistero d’ispirarmi a Testi Sacri ben diversi da quelli indicati dai piu’ noti Pediatri ed Educatori e che mi sono illuso di poter prendere ad esempio e modello per indicare la retta via a mio figlio film, libri e fumetti che hanno fatto parte del mio bagaglio culturale o che mi capitano sotto mano al momento…Una canzone, una scena, a volte una battuta della sceneggiatura, tutto fa brodo perche’ ‘A egregie cose l’animo accendono l’urne dei forti, o Pindemonte!’ Il gioco delle citazioni poi e’ spesso compiaciuto, e’ vero, e tende a far capire al lettore il proprio background culturale e se le affinita’ elettive possono essere le stesse … A volte sono invece sincere voglie di condivisione, desiderio di far partecipe chi legge o ascolta di un qualcosa che in un modo o nell’altro ci ha colpito …Vi ricordate forse i miei sproloqui intorno a una canzone di De Gregori (ma dei miei sogni in fondo che ne sa, della mia luna in fondo al pozzo che ne sa…) ,avrete magari capito il parallelismo con Searching For Bobby Fischer, con Coach Carter o con Love & Baskertball (Credevo di non piacerti, dice l’atleta al Coach della squadra femminile che l’ha appena inserita nel quintetto base. Coach:E perche’ mai? Atleta:Mi urlavi sempre addosso, non eri mai contenta… Coach: Preoccupati piuttosto di quando smettero’ di urlarti dietro…) e avrete invece storto le labbra quando mi sono cimentato con The Valley of Elah in quello che ancor oggi io considero il mio miglior articolo mai scritto.Magari articoli di questo genere vi piacciono, magari li ritenete indisponenti e spocchiosi. E soprattutto inutili. Non importa perche’ si sa, io non scrivo per voi ma solo per placare i miei demoni e sensi di colpa. Ma secondo me qua e la’, fra le righe, qualcosa di utile, a patto di non prendersi troppo sul serio, la si puo’ sempre ricavare. In fondo era Woody Allen che capovolgendo il luogo comune sosteneva che ormai la Vita imita l’Arte e non viceversa…i Gangsters anni 50 parlavano davvero come nei dialoghi dei racconti di Hemingway e i Mafiosi come nei film di Coppola e Scorsese o viceversa, hanno cominciato a parlare cosi’ dopo avere visto i film? Arancia Meccanica s’ispira a fatti realmente avvenuti o fatti avvenuti dopo si sono ispirati al capolavoro di Kubrick tratto da un libro di Anthony Burgess molto bello ma di minore impatto mediatico? Non capita anche a voi dopo un bel film western di uscire dal cinema camminando a gambe larghe ben piantate, il braccio largo pronto ad estrarre la colt e l’occhio a cercare dove abbiamo imbrigliato il cavallo? Vabbe’, dai, non pigliatemi alla lettera e non fatemi le solite battute (adesso capisco perche’ tuo figlio gioca da bestia…), sto solo cercando nuovi punti di vista per affrontare il mal di vivere (giocando a tennis) e poi magari semplicemente scoprite un’altra Nathalie Merchant e vi andate a comprare tutti i suoi dischi…
Perche’ la principale causa di morte,in acqua,e’ il panico.La gente in difficolta’
perde regolarmente il controllo e inizia a fare cazzate, tipo resistere alla marea o
mettersi a nuotare nella direzione sbagliata, per non parlare di quelli che attaccano a
mulinare le braccia e si stancano all’istante.Se fossero cosi’ lucidi da mettersi sul dorso
oppure fare il cagnolino, in attesa dei rinforzi, novantanove volte su cento ne uscirebbero
senza problemi. Invece danno in escandescenze, entrano in iperventilazione
e,in men che non si dica, e’ tutto finito
.
(La Pattuglia dell’Alba, Don Wislow)
Leggendo queste righe sul thriller di Don Wislow dove il protagonista e’ un investigatore di San Diego appassionato di Surf, immediata e’ scattata nella mia testa la similitudine con la sensazione di angoscia che potrebbe attanagliare il miniatleta di fronte alla consapevolezza di non essere all’altezza delle proprie e altrui aspettative e quindi semplicemente di fronte al fallimento che, come una maligna corrente contraria, ti strappa via dalla spiaggia e ti porta al largo. Anche nel corso di una partita di tennis puo’ capitare che un a serie di eventi contrari ti portino a quello che in gergo vien spesso chiamato ‘sclerare o schizzare di brutto’ ed ecco che la similitudine mi e’ parsa subito calzante. L’ho letta a Nicholas e per tutta risdposta ho ricevuto uno sguardo vacuo ed ottuso.
“60% of you will not pass this course! How do I know?
Because that is an historical fact! Now for the bad news, I always like to get one quitter
on the first day, and until I do, that first day does not end!”

(Viggo Mortensen as Master Chief John Urgayle,l’istruttore in G.I.Jane)
“Mayo, I want you D.O.R”.
“No sir. You can kick me outta here, but I ain’t quitting.”
“Get into your fatigues, Mayo. By the end of this weekend, you’ll quit”

(Scambio di battute fra il Sergente Istruttore
Foley e l’Allievo Mayo, interpretato da Richard Gere in Ufficiale e Gentiluomo)
L’altro giorno ci siamo invece visti G.I.Jane. Confesso che l’ho messo su apposta. Avevo,com e’ che si dice?, uno scopo recondito. In questo film considerato a ragione fra i meno riusciti di Sir Ridley Scott (e del resto quando uno ha al suo attivo Blade Runner, Alien,I Duellanti, Thelma & Louise e Black Hawk Down e perfino Il Gladiatore rientra a mio avviso fra i suoi film minori, dobbiamo essere tolleranti) ci sono pur tuttavia almeno due-tre scene se non memorabili almeno toccanti e forse non tutti se ne sono accorti c’e’ anche il futuro Aragorn (Viggo Mortensen) in uno dei suoi primi ruoli importanti. Il momento importante, ai nostri fini ‘educativi’, e’ pero’ quello del duro allenamento ai limiti del disumano a cui si devono sottoporre : non sono obbligati, se ne possono andare quando vogliono, basta che prendano una mazza da basball e la sbattano tre volte contro una campana che staziona lugubre e minacciosa nel cortile della caserma o nella piazza d’armi o sulla spiaggia o dovunque vadano ad allenarsi. Avendo un Figlio che e’ capace di perdere anche due ore a tavola, ai nostri fini c’e’ anche un altro esempio, quello del mangiare…Fra un allenamento e l’altro gli Allievi Ufficiali sono forzati a mangiare in cinque minuti quel che rierscono a raccattare da enormi bidoni dell’immondizia…Mangiano quando possono, come possono, soprattutto in fretta…Lo so, non sara’ molto educativo ma noi ci troviamo di fronte a un problema che magari avete anche voi (sarebbe bello sapere di non essere i soli) e che riguarda la lentezza nel mangiare, la pigrizia nello svolgere la routine quotidiana, il completo disinteresse del tempo che scorre … Da ricordare in GI Jane anche il bellissimo verso tratto da DH Lawrence, quello dell’amante di Lady Chatterley, che viene citato con civetteria dall’Istruttore Capo all’atto di presentarsi agli esterefatti Allievi : “I never saw a wild thing sorry for itself. A bird will fall frozen dead from a bough without ever having felt sorry for itself “ Che tradotto significa piu’ o meno che non si e’ mai visto un animale selvaggio perdersi nell’autocompatimernto. Visto che io ho sempre avuto questa cosa, di pensare all’Atleta di Prima Grandezza, come a un Qualcosa di Travolgente, una Wild Thing, ecco che non potevo fare a meno di annotarmelo. Incapace di compassione per la preda ma anche per se stesso. Sara’ per questo che non posso soffrire chi si lagna e chi piagnucola in campo. Ovviamente mio Figlio deve avere un gran senso dell’umorismo e dell’ironia perche’ quando vuole e’ perfetto nell’imitazione di Paolino Cane’ (tranne che nel gioco…). Comunque la Tag Line di G.I.Jane era: Failure is not an option. Della serie: Frasi ad Effetto da Evitare Accuratamente secondo il Manuale 101 Modi per essere un Genitore Incredibile citato da Ted Renella nella sua Presentazione alla Conferenza organizzata da Roberto Commentucci. Altre frasi da evitare e che a me invece non dispiacevano: Winners Don’T Quit. Quitters Don’t Win. Infatti allo stesso modo, se vogliamo, in An Officer and a Gentleman , un altro film che conto di far vedere al piu’ presto a Nicholas, il rapporto fra il Sergente Istruttore e l’Allievo Pilota e’ esplicativo e forse educativo: quanto lo vuoi veramente, ragazzino, il diventar Pilota di Jet/Tennista Professionista? Vi ricordate la storia? Richard Gere e’ un bulletto strafottente pocoempatico ed egoista che decide di arruolarsi e diventare Pilota di Jet in una base americana (non ricordo bene se in Florida, nelle Filippine o chissa’ dove).L’Istruttore lo becca a fare traffici con le altre reclute e giudicandolo non adatto alla vita militare lo prende di mira soffocandolo di punizioni con la chiara intenzione di indurlo a rinunciare. Fino a che punto ci tieni, ragazzino? Quitters don’t win. Winners don’t quit.
Da questi due film, che pure sono film a chiara e forse bieca connotazione militare e non sportiva, al di la’ delle probabilmente giuste obiezioni che voi vorrete sollevare,l’intenzione era comunque di trarre la motivazione ad allenarsi, l’idea che il sacrificio ‘sangue sudore e lacrime’ del training alla fine in qualche modo paga ma anche e forse soprattutto l’idea dell’accettare l’Autorita’ dell’Istruttore (Il Sergente Istruttore in Ufficiale e Gentiluomo, lil Master Chief di GI Jane) che in quel momento e’ Dio in Terra (Chi e’ quello? Chiede una recluta indicando il Sergente che sta arringando/insultando/torturando un gruppo di nuovi arrivati… Quello sara’ il tuo papa’ e la tua mamma per le prossime 13 settimane, gli viene risposto)ma per un motivo. Che a un certo punto viene il momento che qualcuno deve essere ‘in charge’, uno al quale (in guerra, in amore e nello sport) devi cieca fiducia ed entro certi limiti anche cieca obbedienza.Come dice Veneziani, una volta che hai fatto le tue scelte almeno per un po’ (13 settimane?) devi fare come dice lui. Per quanto riguarda l’immedesimazione: G.I.Jane Demi Moore vuole superare il corso SEALS contro la volonta’ dei politici che non la ritengono adatta in quanto donna, in Ufficiale e Gentiluomo Richard Gere viene etichettato come attaccabrighe e non moralmente idoneo e quindi targhettato e sottoposto ad ogni sorta di angheria da parte dell’Istruttore, magari anche a fin di bene, per costringerlo a rinunciare… Il lieto fine e’ d’obbligo, certo, e forse i film possono essere spascciati come solita paccottiglia filomilitarista ma in realta’ io vi ho sempre visto solo l’aspetto positivo: se vuoi veramente una cosa, ti ci devi impegnare a fondo. E’ una questione di committment, e come ripeto sempre,nell’ ham and egg breakfast del mattino e’ il porco che ci rimette la zampa, non la gallina che ci mette solo le sue uova.
Where is the dignity in not trying?
(Il Figlio del Giudice in Mistery Alaska)
Da un misconosciuto, e divertente, film di hockey con un Russel Crowe non ancora famoso, la frase ad effetto viene pronunciata da uno dei componenti di una squadra di hockey di un paesino in Alaska dove giocare ad hockey non e’ solo uno sport ma una filosofia: ogni domenica i giocatori migliori, dopo aver sorteggiato le squadre,si sfidano sul laghetto ghiacciato di fronte all’intera cittadina. Finiti in un articolo di Sport Illustrated hanno l’\occasione di giocare una partita con una squadra di Professionisti ma a questo punto , nel corso del Consiglio Cittadino, alcuni anziani si oppongono alla decisione di giocare temendo di essere ridicolizzati. Meglio non rischiare, dicono.Non abbiamo alcuna chance di vincere, sottolinea il Giudice che in passato ha giocato ad Hockey al College. A questo punto si alza suo figlio e dice appunto: Dove sta la dignita’ nel non provarci nemmeno? (Perderanno, ma non senza aver rischiato di pareggiare all’ultiomo minuto, guadagnandosi il rispetto dei Pro: l’onore del Paese e’ salvo)
Ephram: I mean, everybodys got that picture in their mind.
The one of, you know, how they think their life’s supposed to be.
Dr Andy Brown: Well, the thing about the picture is… how do you look in it?
It’s not about who your standing next to, or what’s in the background…
it’s “are you smiling?”, “are you happy?”, “are you good with the choices
that you’ve made?”… because if you are, it doensn’t matter where your
standing or who your standing next to… its… its a good picture.

(Scambio di battute fra Ephram e il padre,
il Dr Andy Brown, in Everwood)
CDG 7
Qualche volta mi avete sentito citare la mia vergognosa passione per il Serial TV da comprare in DVD e guardarsi a tre-quattro puntate alla volta che e’ anche meglio del cinema per via dell’approfondimento di trama e caratteri e per la qualita’ dei dialoghi… Be’, ovviamente non tutti, solo alcuni e guardate che non mi riferisco ai celebrati I Soprano, Three Feet under, The Wire o Sex and the City che non ho mai visto, mi riferisco ad altri, alcuni di successo altri misconosciuti…Ovviamente da Deadwood, The West Wing , FireFly e The Shields ma anche da 24,Lost e Grey’s Anatomy e’ difficile trarre momenti d’ispirazione specifica (e tra l’altro alcuni –Deadwood e The Shields- sono troppo adulti e The west wing troppo noiosa per essere visti da un ragazzino come Nicky…)ma da Everwood e Friday Night Lights (che sono quelli che ci siamo visti o rivisti in queste settimane) qualcosa ogni tanto salta fuori. In Everwood in particolare esistono diversi appigli a cui attaccarsi per fare similitudini educative ed analizzare diverse possibili situazioni comportamentali. Credo che la storia sia nota anche in Italia per via di una riprogrammazione estiva (in realta’ la serie,durata solo 4 stagioni, termino’ 4-5 anni fa e solo da un paio d’anni, per via di alcuni diritti d’autore sulle musiche, hanno fatto uscire i DVD ): il Dr Brown e’ il Dio della Neurochirurgia, il numero uno al mondo con copertine su Times e Newsweek ma per raggiungere una simile posizione ha dovuto per forza trascurare la moglie e i due figli, Ephram di 15-16 anni e Delia, che assomiglia in modo clamoroso ad Alessia, di 8 anni. Nella prima puntata, dopo nemmeno venti minuti, la moglie, che forse stava per lasciarlo, muore in un incidente stradale e il Dr Brown, nel tentativo di rimettere insieme i cocci , decide di lasciare New York per Everwood, un paesino sulle Montagne Rocciose, nel bel mezzo del nulla, a un paio d’ore da Denver. Perche’ Everwood? Perche’ sua moglie ci era passata un giorno, in treno, e ne era rimasta folgorata al punto da farsi promettere dal marito che un giorno sarebbero andati a vivere li’. Ovviamente la scelta di trasferirsi da New York in un paesino ‘in the middle of nowhere’ ha ripercussioni soprattutto su Ephram che (attenzione!) e’ una sorta di bambino prodigio…no, non del tennis, ma del piano, ed e’ in piu’ un introverso intellettuale amante dei fumetti manga e che quindi ha seri problemi di assestamento nella nuova scuola … Ben presto subentrano nuovi personaggi fra cui Amy e Bright, i due figli del Dr Abbott, il medico di famiglia del posto. Mentre ovviamente Amy diventera’ oggetto di attrazione di Ephram, e’ in realta’ Bright ad attirare il nostro, d’interesse: e’ l’esatto contraltare di Ephram… se il primo e’ il tipico intellettuale di citta’ dalla lingua svelta e dagli interessi culturali piu’ raffinati (musica, libri, fumetti d’autore…), l’altro e’ il tipico ragazzotto di montagna,grezzo, figlio si del Dottore anche lui ma piu’ del tipo tutto ‘muscoli e poco cervello’, idolo sportivo e delle ragazzine modello cheerleader, un buffone bullo senza la minima voglia di lavorare e faticare e che si trincera dietro questa maschera a dispetto, forse, di una bonta’ interiore e di una intelligenza non inferiore alla media ma solo repressa. Ecco, dalla commistione ,soprattutto nella terza e penultima stagione,di queste due vite, gli spuntidi riflessione diventano innumerevoli. Quella di Ephram che accettato alla Julliard, e solo 60 su 10000 ne vengono accettati ogni anno,si sente quasi soffocato fra l’obbligo morale di essere all’altezza delle proprie abilita’ e ambizioni e il desiderio di una vita piu’ normale, in un College meno famoso e con un buon programma di musica ma anche lo spazio per altre cose: uscire con gli amici, piu’ tempo per la tua ragazza, il lusso di cazzeggiare al Mall; quella di Bright che a un certo punto arriva al termine di un percorso che lo ha portato a tutta una serie di fallimenti personali vissuti con la leggerezza del ragazzo che vuole soprattutto far vedere che non ci soffre, ma che forse, sotto sotto, e’ piu’ sensibile di altri. Dopo aver perso per scarso profitto il posto di titolare nella squadra di football e quindi la possibilita’ di andare ad un College famoso, e questo perche’ pur impegnandosi ed ottenendo alla fin fine buoni risultati, i College tengono conto non solo dell’ultimo semestre ma di tutto il curriculum scolasrtico, a partire anche dalle Scuole Medie, Bright si ritrova sfiduciato e disilluso: potrebbe andare in un College secondario (similitudine: vieni rifiutato alla Bollettieri , alla Nadal, alla Evert,alla hopman…potresti andare alla Hurrycane?) ma preferisce lasciarsi andare: non raggiunge insomma il Main Draw (della vita) e quindi si abbandona ad una vita molle e di cazzeggio, diventando senza accorgersene sempre piu’ infingardo, leggero, superficiale, bugiardo: tratta le ragazze con estrema superficialita’ e noncurante arroganza, continua a perdere posti di lavoro per delle sciocchezze,mente ai genitori e colto sul fatto si scusa, e’ sinceramente dispiaciuto, promette di non farlo piu’…ma poi ci ricasca, esattamente come le volte precedenti…qualunque cosa faccia non va bene, sente la vita sfuggirgli fra le dita ma non riesce a decidersi di fare qualcosa, di cominciare a reagire …A un certo punto il Dr Abbott avverte il figlio a non confondere ‘charming’ con ‘accomplishment’ …conta di piu’ essere popolare fra i compagni e gli amici o esserlo coi coaches, gli insegnanti, i datori di lavoro … Dove e’ il confine sottile e spesso mal inbterpretato fra lealta’ e rispetto, fra il non essere volgari leccaculo e il fare bene il proprio lavoro, qualunque esso sia, di studente, atleta, figlio? Questo discorso che sto iniziando mi riporta dritto dritto di filato a un altro film ,Finding Forrester, con Sean Connery nella parte di un vecchio scrittore ritiratosi in una volontaria seclusione alla Salinger dopo lo straordinario successo avuto da ragazzino col suo primo (ed unico) libro che gli ha fruttato un Pulitzer. La sua vita si incrocia con quella di Rob Brown, un ragazzino nero dotato di talento sia nel basket che nella scrittura …
Prof. Robert Crawford: Perhaps the challenge should have been
directed elsewhere. “It is a melancholy truth that even…
Jamal: “great men have poor relations” Dickens.
Prof. Robert Crawford: “You will hear the beat of…”
Jamal: Kipling.
Prof. Robert Crawford: “All great truths begin…”
Jamal: Shaw.
Prof. Robert Crawford: “Man is the only animal…
Jamal: “that blushes… or needs to.” That’s Mark Twain.
Jamal: Come on, Professor Crawford…
Prof. Robert Crawford: [shouting] Get out!
Prof. Robert Crawford: [whispered] Get… out.
Jamal: Yeah. I’ll get out.

(Scambio fra il Professore Pedante e Cattivo interpretato da Murray Abrhams
e l’Allievo, Rob Brown, che fino ad allora ha finto di essere il solito ragazzino nero
tutto muscoli e poco cervello, da Finding Forrester)
Lo scambio appena citato e’ una di quelle scene cinematografiche che equivale al match point di Agassi sul Match Point a Wimbledon, al Dribbling di Baggio con goal finale ad Italia 90 contro la Cecoslovacchia,alla sporca ultima meta di Burt Reynolds al Rallentatore e alla vittoria di Eric Liddel nei 400 metri alle Olimpiadi di Parigi immortalata da Momenti di Gloria… Certo, e’ un’orgasmo solo intellettuale ma lo scambio di colpi e’ degno di Ali’-Foreman sia dal vivo che nel film di Michael Mann.
Lo cito perche’ e’ uno di quegli esempi che porto a mio figlio: se vuoi sfidare l’Autorita’ PreCostituita devi essere ‘dannatamente bravo’, devi essere in grado di ‘avere ragione’ anche se sei stronzo, e comunque sapere che comunque potresti doverne pagare le conseguenze. In altre parole se tu per esempio alla Bollettieri fossi il ‘cocchino’ per meriti sportivi di Chip Brooks, Jose’ Lambert e Paul Forsyte e magari anche di Nick Bollettieri, allora potresti anche permetterti di non andare d’accordo con tutti gli altri 40 Coaches. Ma solo in quel caso. E comunque saresti piu’ simpatico e una migliore persona se riuscissi ad andare d’accordo con tutti. Ma se tu non sei un genio a scuola e sul campo, allora comportarsi come un bulletto di merda non ti attirera’ certo simpatie ma solo applausi di scherno al momento dell’inevitabile caduta. Ma ritorniamo alle Serie Televisive:
‘Don’t just stand by and watch it happen’
(Datti una mossa …
letteralmente: Non rimanere fermo a guardare che accada… )
(Coach Taylor, in Freiday night Lights)
Troppo tardi, la partita e’ finita, ci hai messo troppo a prendere la tua decisione,
abbiamo perso per colpa tua…Non andremo alle Finali di Stato e tutta la citta’ di Dillon ti odiera’!
Non riuscirai mai piu’ afare del buon sesso in vita tua…E questo e’ un fatto!

(Tim Riggins, il Full Back dei Dillon Panthers)
Piu’ banale, se vogliamo, la serie Friday Night Lights tratta dal film con Billy Bob Thornthon nella parte del Coach (non male) che a sua volta era tratta da un libro verita’ che descriveva la vita nella piccola citta’ di Odessa,che nei telefilm diventa Dillon, una vita che si avviluppava morbosamente intorno alla squadra di football del liceo. La serie televisiva non e’ affatto male anche se ovviamente allunga necessariamente il brodo dilatando a volte fastidiosamente certi personaggi, ma la recitazione e anche la cinewmatografia (con insistiti primi piani come caratteristica, cosi’ come ,che ne so, in Lost ci sono certe improvvise corse nei boschi,in FireFly ci sono le scene contrapposte ‘ad negationem’, in Alias c’erano le carrellate alla Kubrick ma a ritroso con Jennifer Garner che si muove verso di te , in NYPD Blue o The Shields sono invece i movimenti a mano della camera per dare l’idea di un docufiction, etc etc). Ovviamente qui vi sono molte situazioni sportive in cui identificarsi e c’e’ perfino un padre che picchia il figlio perche’ dopo una partita in cui ha giocato da bestia, risponde in maniera offensiva e irrispettosa e si becca uno scapaccione sotto gli occhi del Coach e della di lui moglie, che e’ anche la Preside del Liceo. E qui si capisce come certi telefilm siano in realta’ lo specchio di una cultura per noi a volte ancora lontana: quella che poer noi in Italia sarebbe stata solo una punizione magari esagerata o magari anche dovuta (quando ce vo’, ce vo’) si trasforma in un conflitto d’interessi tutto americano (che segnera’ anche lo sviluppo della Serie, ovviamente, ma che ahime’ ti fa anche pensare che in America queste cose succedano veramente): la famiglia del ragazzino, che e’ la futura star della squadra, e’ ricca e potente…i genitori sono anche amici della coppia Coach-Preside e … La Preside si sente ‘moralmente obbligata’ a segnalare il fatto agli Assistenti Sociali che mandano la Polizia a casa … Il Coach non era d’accordo perche’ vedeva le implicazioni e il rischio di perdere la fiducia del suo giocatore, cosa che ovviamente avviene…il giocatore si era si ribellato al padre, e il Coach-padre putativo- si era frapposto fra i due per evitare il peggio…Ma mandargli i poliziotti a casa per uno sberlone seguito ad uno scatto d’ira? Be’, queste cose succedono negli States dove magari storie di abusi da parte di genitori alcolizzati drogati semplicemente fuori di testa sono all’ordine del guorno e quindi impongono certe misure precauzionali…In effetti la Preside e’ preda di ripensamenti ma uno deigli Assistenti Coach glielo dice chiaro e tondo: “non puoi esimerti, sei stata testimone, sei la Preside…”Per noi, per me, e’ un qualcosa di inconcepibile, ma magari io sono lo stereotipo dell’italiano basso, coi baffi, che mangia la pizza e suona il mandolino…e ogni tanto rifila un meritato scapaccione al figlio. (Non e’ cosi’, noi usiamo la frusta e il gatto a nove code… no, scherzi a parte, ogni tanto penso che il vecchio battipanni potrebbe avere, nelle mani di Tutors all’Inglese e Illuminati e capaci di mantenere il Distacco dell’Educatore , ancora la sua funzione… Almeno con certi tipi di Canaglia …). Fra gli altri aspetti, per certi versi terrificanti, la conferma che nelle Universita’ Americane i Risultati cominciano a contare subito…Io ho fior di amici che si sono laureati a pieni voti ma che a liceo erano ,rispetto a me, delle sciagure… Il fatto e’ che non provavano ancora quell’interesse per la materia da studiare mentre io, che mi barcamenavo sotto la bandiera del ‘Massimo Risultato col Minimo Sforzo’ ho sempre saputo trarre il massimo profitto dai sistemi vigenti in quell’epoca di interrogazioni programmate… Ma anche adesso, in fondo, con i pre-esamino di ammissione, mi pare che alla fine chiunque potrebbe aver cazzeggiato per tutto il liceo e poi finalmente rimboccarsi le maniche e far cliccare qualcosa nel proprio dannato cervello. Intendiamoci, io sono piu’ d’accordo con chi diceva (non mi ricordo chi fosse ma era un intellettuale importante) che la cosa migliore sarebbe stata quella di eliminare l’Esame di Maturita’ e semplicemente inserire degli Esami di Ammissione per ogni Universita’. Perche’,piu o meno, e’ quando il Gioco si fa Duro che i Duri cominciano a Giocare…Comunque, in generale il tema fondamentale (piu’ del libro e del film che della Serie, a onor del vero) era il fatto che i ragazzi che entravano a fasr parte del Team diventavano le Star dell’intero paese raggiungendo i vertici di una popolarita’ che poi avrebbero nella maggior parte dei casi rimpianto per tutta la vita, diventandoi nella maggior parte dei casi schiavi di un passato che non ritorna…Perche’ solo pochissimi erano in grado di ‘move on!’ ed avere lo satesso successo in altri campi e solo uno o due riusciva comunque ad arrivare ad ottenere una scholarship per il college…E’ insomma una situazione in cui possiamo identificarci anche noi, con la nostra Vita In Prestito (o in Affitto) da Espatriati, un micromondo all’interno di altri micromondi, una Aurea Mediocrita’ che ti illude di essere chissa’ chi o chissa’ cosa perche’ tutti ti riconoscono al ristorante o per la strada e ti trattano da re, ma poi quando torni in Italia o in America, in the Real World, ritorni ad essere la merdina sconosciuta che eri e sei sempre stato.
Capt. Malcolm Reynolds: I’ve staked my crew’s life on the theory
that you’re a person, actual and whole, and if I’m wrong,
you’d best shoot me now…

[River cocks the gun she is pointing at Mal]
Capt. Malcolm Reynolds: Or, we could talk some more.
(Scambio di battute in FireFly fra Capt Mal Reynolds e River,
vedi piu’ sotto la traduzione)
Anche se poi il piu’ divertente e piacevole da guardare con tuo figlio, in una sorta di buddy buddy situation, quasi a ricreare l’andare a vedere l’intera prima trilogia di Star Wars coi tuoi amici, rimane Firefly, a cui poi fece seguito l’apprezzatissimo (dai critici) Serenity, una sorta di fantascienza western style(Pat Garret & Billy The Kid meets Star Trek) con la reincarnazione di Han Solo come protagonista. Ricordo sempre di aver letto su una rivista di cinema US non mi ricordo chi quanti anni fa, durante una celebrazione del non so se ventennale o trentennale anniversario di Star Wars, diceva, e giustamente: “Io non so cosa avesse in testa George Lucas, ma quando usci’ Star Wars noi ragazzini non ce ne fregava nulla di Luke Skywalker, noi tutti volevamo essere Han Solo…” e Han Solo e’ tornato,solo che si chiama Captain Mal Reynolds ed e’ interpretato da Nathan Fillon ed e’ anche,perdonate la blasfemia, 10 volte meglio. Lo scambio di battute sopra riportato fra Capt Mal Reynolds e River Tam, la ragazzina dotata di poteri psicotici, e’ solo una delle centinaia di gemme di cui sono costellati gli episodi e il film. River era un bambino prodigio e fin da piccolissima era stata inviata in una delle migliori scuole governative proprio per bambini come lei, bambini ‘speciali’. Qui pero’ all’insaputa dei suoi e’ stata usata da scienziati governativi privi di scrupolo per esperimenti che avrebbero dovuto potenziare le sue doti ma di fatto l’hanno trasformata in una schizofrenica con turbe bipolari: rapita dal fratello i due vengono accolti come fuggitivi da Mal e dalla sua ciurma ma a un certo punto i suoi comportamenti mettono a rischio l’incolumita’ dell’equipaggio.Rifugiatasi con un ‘arma nella cabina di pilotaggio, Mal la affronta e le dice: “Io ho messo a rischio la vita del mio equipaggio partendo dal presupposto che tu sia una persona (e non un dannato esperimento), vera e intera,e se mi sono sbagliato e’ meglio che mi spari subito…”
River si gira di scatto con la pistola caricata e puntata verso Mal.
“Oppure, continua in fretta Mal, potremmo continuare a parlare… “
No, in FireFly e in Serenity non ci sono frasi da scrivere sui post it da portarsi dietro e rileggere prima di un match e anche la canzoncina in stile folk western della serie, purtroppo non ripetuta nel film, non e’ di quelle che ‘a egregie cose l’animo accendon l’urne dei forti,o Pindemonte!’ e di sicuro Leyton Hewitt non se metterebbe nell’ipod da ascoltare prima di ogni match come faceva con Rocky, ma tutt’al piu’ a fine partita, in fase di massaggio e relax…Take my love, take my land / Take me where I cannot stand / I don’t care, I’m still free / You can’t take the sky from me / Take me out to the black / Tell ’em I ain’t comin’ back / Burn the land and boil the sea / You can’t take the sky from me / There’s no place I can be / Since I found serenity / But you can’t take the sky from me
‘All you can do in Life is try to solve the problem in front of you’
(Tutto quello che puoi fare nella vita e’ cercare
di risolvere il problema che hai di fronte)
(Lyndsay Dohan in Mean Girls)
Una settimana poi ci siamo fatti anche la Trilogia dell’Orrore guardandoci (senza Nicholas, ovvio) tre film ispirati al mondo giovanile: Kids, Thirteen e Alpha Dog…Poi ci abbiamo giunto Mean Girls che e’ solo una commediola divertente anche se la sua protagonista allora sedicenne e’ finita di recente in lacrime sui giornali di tutto il mondo perche’ condannata, dopo ripetute infrazioni, a quattro mesi di carcere da un giudice inflessibile che non si e’ lasciato commuovere dal suo essere ‘famosa e per l’ennesima volta pentita. Comunque Mean Girls e’ divertente (e infatti Nicholas l’aveva visto in TV in Florida) ma i primi tre sono film terribili e angoscianti, soprattutto il primo e il terzo. Il secondo e’ tutto sommato un film molto bello e mi ha colpito il fatto che una delle due ragazzine che lo interpretano (Nikki Reed) sia anche la co-autrice della sceneggiatura. La domanda e’, sarebbe: ma quanto di quello che e’ narrato e’ autobiografico o comunque s’ispira a fatti reali, accaduti o che accadono veramente? Voglio dire, alla fine si fa presto a liquidare il tutto come fantascienza, come rappresentazione di realta’ lontane dalla nostra, di un mondo diverso, quello americano (che francamente a me sembra molto piu’ severo e restrittivo e piu’ attento del nostro…almeno se paragonato a certe storie su quel che accade nelle nostre classi lette sui quotidiani italiani) o torna comunque comodo dire: si, ma queste cose capitano agli altri, non a noi o ai nostri figli … A me e’ capitato l’anno scorso sotto l’occhio per sbaglio uno scambio di battute in una chat fra amiche dodicenni di Nicholas e onestamente ho fatto fatica a credere a quel che leggevo…Poi mi sono ricordato di come eravamo noi a 12-13 anni, a come ci facevamo grandi con paroloni piu’ grossi di noi, a come il turpiloquio fosse piu’ che altro qualcosa da esorcizzare …E ci ho aggiunto i 40 e passa anni trascorsi (e il 68, e il movimento hippy, e l’esplosione del porno casareccio e la banale normalita’ di violenza, sesso e parolaccie nei film anche non vietati (e del resto io ho sempre ostentato una certa idiosincrrasia a certe forme di censura cosi’ come a film ambientati magari fra pirati e bucanieri che riuscivano a non dire una parolaccia per tutto il film …)… Insomma, ho fatto i conti con quello che mi ricordavo io e con tutta l’acqua passata sotto i ponti e ho pensato che i 12-13 anni di adesso sono i 17-18 dei nostri tempi … E se a vent’anni,Guccini Dixit, si e’ stupidi davvero, quante balle si hanno in testa a quella eta’, figuriamoci a 12-14 anni … Insomma, ragazzi: Auguri!
E DUNQUE, CONCLUDENDO: non e’ che vi sto citando battute dai miei film e libri e fumetti preferiti (che spesso sono altri), ma solo quelli in cui in questi giorni mi trovo ad imbattermi… non importa che vengano che ne so da Terminator e Hellboy piuttosto che da Momenti di Gloria, Seabiscuit o The North Dallas Forty, da un volgarissimo giallo mondadori piuttosto che dalla Versione di Barney o da un Tex Willer piuttosto che da un Ken Parker o da fumetti ancora piu’ colti (e attenzione che sto per rileggermi Strangers in Paradise! e quindi qualcosa di sicuro prima o poi vi tocchera’…) …Le citazioni sono semplici punti di partenza per una emozione o una riflessione piu’ generale…Da oggi riprendero’ ad annotare sul mio moleskhine (e cosa se no?) altre battute, altre citazioni, e magari fra un mese o due ci sara’ materiale per Il tennis Spiegato a mio figlio, Part 2. Per il momento concludo con un’ultima battuta da dedicare ai miei ex Compagni di Merende: al momento hanno avuto perfettamente ragione loro, la mia speranza e magari anche la loro, chissa’, e’ che alla fine anch’io possa fare una battuta del genere …
“The horse is too small, the jockey too big, the trainer too old,
and I’m too dumb to know the difference.”

(Jeff Bridges,che interpreta Charles Howard,il Proprietario di Cavalli
dileggiato e criticato per la scelta del Cavallo,del Fantino e dell’Allenatore, all’indomani
del Trionfo nel Gran Premio di Santa Anita, in Seabiscuit)

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