L’Ucraina vista dal tennis

di Daniele Sforza

Tutto il mondo sta parlando di quello che sta accadendo in Ucraina nelle ultime settimane, ma probabilmente, in pochi avranno avuto la possibilità di confrontarsi con chi sta vivendo in prima persona la crisi di Kiev. Proviamo così a fare un punto della situazione attraverso le dichiarazioni di Alyona Sotnikova, tennista ucraina (classe 1992 e numero 408 questa settimana), che ha vissuto e sta vivendo questa situazione da lontano, stando vicino con il cuore ai suoi connazionali e aggiornandosi sempre sulle continue novità a riguardo della sua nazione.

Innanzitutto partiamo dalla situazione economica, non esaltante nell’intera nazione. Alyona ci illustra la situazione: “Il valore della grivna, moneta dell’Ucraina, è diventato davvero esiguo. Il rapporto tra dollaro e grivna è abbastanza alto (1 dollaro= 8,72 grivne) e la qualità della vita non è alta. Possiamo affermare con certezza che in questo momento stiamo vivendo una situazione abbastanza difficile dal punto di vista economico.”

Un problema comune a molte nazioni in questo momento, è la disoccupazione. In Ucraina non può mancare questo aspetto e Alyona afferma: “molte persone fanno fatica a trovare un impiego, specialmente se non si ha un diploma con qualche specializzazione, questa è la realtà. Inoltre, nel caso in cui si trovi lavoro, il salario non è adeguato. A volte si è pagati con meno di 300 dollari e con questi non si può far molto. I prezzi del cibo infatti sono gli stessi degli altri stati europei, il trasporto forse costa meno ma il prezzo della benzina è abbastanza alto (1,5 $ a litro) e se cominciamo a parlare del prezzo dei vestiti, la situazione diventa abbastanza grave. Posso farti degli esempi, un paio di UGG Australis costa intorno ai 350-400$ e un paio di buoni jeans sui 100-150$. Sicuramente tutto dipende da dove vai a comprare le cose e, ovviamente, puoi trovare sempre cose a prezzi più bassi ma con bassa qualità e, a causa di questo, sarai costretto poi a comprare queste cose più volte perché si rovineranno subito.”

La causa economica può essere considerata come uno dei principali fattori di quello che sta accadendo in Ucraina negli ultimi mesi.

Alyona ci spiega come è iniziato il tutto: “Non posso dirti con precisione una data ma so che tutto è iniziato quando il nostro presidente (Ianukovich) si è rifiutato di entrare nell’Unione Europea (potrei dire 3 mesi fa); così molte persone si sono riunite nella Maidan a Kiev, essendo contrarie a questa decisione perché volevano essere parte dell’Unione Europea. La maggior parte di queste persone fa parte della giovane generazione e sono le persone che hanno visto realmente l’Europa e possono paragonare la loro nazione alle altre. La Russia, se intendiamo le città di Mosca, S.Pietroburgo e qualche altra città, è bella, ma questa è soltanto una copertura. Tutto ciò che accade realmente è terribile e i giovani lo sanno. I milionari e le persone più ricche ovviamente sono con il presidente perché protegge i loro interessi.”

L’Ucraina, perciò, in questo momento si trova in una situazione di “conflitto” tra coloro che manifestano e quelli invece a favore del presidente Ianukovich. Le persone che vivono nell’est del paese sostengono Ianukovich mentre gli altri preferiscono la soluzione europea. A questi si aggiunge una terza categoria, spiegataci da Alyona:

“Grazie a Dio i miei parenti hanno deciso di stare lontano dalla politica, così non fanno niente di ciò che potrebbe andare contro il governo, per non mettere a rischio la nostra famiglia.”

Per quanto riguarda l’età media dei manifestanti, essa è intorno ai 35 anni; tanti infatti (si dice sul 25%) sono gli “over 55”, preoccupati soprattutto per le questioni economiche e politiche.

L’opposizione è guidata da tre personaggi principali: Vitali Klitschko (a favore dell’Unione Europea e futuro candidato per le elezioni in Ucraina), Aseniy Yatsenyuk (ex ministro degli esteri) e Oleh Tiahnybok (leader dei nazionalisti di estrema destra di Svoboda).

Il 9 Febbraio si sono riunite 60 mila persone nella Maidan Nezalezhnosti, piazza principale di Kiev, ed è qui che continuano gli scontri. Un primo episodio di questo genere è avvenuto lo scorso dicembre, quando un migliaio di poliziotti ha provato a sfondare le barricate realizzate dai manifestanti, provocando successivamente il ferimento di diverse persone.

“Considero le persone che stanno nella Maidan come degli eroi, con una E maiuscola. Stimo queste persone perché lottano per avere una vita migliore, e sanno che nel caso in cui l’Ucraina si unisse alla Russia, non l’avrebbero. Fortunatamente nel periodo in cui sono stata in Ucraina, essendo un periodo di “off-season”, sono stata nella mia città, Kharkiv. Qui la situazione, fortunatamente per me e per tutti quelli che vivono qui, è tranquilla. Sfortunatamente nella Maidan hanno aperto il fuoco, e seguendo i telegiornali, so che ci sono stati feriti e morti.”

Tra i vari attivisti in Piazza Maidan, ci sono stati anche rapimenti. Quello che ha fatto più scalpore è stato quello di Dmytro Bulatov, rapito, torturato e addirittura crocefisso a causa dell’organizzazione di cortei in luoghi non autorizzati.

La situazione rimasta stabile, probabilmente anche a causa delle Olimpiadi invernali di Sochi in cui c’era stato un’incontro tra Ianukovich e Putin, è peggiorata drasticamente nella giornata di martedì 18 Febbraio. Questa data era importante, in quanto, secondo le indicazioni di Yanukovich, la Maidan doveva essere svuotata di tutti i manifestanti entro le 18 del pomeriggio. In caso contrario, l’ordine sarebbe stato ripristinato soltanto con la forza.

Entrate in azione le truppe antisommossa con gas lacrimogeni e proiettili di gomma (anche se vari testimoni affermano l’utilizzo di proiettili da parte di tiratori scelti), i manifestanti hanno reagito, lanciando pietre e molotov. Ovviamente si sono registrati morti e feriti, e si parla di un numero di morti, arrivato a 50 (a cui si aggiungono quelli raccolti nelle hall degli alberghi vicini alla Maidan), e si contano centinaia di feriti.

L’opzione della guerra civile non sembra poi così lontana e, man mano che si va avanti, l’obiettivo principale non sembra quello dell’entrata in Europa, ma piuttosto quello di togliere dal potere il presidente Ianukovich. A seguire, sono arrivate alcune considerazioni di personaggi di spicco dell’Europa e non.

La Russia ha denunciato il tentativo di “colpo di Stato”, il Papa ha invitato a cessare il fuoco, mentre i ministri degli esteri di Francia e Germania sono arrivati oggi, 20 Febbraio, a Kiev insieme al rappresentante polacco. Hollande e Angela Merkel ritengono tutta la situazione inaccettabile e chiedono sanzioni nei confronti di coloro che sono causa delle violenze in Ucraina. Se poi aggiungiamo anche l’Onu, con Ban Ki Moon, e la Casa Bianca, che definiscono le violenze come inaccettabili e scandalose, il quadro mondiale è completo.

La situazione, peggiorando di giorno in giorno, ha portato alle dimissioni del sindaco della capitale come protesta contro questo “bagno di sangue” e alle dichiarazioni di Makeienko, capo del consiglio comunale, pronto a fare di tutto per fermare questo conflitto. Gli inviti alla popolazione a non uscire dalle abitazioni (anche se è diventato difficile muoversi a causa della chiusura della metropolitana di Kiev, bloccata in quanto, si dice, siano arrivate minacce terroristiche alle maggiori autorità del paese) e l’evacuazione del Parlamento, fanno pensare a questa situazione come davvero critica.

Nel frattempo gli atleti ucraini, impegnati nelle olimpiadi di Sochi, hanno deciso di ritirarsi dalla competizione per tornare nel loro stato. Rinunciare a un appuntamento sportivo (anche se a 3 giorni dalla fine), per cui, probabilmente si è lavorato per tutta la vita è un grosso segnale.

Non si sa ancora come finirà questa vicenda, ma un’eventuale guerra civile non sembra così difficile da attuare. Alyona stessa afferma:

“è difficile dire cosa accadrà in futuro perché solamente Dio lo sa, ma penso che tutto sia possibile. Potrebbe finire in modo pacifico o no, tutto dipende dalla decisione del presidente. Se sarà giusta, sicuramente il popolo si calmerà.”

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