Stefan Kozlov, benvenuto fra i grandi

Kozlov

(Stefan Kozlov esulta per la vittoria su Rhyne Williams nei quarti di finale del Challenger di Sacramento)

di Luca Fiorino

Un talento ancora tutto da scoprire ed ammirare. Stefan Kozlov ha compiuto la sua prima impresa “tra i grandi”, raggiungendo la finale del torneo challenger di Sacramento. Un acuto imprevisto, non tanto per le indiscutibili qualità dell’enfant prodige, quanto per l’età. Sulla carta d’identità infatti, sotto la voce “Date of Birth”, è riportata la scritta 1 Febbraio 1998. Avete letto bene, questo ragazzo ha solamente 16 anni. Un exploit sorprendente anche perché prima di questa settimana non aveva mai vinto una partita a livello challenger disputando prevalentemente tornei futures. Ma chi è realmente Stefan Kozlov?

Nazionale statunitense nasce però in Macedonia da genitori russi. Cresce idolatrando Roger Federer e non smettendo mai di credere che un giorno possa ripercorrere almeno in parte le sue stesse orme. Si avvicina al tennis per volontà del padre, proprietario di una tennis academy in Florida, e della madre. Dopo un inizio nell’academy di famiglia (nella quale continua tuttora a lavorare), a seguirlo maggiormente oggi negli allenamenti è Nicolas Todeiro, ex tennista argentino dalla carriera non esaltante ed attualmente coach della USTA. Le qualità sono sin da subito evidenti ed i risultati di quest’anno a livello juniores parlano chiaro: finale a Wimbledon,agli Australian Open e all’Orange Bowl e quarti di finale agli Us Open (ritiratosi a partita in corso) e al Roland Garros. Questi traguardi gli hanno permesso di spingersi sino alla posizione numero 2 mondiale, suo attuale best ranking junior. Questa però non è la prima volta che Stefan sale agli onori della cronaca.

Lo statunitense infatti detiene un record non indifferente: è il più giovane tennista di tutti i tempi ad aver conquistato punti Atp (quarti di finale in un future all’età di 14 anni). Nell’estate del 2013, forse non pago di quanto fatto l’anno prima, ha provato a stabilire un nuovo record, quello di giocatore più giovane nella storia a vincere un match di main draw nel circuito maggiore. Assegnatagli una wild card per il torneo di Newport, lo statunitense perse 6-3 6-7 6-4 da Michael Przysiezny giocando una grande partita ed annullando ben quattro match point nel tie-break del secondo set finendo poi per cedere il match per via dei crampi mentre conduceva 4-3 nel terzo e decisivo set. Il polacco a fine gara così si espresse sul talento di Skopje: “Solitamente con un quindicenne neanche ci palleggi, con questo ragazzo oggi stavo addirittura perdendo una partita”.

Pur avendolo seguito nei tornei juniores, questa settimana ho potuto apprezzarne meglio le sue qualità ed i miglioramenti apportati nel corso di questi mesi. La palla risulta ancora essere un po’ leggera per essere competitiva a grandi livelli anche se di certo, giocare contemporaneamente sia tornei futures che junior non lo aiuta. Il dritto rimane in assoluto il colpo su cui il tennista di origini russe si sente più sicuro, è difatti raro vederlo sbagliare con questo fondamentale. Il rovescio bimane è particolare, ricorda molto nell’esecuzione quello di Bernard Tomic, mentre il servizio, considerata l’età ed una struttura fisica ancora in fase di sviluppo, è apprezzabile ma decisamente migliorabile. Gioca inoltre molto bene il back di rovescio e si disimpegna abilmente in volèe di pregevole fattura, dimostrando un’ottima sensibilità ed uno spiccato acume tattico. Non sono pochi i casi in cui nei momenti di maggiore difficoltà, abbia fatto ricorso a qualche sortita a rete, dissestando dunque un tennis contemporaneo legato alla linea di fondo campo. Uno stile di gioco vario, che cambiava a seconda delle caratteristiche dell’avversario che aveva di fronte e dell’importanza dei punti che doveva giocare.

L’aspetto che difatti stupisce più di tutti di questo ragazzo, oltre alle già citate qualità tecniche, è la mentalità. A parte la finale persa con Sam Querrey per 6-3 6-4, in cui il giovane tennista americano ha avuto ben poche chance (pesantezza di palla ed esperienza hanno fatto la differenza), tutte le altre partite sono state infatti vinte al terzo set. Ciò è certamente segno di una maturità non comune a ragazzi della sua età, e di una certa sicurezza nei propri mezzi. D’altronde non si vincono per caso quattro partite consecutive al terzo set di cui due in rimonta. Molto buona inoltre è anche la percentuale delle palle break annullate nel torneo pari al 66%. Ricordate quando vi ho descritto precedentemente il match perso da Stefan contro Przysiezny che lo avrebbe eletto tennista più giovane nella storia a vincere una partita nel main draw del World Tour? Bene, quel record oggi appartiene a Ryan Harrison che batté sulla terra di Houston, all’età di soli 15 anni, l’uruguayano Pablo Cuevas. Lo stesso Harrison che, al primo turno del torneo di Sacramento, è stato sconfitto proprio dal protagonista di questo racconto, Stefan Kozlov, col punteggio di 6-1 3-6 6-3. Inevitabile dunque non mettere a confronto i due e disquisire su alcuni parallelismi. Alla stessa età, il seguito e le aspettative sul tennista di Shreveport erano enormi, forse anche più di quelle riposte attualmente sul ragazzo di Skopje.

Questo per rammentare che ottenere ottimi risultati a livello juniores e compiere qualche impresa in giovane età, non è garanzia di una carriera di alto livello. L’esempio lampante è guarda caso Harrison, oggi sempre più nascosto dietro la sua stessa ombra ed incapace di misurarsi e rimettersi in discussione con tennisti meno talentuosi di lui. La finale centrata ieri a Sacramento permetterà al talento 16enne di conquistare ben 60 punti Atp e di raggiungere una posizione attorno alla 450esima, scalando la classifica di almeno 300 gradini in una sola settimana. Sarebbe da stolti in questo momento poter credere che Stefan continui la sua carriera senza intoppi e difficoltà e che arrivi al più presto ad occupare posizioni di classifica ben più alte. Il tennis americano confida ora più che mai in lui, scorgendo nelle sue qualità un ancora di salvezza sulla quale potersi aggrappare e fantasticare. E’ per questa ragione che il successo al primo turno di settimana scorsa su Harrison, voglio immaginarlo come una corsa a staffetta in cui, colui che riceve il testimone, Kozlov, porta perfettamente a termine la gara nella quale il suo predecessore aveva fallito, diventare una stella mondiale e riportare gli USA nell’Olimpo del tennis.

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