Australian Open: la caduta delle grandi

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di Alessandro Mastroluca

Lo Slam delle sorprese. L’Australian Open mantiene il suo quid di imponderabilità, di imprevedibilità, di destini e fortune sparigliati.

Nella sola prima giornata, il tabellone femminile perde otto teste di serie, due delle prime dieci. È già fallito il piano di rilancio di Ana Ivanovic (tds 5), che ha vinto più partite di tutte nel 2014 e si prometteva un rendimento migliore nei major per il 2015. Il progetto è franato contro la numero 142 del mondo, Lucie Hradecka, che non aveva mai vinto prima sulla Rod Laver Arena. È franato sui 10 doppi falli dopo un primo set vinto in appena 21 minuti. Ma quello che sembrava un esordio morbido dopo la finale di Brisbane della settimana scorsa si è presto complicato. Il servizio della serba si è fatto via via più macchinoso e randomico, e Hradecka ha ripreso fiducia. Non si affrontavano da cinque anni, e allora a Wimbledon la ceca aveva mancato due match point prima di perdere 8-6. Stavolta fa ancora meglio, vince 16 63 62 e firma la terza vittoria in carriera su una top-5, dopo le due ottenute nella stessa settimana, sulla terra blu di Madrid nel 2012 contro Petra Kvitova e Sam Stosur. “Sono passate due ore e ancora non riesco a smettere di sorridere” dirà in conferenza stampa. “Adesso voglio solo godermi questo momento, non penso alla prossima partita”.

La Repubblica Ceca perde però Lucie Safarova, sedicesima favorita del seeding, sfiancata da due ore e 11 minuti di lotta contro Yaroslava Shvedova, che chiude 64 26 86 e si regala un secondo turno contro Monica Puig.

Esce anche Angelique Kerber (n.9), battuta 64 06 61 da Irina-Camelia Begu. La tedesca, mai oltre gli ottavi di finale a Melbourne, cede un primo set segnato da grandi difficoltà al servizio per entrambe, ma dopo il “bagel” al secondo sembra lanciata verso la rimonta. Ma Begu, sconfitta nel precedente confronto diretto nel 2013, breaka due volte, allunga 5-1 e passa.

È una giornata dai chiaroscuri forti e dai contrasti netti per le tedesche. Perde anche Sabine Lisicki (tds 28), che si fa rimontare da Kristina Mladenovic, vincitrice l’anno scorso del titolo in doppio misto con Daniel Nestor. La francese, che aveva perso due volte su due dalla finalista di Wimbledon 2013, cede il break decisivo che le costa il primo set ma sale subito 3-0 nel secondo. Kiki subisce il ritorno della tedesca, ma oppone l’intelligenza alla forza di Bum Bum Bine e riesce a portare il match al terzo. Qui la partita cambia. Mladenovic domina, stampa un parziale di 11 punti a zero verso il 5-1, e Lisicki vede l’aggressività trasformarsi in imprecisione. L’ultimo punto è una sintesi del match: Kiki stampa un dritto incrociato “alla Lisicki” e si prepara al secondo turno contro Bethanie Mattek-Sands o la wild card cinese Ying-Ying Duan.

Vince però una splendida Julia Goerges, che lascia tre game a Belinda Bencic. La svizzera, con Martina Hingis non proprio soddisfatta sugli spalti, sperava in un match diverso per la sua prima volta da testa di serie in uno Slam. L’ultima delle teste di serie, la numero 32, è anche la prima a uscire, travolta da una Goerges brillante come da tempo non si vedeva, sempre in proiezione offensiva, capace di alternare volée ad alto coefficiente di difficoltà, più di dieci vincenti di dritto e una serie di rovesci lungolinea che spezzano la difesa, non proprio solidissima, della giovane svizzera.

E passa anche Carina Witthoeft, che lascia quattro game a Carla Suarez Navarro (63 61). Non paga la scelta, forse azzardata, della spagnola di cambiare racchetta in nome della ricerca di una maggiore potenza nello scambio. Passare da una 93 a una 102 dopo la miglior stagione in carriera è una grossa scommessa, e richiede tempi di adattamento non certo brevi. Witthoeft, classe 1995, aveva perso due volte su due nelle qualificazioni quest’anno: 76 al terzo in rimonta da Abduraimova

a Shenzhen, 63 75 a Sydney da Taylor Townsend, che affronterà Caroline Wozniacki nella seconda giornata. Come ci è riuscita? Prova a chiederglielo Simone Eterno, amico e collega inviato di Eurosport, le chiede come ci sia riuscita. “Ho solo cercato di migliorare il mio gioco”.

Fuori anche Anastasia Pavlyuchenkova (25), che si fa rimontare da Yanina Wickmayer, e Svetlana Kuznetsova (27), eliminata al primo turno per il secondo anno di fila, che però affrontava Caroline Garcia, una delle giocatrici con la classifica più alta a non essere comprese tra le teste di serie (n.36 del mondo). Garcia, al primo successo in stagione, affronterà Stefanie Voegele, che ha battuto Pauline Parmentier, da cui ha sempre perso nelle due sfide precedenti. “E’ sempre bello vincere contro una campionessa che ha vinto titoli dello Slam e che non tanto tempo fa era tra le migliori del mondo” ha detto Garcia, che ha chiuso 64 62. “Il primo set è stato combattuto, nel secondo ho cercato di essere più aggressiva. Ho avuto alti e bassi, ma sono soddisfatta di come ho gestito i momenti importanti”.

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