Il Sogno Americano di Montegiorgi

di Alessandro Nizegorodcew (articolo apparso su Il Tempo del 24-03-14)

Il sogno americano, la passione per il tennis, l’interesse verso nuove culture. Una ricetta magica che il giovane Lorenzo Montegiorgi, nato a Velletri il 4 dicembre 1992, sta vivendo alla Northwood University. Buon talento, cresciuto al circolo sportivo Colle degli Dei con il maestro Renato Pompei, Montegiorgi ha scelto gli Usa per cambiare la sua vita, tra importanti rinunce ed obiettivi chiari e precisi.

Quando hai cominciato a giocare a tennis?
«Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni al Colle degli Dei, circolo della mia Velletri, al quale sono tuttora legatissimo. Ho avuto la fortuna di trovare lungo la mia strada una persona e un maestro a dir poco eccezionale come Renato Pompei, che mi ha trasmesso tutta la sua passione per questo sport».

Quando e come nasce il tuo personale sogno americano?
«Il mio sogno americano nasce dalla ricerca di un ambiente in cui poter continuare gli studi senza dover abbandonare la passione per il tennis. L’idea di una vita universitaria negli Stati Uniti è diventata concreta nella mia mente e, se da una parte ero preoccupato per i tanti affetti che mi legano all’Italia, ero eccitato dalla possibilità di far parte di un mondo nuovo. Nella scelta ha pesato anche il fattore economico: allenarsi gratis 3-4 ore al giorno con la possibilità di usufruire di strutture pazzesche non è cosa da poco. Ho cominciato ad informarmi sui criteri per l’assegnazione delle borse di studio e ho contattato l’agenzia Star (Student Athletes Recruitment) dell’ex giocatore Corrado Degl’Incerti Tocci, che mi ha aiutato a navigare nel complicato mondo della burocrazia statunitense».

Dove ti sei trasferito? Come hai vissuto i primi mesi lontano da casa?
«La mia università si chiama Northwood University e si trova nello stato del Michigan, nel nord degli Stati Uniti. Si tratta di una business school privata piuttosto piccola, in cui, eccezion fatta per il terribile freddo invernale, è stato facile ambientarmi. A livello «scolastico» studio International Business e dopo i primi, comprensibili, problemi con la lingua, ora sta tutto andando per il meglio. Lo scorso semestre ho avuto un ottimo impatto a livello sportivo e, insieme alla mia squadra, ho raggiunto la top-16 di seconda divisione».

Quali sono i pro e i contro della vita a stelle e strisce?
«Per quanto concerne i «pro» direi sicuramente la possibilità di allenarmi e studiare allo stesso tempo, che è poi il motivo della mia scelta. Conoscere nuove persone e culture diverse ogni giorno, inoltre, ti apre la mente e ti fa crescere come uomo. I «contro»? La lontananza dalle persone che amo e il cibo».

Che consiglio ti senti di dare ai giovani sportivi, tennisti e non, che pensano al mondo del College statunitense?
«Sono davvero convinto che il mondo universitario americano sia una opportunità sottovaluta in Italia. Rifarei questa scelta nuovamente, senza esitazioni. Ai giovani dico: informatevi, perché i pro sono certamente più dei contro ed è un’esperienza stupenda».

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