A tu per tu con… Andrea Scanzi

Andrea Scanzi

di Federico Mariani

E’ stata una chiacchierata piacevole, stimolante e, perché no, appassionante quella fatta con Andrea Scanzi. Un personaggio molto disponibile e garbato che ha voluto condividere con noi, in una mezz’ora di intervista, parte della sua esperienza nel mondo del tennis. Si è parlato di Federer, McEnroe, Fognini e tanto altro ancora.

Andrea ScanziTi occupi indifferentemente di attualità, sport, politica, enogastronomia, musica. Ti spiace essere considerato “tuttologo” come molti ti appellano o trovi che questo sia un complimento?
Non mi spiace! Le critiche che mi rivolgono più spesso sono: tuttologo, narcisista e grillino. Narcisista è vero. Grillino no, ho semplicemente raccontato il Movimento 5 Stelle prima di altri e trovo che abbiano più pregi che difetti e se questo mi rende grillino non è mica un reato. “Tuttologo” mi fa ridere in quanto dalle altre parti del mondo essere eclettici è un pregio, in Italia invece se parli di molte cose sei tuttologo. Io sinceramente mi annoio a parlare delle stesse cose, mi annoiano gli specialisti, sono “bruciato” dalla curiosità, quindi se qualcosa mi piace tendo a studiarla tanto. Se in questi anni ho scritto di tanti argomenti e nonostante questo (o per questo) ho avuto tanti spettatori e tanto pubblico, vuol dire che sono credibile in più ambiti. Alla fine il responso chiave lo dà il lettore e se mi considerano credibile vuol dire che tante scemenze non le dico.

Passando più dettagliatamente al tennis. Sarai appassionato di molti sport, ma secondo te cosa ha in più il tennis in relazione alle altre discipline. E cosa, invece, non ti piace e cambieresti?
Il tennis è lo sport che amo di più, lo è sempre stato. Non sono poi molti gli sport che mi appassionano. Ora come ora amo il tennis ed il calcio, anche se in passato ho seguito molto le moto, la formula uno, il volley ed il basket, però i due grandi amori sono tennis e calcio in quest’ordine. Il tennis c’è sempre stato nella mia vita, credo sia “colpa” di McEnroe e di Edberg. In più degli altri sport, probabilmente il tennis ha il fascino della sfida personale, del duello, della battaglia spietata tra due psicologie contrapposte. E’ lo sport più cattivo di tutti, lo sport del diavolo come dicono in molti, serve un coraggio incredibile, serve una tenuta mentale straordinaria, serve talento, serve fisico. Credo sia uno dei pochi sport adatti all’epica ed alla narrazione e non è un caso che David Foster Wallace abbia scritto quelle meravigliose pagine su Federer. Oggi credo sia l’unico sport ancora in grado di far innamorare il pubblico ad un personaggio, anche se non è più quello degli anni ’80.

Andrea Scanzi

Proprio di Federer volevo parlarti. Nel mondo del tennis molti appassionati ti “odiano” per il fatto che da sempre più o meno hai criticato, talvolta anche aspramente, lo svizzero. Perché provi questi sentimenti verso Federer? E’ una domanda che molti ti avranno già posto, ma è quasi obbligatorio farlo.
Grazie della domanda, così chiariamo una volta per tutte questa situazione. Federer non l’ho mai odiato. Lui è uno dei più grandi della storia, anche se non è il più grande. L’ho criticato spesso, ma ho criticato prima i federeriani che Federer stesso perché negli anni dal 2004 al 2008, in cui scrivevo più di tennis, io mi rompevo enormemente le palle perché non sopporto le cose che hanno una trama scontata. Detesto i dittatori, detesto chi vince sempre e detesto gli spettacoli di cui già è chiaro il finale. Federer, invece, per quattro o cinque anni mi ha frantumato le palle perché vinceva sempre e solo lui. Non gli faccio chiaramente una colpa per questo, però mi annoiava tremendamente. Quando poi sono arrivati giocatori molto distanti da lui come stile, come ad esempio Nadal, io sono stato contento non perché fossi un tifoso dello spagnolo, ma perché anche quel ghiacciolone apparente (perché in realtà non è per niente un ghiacciolone) come Federer poteva anche perdere e questo secondo me ha aiutato lo spettacolo. Poi a me piacciono quelli “belli & dannati”, lui all’inizio era molto bello ed anche abbastanza dannato, ma per vincere si è trasformato in una sorta di Prost (ed io tifavo Senna). Per arrivare al presente, io non solo non lo odio più, ma da quando è seguito da Edberg e da quando non è più numero uno del mondo, mi sta molto più simpatico perché è tornato umano, perfettibile ed è anche più bello da vedere visto che con Edberg va più spesso a rete e cerca subito la soluzione vincente. Non sarò mai un tifoso di Federer, ma oggi lo sento sicuramente più vicino. Questa è la mia evoluzione del rapporto con lo svizzero.

Fabio FogniniCapitolo Fognini. Ho letto recentemente due articoli che tu hai scritto, uno nel 2010 e l’altro nel 2014 dopo la vittoria su Murray in Davis. In entrambe le circostanze le tue osservazioni sono state profetiche, pare che sei riuscito a leggere benissimo il personaggio. Qual è la tua opinione oggi di Fognini?
Il mio punto di vista su Fognini è esattamente quello che avevo 4 anni fa e sei mesi fa, ovverosia lo ritengo un buonissimo giocatore, non un campionissimo. Credo che quest’anno se si fosse applicato di più specialmente nella stagione su terra, sarebbe potuto entrare tra i primi dieci perché c’erano congiunzioni astrali favorevolissime. Ha perso un treno importante, mi viene in mente la partita buttata vergognosamente contro Monfils a Parigi, e non so se ne passerà un altro, mi auguro di sì. Io non sono un fogniniano, né tantomeno uno che tifa in relazione al paese di provenienza, ma Fabio è un giocatore che io salvo sempre perché il tennis non è un presepe e questa storia che un tennista deve essere per forza di cose educato non mi piace. Il tennis è sempre stato caratterizzato da genio e sregolatezza, il tennis è pieno di personaggi maleducati e ne ha bisogno perché non possono essere tutti come Federer. Lo salvo anche per un’altra motivazione: a me Fognini diverte, se invece vedo giocare Robredo o Ferrer mi rompo le palle. Mi diverte perché ha un tennis frizzante, perché ha degli atteggiamenti goliardici, mi diverte anche quando perde la brocca. Fognini è uno che, nel bene o nel male, ti dà emozioni. Certo è che se come l’ultima parte del 2014 sei solo sregolatezza senza genio, allora questo non è più perdonabile. Per certi versi, purtroppo, sta seguendo la parabola di Balotelli. Il confine tra essere maledetti (in senso positivo) ed essere nichilisti è molto labile.

Prima, infatti, quando dicevo  che alcune tue osservazioni si sono rivelate profetiche, alludevo anche a questo paragone con Balotelli che penso tu sia stato il primo ad aver tirato fuori. Oltre a questo nel 2010 dicesti pure “non mi sorprenderei se Fognini battesse Murray…”
Visto che alcune previsioni le ho sbagliate, vedere che alcune le ho azzeccate mi fa piacere. Colgo l’occasione per fare un mea culpa perché tra quelle che ho sbagliato una riguarda Seppi. Avevo detto più volte che Seppi non sarebbe mai entrato nei primi 20 ed invece ci è riuscito e gli faccio tutti i miei complimenti. Seppi non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai come tennista, però la correttezza, la resistenza alle critiche, la tolleranza alle battute che ha avuto Seppi in carriera l’hanno avuta pochissime persone. Io sono stato querelato per cose molto molto più leggere, ed invece a Seppi due o tre botte eccessive gliele ho date e lui ha sempre reagito con garbo e correttezza. Mi fa sinceramente un enorme piacere constatare che tutto quello che poteva spremere dalla sua carriera lo ha fatto.

Pensi che sia data la giusta importanza al tennis nei media televisivi e sui giornali? Il tennis è uno sport in chiara e prepotente espansione anche in Italia ed i record di affluenza che il Foro ritocca ogni anno ne sono la testimonianza. Eppure (forse) non gli viene ancora dato il giusto spazio.
Non gli viene dato il giusto spazio né in televisione né sui giornali. Grazie alla rete qualcosa è migliorato. In tv negli ultimi anni ci salviamo con Super Tennis, che è criticato da tanti ma che salvo sempre perché fa vedere moltissimi tornei che altrimenti non avremmo occasione di vedere se non in streaming. Sky fa vedere sempre meno cose, basti pensare che dà solo uno Slam su quattro. Gli altri tre Slam sono trasmessi da un ottimo canale come Eurosport composto da grandi giornalisti come Lo Monaco, Ferrero e Cazzaniga. Purtroppo il tennis è uno sport non televisivo perché non può garantire la durata. La situazione è più grave sui giornali e sulle tv generaliste, dove il tennis è considerato ingiustamente uno sport minore e se ne parla solo se un italiano vince. Tenendo conto che noi da Panatta in poi non abbiamo più avuto un top ten, il tennis riceve uno spazio marginale e quando se ne parla lo si fa solo di Federer e dei big. Io credo il tennis sia pieno di belle storie e secondo me occorre parlarne, cosa che invece viene fatta benissimo in rete. Questa sorta di campanilismo che abbiamo avuto anche con lo sci, il nuoto e la moto Gp, è un atteggiamento provinciale. Non si riesce a far capire ai direttori dei giornali che il tennis è bello indipendentemente da chi vince.

John McEnroeSe avessi la possibilità di intervistare un campione, di oggi o di ieri, chi sceglieresti?
Scusa la risposta banale, ma di sicuro John McEnroe. Quel tennis aveva tantissimi personaggi ed io mi toglierei lo sfizio di intervistare chi più di tutti è stato capace di emozionarmi. Oltre a McEnroe ti direi Edberg, Connors, Cash, Leconte e Korda. Dei tennisti attuali sicuramente Federer, anche se non è proprio un mattatore davanti ai microfoni. Tsonga mi divertirebbe e Simon, che secondo me nelle interviste è uno dei più stimolanti. Infine, ho un debole per Kyrgios perché a Wimbledon mi ha divertito da morire.

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