Vilas fu numero 1 ATP nel 1977?

vilas 1977 us open
di Alessandro Mastroluca

E’ l’anno dei due Australian Open. È l’anno dello Slam più pazzo del mondo. È l’anno più eccezionale nella storia del tennis. E si è chiuso con la classifica più fuori dall’ordinario di sempre. Il 1977 è l’anno dei “due numeri uno”, quello della matematica, Connors, e quello della sostanza, Guillermo Vilas. Ma in quell’anno eccezionale, la matematica è diventata opinione.

Dopo un primo rifiuto un paio di anni fa, infatti, l’ATP ha confermato all’agenzia di stampa DPA che sta verificando i calcoli che hanno portato alla classifica del 1977, e ha aperto alla possibilità che Vilas possa essere considerato a posteriori il numero 1 di quell’anno, come successe già a Evonnw Goolagong, cui 31 anni dopo la WTA ha restituito due settimane in vetta al ranking.

Nel 1977, i giocatori si dividono fra tre circuiti, i tornei ATP, il WCT e il World Team Tennis che aveva Billie Jean King tra i promotori e restava in “guerra” con gli altri: chi giocava nel WTT, infatti, era escluso dal Roland Garros. Motivo per cui nel 1975 Connors farà causa all’ATP e all’allora presidente Arthur Ashe, per avergli impedito nel ’74 di completare il Grande Slam. La classifica di fine anno è data da una media, dal totale dei punti ottenuti nei tornei riconosciuti rapportati al numero di partite giocate.

Vilas ha chiuso l’anno con 16 titoli in 17 finali, ha vinto i suoi due primi Slam, Roland Garros e Us Open, con un totale di 130 vittorie sole 14 sconfitte per 1610 punti. Ma ha una media di 57.50. Connors, che non vince nemmeno uno Slam ma porta a casa il Masters, al Madison Square Garden in finale su Borg, ha poco più della metà dei punti del campione-poeta argentino, 897, ma una media più alta, 59.80, in soli 15 tornei. Merito, forse, di partite vinte in tornei a inviti con tabellone a quattro giocatori, come il Pepsi Grand Slam a Boca Raton a gennaio o la WCT Challenge Cup di aprile. È questo che l’ATP starebbe verificando. Ma ora torniamo indietro e riviviamo la più incredibile stagione per un numero 2 del mondo.

Perso l’Australian Open in finale contro Tanner, Vilas si prepara al Roland Garros quando il mondo del tennis è scosso da un piccolo grande terremoto: Borg rinuncia all’Open di Francia per giocare una serie di esibizioni, il campionato inter-città. Ha firmato da poco con l’IMG, che ha la sede a Cleveland, e con la città di Cleveland ha un accordo per tre anni che gli frutta un milione e mezzo di dollari. Lo svedese si giustifica: non vado in Francia per stare più ficino alla mia fidanzata Mariana Simionescu. Il World Championship Tennis, il circuito del petroliere Lamar Hunt, gli fa causa per 5,7 milioni di dollari, tra danni e interessi.

Philippe Chatrier, all’epoca presidente della federazione francese, sente il torneo ancora più sotto attacco. Guillermo Vilas, invece, sente che il suo momento è finalmente arrivato. Sulla carta, gli sono davanti solo Nastase e Panatta, prima e seconda testa di serie. Ma Nasty non è più il guitto di una volta. Costretto al quinto da Tim Gullikson e dal tedesco Meiler al secondo e al terzo turno, batte Kodes ma ai quarti si fa rimontare un vantaggio di due set da Brian Gottfried.

Nella parte bassa del tabellone, Panatta non si presenta certo nella forma che l’ha portato al doppio trionfo a Roma e alla Porte d’Auteuil dodici mesi prima, e perde anche lui nei quarti dal messicano Ramirez. Vilas è impressionante. Il legame con Tiriac funziona come non mai. Sono due opposti che si sono attratti, il “Dracula” che non sorride mai e mastica pezzetti di vetro, e il campione fragile che nelle camere d’albergo durante i tornei scrive raccolte di poesie. “E’ stato il periodo più felice della mia vita nel tennis” ha ricordato Tiriac, che lascerà Vilas nel 1984 per far esplodere la carriera di Boris Becker. “Ci siamo molto divertiti insieme. Creare qualcosa mi dà molta più soddisfazione, perché vuol dire che non solo sai come ottenere certi risultati, ma anche come portare qualcun altro a raggiungerli. Ho scelto di andare a seguire Becker perché era arrivato un momento in cui sentivo di non poter più aiutare Vilas, ma per me è stato come divorziare da una persona che ami ancora”.

Tiriac lo fa allenare quattro ore al giorno quando non è impegnato in campo. E il gioco di gambe dell’argentino sfianca gli avversari: 6-1 6-2 6-1 a Stan Smith, 6-4 6-0 6-4 a Fibak, 6-2 6-0 6-4 a Ramirez, 6-0 6-3 6-0 a Gottried in finale. Vilas conquista il suo primo Slam in carriera. È un Roland Garros memorabile anche per un altro motivo. È la prima volta a Parigi di John McEnroe, che perde al secondo turno da Phil Dent (papà di Taylor) e vince il titolo di doppio misto con Mary Carillo.

Dura poco, però, l’apparizione dell’argentino nel Wimbledon del centenario. Il modesto Billy Martin lo batte al terzo turno 6-2 6-4 6-2. Per la prima volta nella storia, Borg, Connors e McEnroe si ritrovano tutti e tre in semifinale in uno Slam. Lo svedese elimina Gerulaitis 8-6 al quinto, ma l’americano amico di Andy Warhol non conosce rancore. Il giorno dopo lo chiama e si offre come suo compagno di allenamento per preparare la finale contro Superbrat. Il resto è storia. Borg vincerà il titolo e per una settimana sarà numero 1 del mondo, poi Connors si riprende lo scettro per otto settimane.

Vilas si presenta agli Us Open sulla scia di 5 titoli, e 28 partite vinte, di fila. È l’ultimo Us Open a Forest Hills, l’ultimo sulla terra verde. E nessuno lo dimenticherà mai. C’è un clima di grande tensione, tra proteste contro la partecipazione dei sudafricani e organizzatori che provano a boicottare la schedule per opporsi allo spostamento a Flushing Meadows. William McCullogh, del consiglio direttivo del West Side Club, sostiene che il torneo non debba traslocare nella nuova sede perché intorno alla “collina di cenere” abitano quasi solo negri: Arthur Ashe minaccia di lasciare il torneo. La domenica di mezzo, poi, durante la partita fra Eddie Dibbs e McEnroe qualcuno spara a uno spettatore. Ed è solo l’inizio.

Nel tabellone femminile, si iscrive René Richards, nato Richard Raskind. Da uomo aveva giocato la finale over 35 a Forest Hills nel 1972. Da transessuale perde subito da Virginia Wade, ma firma una vittoria politica che segna un progresso enorme nella battaglia per l’uguaglianza di genere. Debutta anche, all’opposto, la baby prodigio Tracy Austin. E non finisce qui.

Perché nel torneo maschile si vede per la prima, e unica, volta la “Racchetta Spaghetti”. L’ha inventata un orticoltore tedesco, Werner Fischer. Se n’è innamorato Michael Fishbach, che l’ha vista nelle mani dell’australiano Barry Philips-Moore, e passa due turni a Forest Hills. È uno Slam decisamente unico, che si gioca sulla distanza dei due set su tre fino ai quarti di finale. Tutti i big arrivano freschi e riposati, a parte Borg che si è ritirato per un infortunio alla spalla.

In finale arrivano Connors, che cancella il segno a Barazzutti in semifinale, e Vilas, che corre due ore la mattina prima della partita. Jimbo vince il primo set 6-2. “Il grado di precisione del suo tennis aveva il sopravvento sulla sua immaturità” scrive Joel Drucker in Jimmy Connors mi ha salvato la vita. Vilas vince il secondo 6-3: nonostante il vento, la sua è una strategia chiara, affondare il lato debole di Connors che manca due set point sul 4-5 15-40 dopo essere stato avanti 4-1. “Connors aveva tirato il maggior numero di pugni, ma lasciato Vilas lontano dalle corde” scrive ancora Drucker. Il “Poeta della Pampa” chiude il tiebreak del terzo set con un passante vincente che scatena il più clamoroso applauso della giornata. Ancor più clamoroso è il 6-0 che chiude la finale. Alle 19,21 l’arbitro John Coman annuncia il game, set and match Vilas, portato in trionfo sulle spalle dei tifosi. Imbufalito per una chiamata contraria sul match point, che leggenda vuole sia stata chiamata più da Tiriac che dal giudice di linea, Connors lascia lo stadio prima della premiazione. “Questa non era (più) l’America di Connors” conclude Drucker. “Sembrava la scena di un assassinio in un film di Costa-Gavras”. Jimbo se ne va da solo. “Un uomo che nel suo modo inquieto voleva essere niente più che un eroe è caduto” scrive Peter Bodo su Tennis.

Vilas allunga la serie positiva a 46 vittorie consecutive, 53 sulla terra battuta (record che sarà battuto solo da Rafa Nadal). Lo ferma solo Nastase a Aix-en-Provence con la racchetta spaghetti che sarà messa al bando poco dopo. Seguono altri 28 successi di fila, fino alla semifinale del Masters persa da Borg. Con il sistema attuale di classifica, Vilas sarebbe stato numero 1 a fine anno. “L’ATP dovrebbe almeno dargli un certificato di numero 1” ha detto Tiriac. “Il ranking del 1977 è la più grande ingiustizia nella storia del tennis. Vilas ha vinto tutto, ha vinto due Slam. E hanno dato il numero 1 a Connors. Non c’è niente di più ingiusto!”. Ora forse l’ingiustizia potrebbe essere risolta.

I NUMERI DEL 1977 DI VILAS

-3 finali Slam, 2 titoli

-16 tornei vinti, record per una sola stagione, in quattro continenti: Nord e Sud America, Europa, Africa, Asia

-46 vittorie consecutive

-53 successi di fila sulla terra battuta

-130 partite vinte e sole 14 sconfitte

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