Wimbledon: Giorgi-Wozniacki vista dal divano

Giorgi Wimbledon 2015
di Big Lebowski

Se volete continuare a seguire con me la vicenda di Miss Giorgi a Wimbledon, dovete prima venire nella piccola città dove sono nato e ho vissuto per molti anni, perché sarà quello il mio punto di osservazione dell’atteso incontro che la vedrà opposta alla testa di serie 5 Miss Wozniacki.

Si comincia a fare sul serio; una vittoria la proietterebbe nella prestigiosa seconda settimana dei Championships, un evento non così frequente per i tennisti italiani in quello che è sempre stato un torneo piuttosto avaro di soddisfazioni per i colori azzurri.

La bimba ha goduto in questi giorni di una notevole esposizione mediatica in considerazione del fatto che è rimasta la sola nostra rappresentante in gara condividendo questo privilegio con Andreas Seppi che è sopravvissuto nel tabellone maschile e che oggi giocherà un match ancora più difficile.

Le interviste non sono il loro forte (parlo dei Giorgi’s); quando poi vengono riportate per iscritto da “giornalai” in cerca del titolo ad effetto, si ha l’errata impressione che siano sbruffoni, cosa che vi assicuro non è assolutamente. D’altra parte basta ascoltare la registrazione che si trova sul web e i titoli dei giornali per capire di che cosa sto parlando.

A dirla tutta, anche la bella danese non è apparsa un fenomeno di diplomazia nella press conference successiva al suo precedente incontro, mostrandosi contrariata dalle domande che le venivano rivolte con argomento la sua prossima avversaria; alla seconda che riceveva, ha risposto che non era la conferenza stampa di Camila e di fronte all’insistenza del giornalista che le faceva presente che dopo tutto è nella normalità porre domande sul successivo incontro ha liquidato la questione con un eloquente “Next question, Jesus!”.

L’ambiente dove “vivrò” il match è per me oggetto di molti ricordi: sono lungo il Po River, nella Società (così noi chiamiamo quelli che in molte parti si definiscono Circoli) della quale sono Socio da sempre e nella quale ho vissuto la mia gioventù anche se ormai la frequento molto di rado, in qualche week-end estivo e quando vengo a trovare “la mia vecchia”.

Per me, ma anche secondo molti osservatori esterni, è decisamente tra le più belle in assoluto non solo d’Italia: siamo in un meraviglioso parco di piante secolari tra piscine (ben 4, da quella dei bimbi a quella olimpionica), 10 campi da tennis di cui 8 in terra rossa tenuti con cura maniacale + 2 coperti in un palazzetto, campi da calcio, basket, beach volley e così via. Non mancano i campi da bocce, un tempo frequentatissimi e ora molto meno e ancora la possibilità di prendere una barca a remi (iole e venete) e avventurarsi fino a raggiungere una spiaggetta o un baracchino lungo il fiume o semplicemente allenarsi. Rispetto ai “miei tempi” c’è anche una palestra all’avanguardia e il ristorante self service ha sostituito il baretto dove ho mangiato per anni la mitica “Consa”, un insalata estiva tipo Nizzarda ma molto più nostrana con l’emmental al posto della mozzarella e vari ingredienti a piacere.

Ho chiesto di anticipare il picnic che siamo riusciti finalmente ad organizzare con tre amici e rispettive famiglie alle 12,30 perché il match è programmato alle 14 italiane, addirittura sul famoso No 1 Court.

La cosa ci impedirà di giocarci i caffè, come da tradizione, a briscola (quattro raggi) e tressette (a 41) con il mazziere che sceglie, tra i due citati, il gioco dell’eventuale terzo set. Rimandiamo a dopo l’incontro.

Ogni gruppo famigliare ha preparato un piatto che rimane segreto e che sarà oggetto di giudizio severo ed a noi è stato assegnato il dessert e sono certo sarà un successo perché ho optato per le “Pesche Ripiene agli Amaretti e Cioccolato”, una delle specialità di mia madre, uno dei miei piatti della memoria del quale voglio far partecipi coloro che, tra i miei dieci affezionati lettori, fossero interessati: gli altri passino oltre.

“ I PERSEC CUL PIEEN” (per quattro persone)

Ci vogliono 4 Pesche Spaccatelle grandi a pasta gialla, di quelle che si aprono facilmente a metà. Dividetele e togliete il nocciolo. Quindi allargate leggermente l’incavo in modo che ci sia un letto per il ripieno. Mettete da parte la polpa che estraete. Pestate 60 grammi di amaretti riducendoli quasi in polvere e mescolateli ad un cucchiaio di cacao in polvere, un uovo, un po’ di zucchero e la polpa delle pesche che avete precedentemente salvato.

Disponete le pesche in una larga pirofila, nella quale avrete versato un pochino d’acqua e di vino bianco, una vicino all’altra, con la cavità rivolta verso l’alto. Distribuitevi la farcia premendo un poco e spolveratele con un po’ di zucchero.

Deponete un piccolo fiocchetto di burro su ogni pesca e infornate a 180° proseguendo la cottura per mezzora abbondante. Potete offrirle tiepide o lasciarle raffreddare prima di servirle dallo stesso recipiente di cottura.

Fatemi sapere! Chi si vorrà cimentare mi ringrazierà sicuramente.

Ho divagato non casualmente, ma per dirvi due cose serie: anche noi, in particolare nella bella provincia italiana, abbiamo le nostre tradizioni anche se non sappiamo valorizzarle come sanno fare così bene gli inglesi; e lo sport ha delle isole felici create dalla passione di tanta gente perbene.

Non è privato inteso come investimento per ottenere un guadagno , ma non è neppure pubblico: si tratta di una sorta di associazionismo virtuoso, qualche volta supportato dalle amministrazioni e dalle federazioni, che permette ai giovani (e anche ai meno giovani) di fare sport a costi accettabili ed a coloro che hanno doti particolari di coltivarle e di metterle a frutto. Nella mia Società hanno creato un campione olimpico e vari medagliati in diverse discipline, campioni italiani, europei e mondiali, formazioni di Serie A e permesso a migliaia di giovani di realizzarsi nello sport tramandando competenze e tradizioni.

In ogni caso dopo aver ben mangiato e bevuto il giusto, è giunta l’ora di recarmi in Sala TV sperando non ci siano avvenimenti sportivi concomitanti: in questo caso si scatenano discussioni su chi debba andare nella piccola saletta di riserva con lo schermo più piccolo e si adotta una decisione a maggioranza.

La Formula 1 e la MotoGP sono imbattibili, il Giro e il Tour sono forti, il Tennis ha la meglio solo in caso di finali.

Non so come gestiscano il Calcio tra interisti, milanisti e juventini in caso di incontri concomitanti; sospetto che qualcuno, per evitare risse tra i Soci, abbia fatto presente il problema alla FIGC che ha provveduto con il calendario spezzatino.

IL MATCH

Come ormai saprete Camila ha perso nettamente 62 62 giocando una partita ben al di sotto dei suoi standard e dal mio punto di osservazione non ho sinceramente una spiegazione e non è mia intenzione trovare attenuanti.

Ma fin dal momento in cui le due ragazze entrano elegantemente nel “No 1 Court” ho l’impressione che mentre Miss Wozniacki si sente la padrona di casa, la nostra sia una timida ospite. Tutto sommato è abbastanza normale se considerate che Caroline ha vissuto questi momenti in decine di occasioni al contrario di Camila che si sta affacciando su palcoscenici di questo tipo per le prime volte.

Il nuovo campo 1 fu inaugurato nel 1997 ed ha una capienza di 11.432 spettatori; sostituisce, seppur in una diverso contesto, il former No 1 Court che era diventato obsoleto per la limitata capacità, sebbene fosse considerato dai giocatori unico per l’atmosfera intima che vi si respirava.

Miss Giorgi inizia decisamente male, regalando sostanzialmente il primo gioco tra doppi falli e gratuiti; perde il secondo in risposta, salva due palle break nel terzo ed arriva ad impattare sul 2-2 lasciando intendere di aver superato la giustificabile tensione iniziale.

Ma da questo momento cala vistosamente e l’altra ne approfitta con una prestazione maiuscola mettendo in fila quattro game consecutivi per chiudere con un 6-2 che la pessima commentatrice (che con un collega terribilmente inadeguato mi costringerà a virare sui rumori dal campo) definisce bugiardo, ma che lo è fino ad un certo punto e comunque è indiscutibile, purtroppo.

Quando appare la statistica degli “unforced error” c’è un numero clamoroso: accanto a Wozniacki c’è un eloquente 0 (zero) che la dice lunga sulla sua solidità e sulla prestazione al limite della perfezione.

Certo davanti ad un dato così anomalo anche per la miglior regolarista del circuito, ci deve essere qualche demerito dell’avversaria perché va detto che Camila è fallosa, imprecisa e compie diverse scelte errate e qualcuna scellerata. Anche atleticamente la bimba non mi sembra reattiva come al solito.

Quando va a sedersi per la prima volta in vantaggio nel secondo set, mi illudo che possa trarre forza emotiva da questa situazione, ma quando si lascia nuovamente “breakkare” capisco che la seconda settimana è una chimera.

Ora il match diventa una mattanza e qualche saltuario colpo di buon livello non evita a Miss Giorgi di salutare i Championships.

Nelle interviste post match Camila non cercherà come suo solito attenuanti di sorta, mentre il papà rivelerà che un problema intestinale, di cui è stata vittima giorni fa, ha debilitato quella che già è “la flaca”: avrebbe perso ben tre chili di peso e non avrebbe, anche per questo, potuto dare il meglio in questa importante occasione che non ammetteva altro che una condizione ideale.

La stagione su erba è stata comunque positiva e va in archivio con ben 8 vittorie e 2 sconfitte; ha vinto il suo primo torneo e non va dimenticato che oggi ha perso un incontro che giocava contro pronostico.

So per certo che continueranno a lavorare duramente per raggiungere il massimo che i mezzi di Camila meritano e per arrivare al livello di gioco, di classifica e di risultati che tutti noi che la seguiamo con affetto ci aspettiamo.

See you in Flushing Meadows!

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