Kristyna Pliskova e l’ingombrante ombra di Karolina

Avere fratelli o sorelle di successo è sempre qualcosa che aggiunge fascino alle carriere degli sportivi. Per quanto riguarda il mondo del tennis, la famiglia Safin (con Marat e Dinara) e quella Williams (con Serena e Venus) sono solo alcuni esempi di stirpi capaci di produrre almeno due giocatori, tra loro fratelli o sorelle, di assoluto livello; la storia riporta molti altri esempi, come i Kraijcek o le sorelle Radwanska, per non parlare dei fratelli McEnroe, ma oggi stiamo assistendo a qualcosa di ancora più interessante, ossia la presenza in top 100 di due gemelle, Karolina e Kristyna Pliskova.

Le due gemelle ceche classe 1992 hanno avuto carriere molto simili tra loro a livello juniores, con la prima trionfatrice all’Australian Open junior nel 2010 e la seconda a Wimbledon lo stesso anno. Gioco simile, struttura fisica per forza identica e carriere juniores di equal successo: in pochi si sarebbero aspettati che nel corso di qualche anno le carriere delle due gemelle avrebbero seguito due percorsi totalmente differenti. Un esempio su tutti rende l’idea di quanto negli ultimi anni le carriere delle due gemelle di Louny siano evolute in modo del tutto diverso: nella stessa settimana in cui Karolina batteva la numero uno del mondo Serena Williams e raggiungeva la sua prima finale dello Slam a New York, Kristyna era impegnata nel torneo 125K di Dalian. Poco importa che Karolina abbia perso quella finale, mentre Kristyna abbia vinto il titolo fino ad allora più prestigioso della sua carriera, con parecchia fortuna tra l’altro visto il ritiro della giapponese Eguchi mentre quest’ultima conduceva per 52 nel terzo set, prima di essere costretta alla resa per una brutta caduta. La settimana successiva quei tornei vide Karolina avvicinarsi di prepotenza alle prime 5 del mondo (attualmente si trova al numero 3 sia del ranking WTA, sia della Race di Singapore in virtù dei due successi del 2017 a Brisbane e Doha e dei quarti di Melbourne), mentre per Kristyna significò “solo” il ritorno tra le prime 100 del ranking WTA. Ad oggi ci si è abituati a vedere Karolina approdare sistematicamente alle fasi finali dei tornei che contano, mentre Kristyna deve lottare per qualificarsi per il main draw dei tornei principali oppure faticare per superare un paio di turni nei maggiori eventi del tour; nei primi anni nel circuito professionistico però i risultati delle due sembravano indicare che sarebbe stata Kristyna la gemella dal futuro più roseo. Nel 2011 fu la prima a disputare un match in un tabellone principale dello Slam a Wimbledon (era campionessa in carica del torneo juniores e, dopo aver superato i tre turni di “quali”, perse dalla futura quartofinalista di quell’edizione, Bartoli, al primo turno), a vincere un incontro in un main draw dello Slam nel 2012 (sempre a Wimbledon contro Hercog, prima di arrendersi con onore a Francesca Schiavone), risultato bissato agli Us Open dello stesso anno (vittoria prestigiosa al primo turno contro Georges), mentre Karolina avrebbe dovuto attendere una stagione intera prima di portare a casa il primo match vinto su un palcoscenico così prestigioso (Wimbledon 2013 contro Petrova).

Fu l’inizio della stagione 2013 a segnare il vero punto di svolta della carriera di Karolina: nel mese di febbraio, fuori dalle prime 100 del mondo (la sorella invece era già entrata tra le migliori 100 professioniste WTA) dal nulla vinse il torneo di Kuala Lumpur, diventando la prima Pliskova a portare a casa un trofeo WTA. Molti pensavano sarebbe stata questione di tempo prima che Kristyna potesse vincere a sua volta un titolo WTA, ma in pochi si aspettavano che ci sarebbero voluti 3 anni e mezzo prima che questo evento si verificasse e soprattutto che dal quel momento in poi la carriera di Karolina avrebbe (lentamente nel 2013 e 2014, in modo decisamente più evidente nel 2015 e 2016) preso il volo. Le finali e i titoli WTA per Karolina sono iniziati a fioccare e con essi il ranking è inizato a farsi sempre più interessante: 120 a fine 2012, ha chiuso le successive annate, dal 2013 al 2016, rispettivamente al numero 67, 24, 11 e 6 del ranking WTA. Negli stessi anni Kristyna, che chiuse il 2012 al numero 110, nonostante qualche settimana spesa tra le prime 100 nel 2012 e nel 2015, ha chiuso le successive stagioni con un ranking che la vedeva al numero 121 nel 2013, 123 nel 2014 e 113 nel 2015. Pochi alti, di solito in concomitanza della stagione erbivora ed indoor, e troppi bassi non hanno permesso a Kristyna di entrare in pianta stabile almeno in top 100 e l’hanno obbligata a disputare tantissime qualificazioni dei tornei WTA e molti eventi ITF.

Il gioco delle due gemelle è molto simile, e non potrebbe essere altrimenti per due ragazze fisicamene identiche e che sono distinguibili solo per il fatto che Kristyna è mancina, mentre Karolina destrorsa. Il servizio è un colpo che entrambe utilizzato alla perfezione e Kristyna ha già messo in mostra le sue qualità relativamente a questo fondamentale durante l’edizione 2016 dell’Australian Open, arrivando a scagliarne ben 31 nel match di secondo turno perso contro una coriacea Puig. Karolina tuttavia sembra riuscire a gestirne meglio le rotazioni, optando a volte per servizi meno potenti ma più lavorati e con effetti più insidiosi, mentre Kristyna raramente rinuncia al servizio piatto e fulminante, tranne quando si tratta di giocare il classico – per i mancini – slice ad uscire da sinistra. L’impostazione del gioco da fondo è molto simile, ma Karolina riesce a rimanere in costante pressione da fondo, obbligando le avversarie a difendersi praticamente ogni volta che riesce a giocare fendenti piatti da fondo, mentre Kristyna, che a sua volta opta per un tennis d’attacco, non sempre è in grado di costringere le avversarie alla difensiva, finendo per disputare scambi più lunghi di quanto il suo fisico longilineo ma non certo rapido e scattante richiederebbe. Karolina inoltre sembra più dotata a rete e dà la sensazione di non mostrare mai i suoi sentimenti e di credere sempre nelle sue possibilità di vittoria, mentre ad oggi Kristyna ha spesso mostrato un atteggiamento più arrendevole che l’ha portata a subire molte strisce di punti negative per lei nel corso di diversi incontri. Il gioco di Kristyna però è sicuramente di assoluto livello, ma solo sul finale di 2016 è riuscita a mettere insieme i pezzi del puzzle del suo gioco e ottenere finalmente successi e classifica degni del suo valore: i titoli in Cina a Dalian e nel WTA International di Tashkent, torneo nel quale ha eliminato Sorribes, Nara, Khromacheva, Kozlova e Hibino, detentrice del titolo, le hanno permesso di chiudere il 2016 al numero 61 del mondo, posizione che le sta permettendo di giocare la maggior parte dei tornei WTA che contano direttmente in tabellone.

Fino ad ora nel 2017 ha raggiunto i quarti a Shenzhen, arrendendosi non senza lottare ad un’ottima Konta, il terzo turno degli Australian Open (vittorie su Golubic e Begu, resa rapida di fronta alla Kerber) e gli ottavi a Dubai dopo una vittoria prestigiosa ed in rimonta contro la nostra Vinci; i risultati ovviamente non sono ancora all’altezza di quelli della sorella, ma da lunedì andrà ad occupare la 54esima posizione del ranking, ad oggi sua miglior classifica. Non sarà facile per Kristyna uscire dall’ingombrante ombra della sorella, però quale migliore ispirazione e sostegno di una sorella, gemella, collega e migliore amica come Karolina? Quasi certamente non assisteremo a derby in finali Slam in stile Williams, ma non c’è ragione per cui le sorelle Pliskova non possano diventare la coppia di gemelle più forte della storia della WTA.

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