Barbora Stefkova, il tennis nel Dna

Barbora Stefkova
di Daniele Sforza
Parlare di Repubblica Ceca nel mondo del tennis, specie in questo periodo, vuol dire raccontare di una nazione piccola che sforna campionesse ogni anno. Solo nell’ultima stagione si sono affermate a livello juniores giocatrici come Vondrousova, Kolodziejova, Bouzkova, Siniakova, Krejcikova, a dimostrazione di come ci si aspetti un vero e proprio dominio nei prossimi anni.
Penso che le giovani tenniste siano molto motivate” ci spiega Barbora Stefkova, classe 1995 e 17esima tennista della Repubblica Ceca (n.308 del ranking WTA). “Abbiamo tante campionesse, il tennis è uno degli sport più importanti nel nostro paese, al pari di calcio e hockey sul ghiaccio”.
La ceca è praticamente nata con la racchetta in mano. Sua madre, Sylva, ex tennista di buon livello (best ranking di numero 275 negli anni ’90), l’ha seguita all’inizio del suo percorso. “Si, è stata lei la prima persona che mi ha portato sui campi da tennis. Mi ha dato le basi del gioco e posso dire che ha fatto un lavoro fantastico! Mi ha seguito fino ai 15 anni, poi ho cambiato allenatore. Sicuramente era difficile per entrambi, non è mai semplice avere uno dei tuoi genitori come allenatore. Però lei riesce a fare la differenza, in campo e fuori. In campo è il coach, ma fuori è solo mia madre ed è brava a non mischiare mai i ruoli: è fondamentale per me. Ora mi alleno con Karel Fromel ma mia madre continua a viaggiare con me”.
Sylva non ha insistito, non ha spinto la figlia a continuare su questa strada. “ Non so se ci sia stato un momento in cui abbia deciso di diventare una tennista professionista. È un cammino molto lungo, abbiamo giocato pochi tornei quando ero piccola. Poi, quando ho iniziato a competere di più, ho capito che avrei potuto vincere tornei importanti”.
StefkovaIl tennis, comunque, diventa presto fondamentale nella sua vita, e non è semplice per Barbora dire cosa avrebbe voluto fare se non fosse diventata una tennista. “Questa è davvero una domanda difficile… il tennis è veramente importante nella mia vita ma forse, avrei fatto la designer di case”.
E così, dopo un percorso discreto negli junior (best ranking appena oltre la top-100), Barbora ha provato ad affermarsi nel circuito Pro. Nel 2013, nonostante un anno scandito da tante sconfitte al primo turno nei tornei da 10.000$, è arrivato il primo titolo Pro, nella città svizzera di Caslano e sulla terra rossa.
Da quel momento, qualcosa è cambiato. “Dalla fine del 2013 ho iniziato con il mio nuovo allenatore: c’erano diverse cose da migliorare. L’inizio del 2014 è stato lento, perché avevo bisogno di tempo per portare quello che avevo imparato in allenamento nei match”. Ma il finale ha preso ben altre tonalità. “A fine anno ho conquistato il mio quarto titolo nel 2014, è stata la mia settimana migliore, un modo fantastico per concludere la stagione”.
E la tendenza positiva è proseguita. Un mese fa è arrivato il primo titolo in un 25.000$ in Uzbekistan. Non pensavo di poter vincere, poiché ho affrontato un periodo difficile prima di volare in Uzbekistan: avevo gli esami a scuola, per questo non ho giocato molti match. Puoi immaginare come mi sono sentita a trionfare per la prima volta in un 25.000$”.
Poco prima, si era iscritta nelle qualificazioni al torneo di casa, a Praga. “Sicuramente quando ti trovi in un torneo Wta non hai mai un tabellone facile poiché tutte le tenniste hanno tantissima esperienza. È stato bello, comunque, e ho anche vinto il mio primo match (contro Paula Kania, ndr). E poi il pubblico era meraviglioso, come sempre”.
Ma come gioca Barbora Stefkova? “Cerco di giocare palle veloci, di far muovere la mia avversaria, di metterla sotto pressione. Penso che in questo modo tu faccia errori ma allo stesso tempo ti assicuri dei punti”. Poi, se avete assistito o se in futuro la vedrete all’opera, osserverete una treccia ai capelli ben elaborata, mai casuale: una sorta di rito scaramantico.
Superfluo chiederle qualcosa dell’Italia, dove nel 2013 ha cominciato a giocare i tornei sardi a Santa Margherita di Pula. “Ci sono stata due volte. Il posto è fantastico sia per le vacanze che per il tennis e poi amo il cibo italiano e la pizza è ottima”.
Ma la vita dei tennisti ha anche dei lati negativi: “Non puoi  passare poco tempo con gli amici o con la famiglia, certo, ma non posso non essere felice nell’incontrare nuove persone e visitare posti magnifici. Poi viaggiando per il mondo guadagni tanta esperienza”.
Con un best ranking di numero 295, Barbora non ha intenzione di fermarsi qui, anzi. A soli 20 anni le idee sono abbastanza chiare. “L’obiettivo è giocare le qualificazioni degli Slam nella prossima stagione, poi entrare in top 100. Ovvio che il sogno è quello di diventare numero 1 del mondo. E’ questo il motivo per cui ogni tennista decide di giocare a tennis”.
 

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