Il Segreto Vincente della Francia


(Michael Llodra – Foto Nizegorodcew)
Alla vigilia della finale di Coppa Davis tra Serbia e Francia, abbiamo contattato un giornalista transalpino, Jean Marc Azzola, per fare il punto della situazione sul tenni francese, che ha forse il miglior sistema federale (grazie anche al grandissimo aiuto degli introiti del Roland Garros) attualmente nel mondo
di Alessandro Nizegorodcew
Tra pochi giorni ci sarà la finale di Coppa Davis. Come si vive questa attesa nel paese?
“La finale di Coppa Davis è vissuta già da settimane con grande intensità. In tutto il paese l’attesa è incredibile. Le spiegazioni sono molteplici: l’ultimo successo francese risale ormai al 2001, quando vincemmo a Melbourne contro l’Australia, con Nicolas Escudé come vero e proprio eroe (superò sia Hewitt che Arthurs nel quinto e decisivo match). In questi ultimi anni i risultati sono stati abbastanza deludenti e dopo il clamoroso fiasco della nostra nazionale ai mondiali di calcio in Sudafrica, la vittoria della Davis sarebbe una manna dal cielo per lo sport transalpino.”
Qual è lo spazio riservato a Francia-Serbia sui media?
“Come ti dicevo, è già da molte settimane che in Francia si parla tantissimo di Coppa Davis. Questo accade sui giornali, nelle radio, in televisione. Anche nei tornei giocati in Francia ultimamente, da Montpellier a Bercy, le domande dei giornalisti sono sempre state incentrate sulla finale, più che sul torneo in sé. A Belgrado la nazionale francese avrà anche il supporto di Amelie Mauresmo.”
La nazionale francese sembra avere il giusto spirito di gruppo. E’ così?
“La Francia è una squadra davvero molto unita. Lo spirito di gruppo è la base e tutti i giocatori sono consapevoli di far parte di una formazione che può fare la storia. Sia che sia titolari in singolo, in doppio o che facciamo solamente parte della spedizione. Il leader naturale è Tsonga, ma non potrà scendere in campo per infortunio. Sarà però ovviamente presente. Peccato davvero, perché Jo-Wilfred ha sempre messo in difficoltà Novak Djokovic.”
Qual è il rapporto dei top-players francesi con la federazione?
“Il rapporto è stretto e molto buono. Il presidente Jean Gachassin è un ex giocatore della nazionale fracese di rubgy e ha sempre voluto trasmettere questo importante senso di gruppo ai tennisti. Tutti i giocatori lo amano e lo seguono.”
Qual è la situazione generale del tennis in Francia, sia nel tennis di vertice che nella formazione dei giovani talenti?
“La Francia ha 7 giocatori nei top-50. L’insegnamento di base è la spiegazione di questo successo; ragazzi come Tsonga e Monfils, inoltre, sono come locomotive per tutti gli altri, e parlo sia di tennisti professionisti che di giovanissimi alle prime armi. In Francia si è soddisfatti di questi risultati, anche se l’ultima vittoria in uno Slam risale al 1983 con Noah. E’ passato molto, troppo, tempo… Con più di un milione di persone che giocano a tennis, speriamo di trovare il successore di Yannick molto presto!”
Per concludere, hai parlato del numero di iscritti. Il tennis è tra gli sport più popolari in Francia?
“In Francia ci sono 8515 club, con quasi 1.100.000 iscritti, che sono davvero tanti. E’ il secondo sport in Francia… Sono moltissimi i giovani e il 37% sono donne. I tornei Itf junior sono giocati da tanti nostri giovani e gli occhi, in questo momento, sono puntati sul diciottenne Gianni Mina, che avete potuto vedere al Roland Garros quest’anno contro Nadal…”

(Jean-Marc Azzola – Groupe de Presse Robert Lafont)

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