Il circuito Wta secondo Patricia Mayr-Achleitner

Patricia Mayr

di Giulio Gasparin

Quando pensiamo all’Austria in associazione allo sport viene naturale associarla agli sport della neve, soprattutto allo sci alpino. Il paese a cui tutti dobbiamo eterna gratitudine per aver inventato alcuni dei più buoni dolci che l’uomo abbia mai pensato (Strudel, Krapfen, Sacher e, sorpresa, i croissant) ha però dato i natali a campioni come Thomas Muster e diversi atleti di ottimo livello come Barbara Schett o in tempi più recenti Sybille Bammer e Tamira Paszek.

Oggi, la numero uno d’Austria a tutti gli effetti, dato il ritiro di Yvonne Meusburger, è la ventiseienne tirolese Patricia Mayr-Achleitner che al termine di un 2014 altalenante si è concessa ai microfoni di Spazio Tennis per raccontare il suo anno e un po’ di se stessa. Quello che da sempre l’ha distinta è un atteggiamento spigliato, senza peli sulla lingua e il fatto mi è apparso evidente dalla prima risposta.

Dopo anni passati a giocare sul rosso, in questo 2014 ha raggiunto tre quarti di finale WTA e tutti sul cemento (Shenzen, Kuala Lumpur e Lussemburgo), oltre al titolo ITF a Winnipeg, per cui le ho chiesto se si stesse trasformando in una specialista del duro, ma la sua risposta mi ha in un certo senso sorpreso: “Ho iniziato a giocare più spesso sul cemento negli ultimi due anni, perché giocare tanto sulla terra è inutile al giorno d’oggi: la stagione WTA sul rosso è troppo corta. Quest’anno poi l’ho persa quasi tutta a causa di un infortunio. Sono comunque contenta che il mio gioco sia migliorato sul cemento, poiché non ci avevo mai giocato fino ai 22 anni, quindi spero di continuare così e magari l’anno prossimo arriveranno tre semifinali.

Patricia è giunta solo una volta in carriera all’atto finale di un torneo WTA, come lei stessa mi ha detto di ricordare con piacere.

Patricia MayrÈ stato veramente bello riuscire a giocare bene davanti al pubblico di casa nel 2011, ma devo ammettere che gioco sempre bene a Bad Gastein. Quella finale non può che darmi fiducia e penso che potrò vincere il mio primo titolo WTA presto, ma per me la cosa più importante è il rimanere in salute. Quest’anno stavo giocando veramente bene fino a Madrid, poi mi sono infortunata e per tre mesi ho giocato ma senza stare bene. Per cui penso che la cosa più importante sia riuscire a giocare un’intera stagione senza infortuni.”

L’austriaca ha un gioco da fondo piuttosto solido con entrambi in fondamentali, anche se sicuramente più incentrato sul rovescio bimane. Quello che colpisce però è la sua abilità, nonostante la stazza minuta, di assorbire la potenza dei colpi delle avversarie e riutilizzarla per aprirsi il campo. La prima volta che lo notai fu nel 2012, quando a sorpresa eliminò Sabine Lisicki sul veloce indoor di Linz.

Mi è difficile spiegare il mio gioco,” mi ha dichiarato. “Quest’anno ho provato ad essere più aggressiva e anche il mio servizio è migliorato. Questo è anche il mio obiettivo per l’anno a venire: essere più propositiva. Contro giocatrici come la Lisicki mi è più facile, perché mi posso appoggiare bene e tutto quello di cui ho bisogno è fare meno errori di loro e spesso funziona.” Oltre alla vittoria sulla tedesca, indoor ha raggiunto i quarti in Lussemburgo quest’anno e prima ancora aveva messo alle strette Genie Bouchard. “Non so perché il mio gioco funziona indoor, ci gioco solo due tornei all’anno e spesso con buoni risultati. Forse perché è una condizione a cui sono abituata, a causa della neve in Austria ci si allena indoor per sei mesi all’anno!” A riguardo del match con la canadese, la Mayr si era dimostrata molto scontenta sui social media quando la sua avversaria ha annunciato il ritiro dal torneo dopo la vittoria di primo turno. Le circostanze infatti sono sembrate sospette, seppur la Bouchard sia poi apparsa lontana dalla forma migliore a Singapore.

Confermo quanto detto sul mio profilo allora,” mi ha detto la Mayr. “Quello che è successo non è corretto e io ne sono ancora risentita.” Per lei che in carriera ha ottenuto diversi scalpi importanti oltre la sopracitata Lisicki, tra cui Yanina Wickmayer, Elina Svitolina e Simona Halep, però non c’è una vittoria che sia rimasta particolarmente impressa. “Non potrei sceglierne una,” ha dichiarato. “Io sono contenta di ciascuno dei miei buoni risultati, perché alla fine tra la numero 20 e la numero 100 del mondo non c’è molta differenza. Alcune semplicemente sono più concentrate sul loro ranking, mentre io gioco molto anche nei vari campionati (Austria, Germania, Francia…) e in Fed Cup, perché è lì che riesco a mettere via un po’ di soldi. Alla fine, ho chiuso tra le prime 108 del mondo sei volte negli ultimi sette anni, direi che non è male!

Con molti anni di esperienza nel circuito e tanti paesi visitati, le ho chiesto cosa ne pensa di questa primavera di tornei asiatici e soprattutto cinesi. “Non mi piace giocare in Cina,” ha ammesso. “È lontanissima per noi europei e ci sono tanti tornei, per cui è difficile rimanerci così a lungo. Mi spiego, la cultura e il cibo sono estremamente diversi e non è facile adattarsi, poi è molto costoso arrivarci e poi anche starci. Per questo preferisco giocare in Europa o in Sud America.

Patricia Mayr

Poi ha aggiunto parole d’amore per il nostro paese: “Adoro giocare in Italia, anche perché è uno dei miei paesi preferiti. Sono una grande fan del Milan e mi piacerebbe poterci giocare più spesso, ma purtroppo i tornei di alta fascia sono diminuiti e quindi io non posso venirci spesso.

Dopo il ritiro della Meusburger, la tirolese è rimasta l’atleta più anziana della compagine austriaca, ma per lei non ci sono segni di un ricambio immediato: “Ad oggi l’Austria non ha un futuro roseo nel tennis. Spero vivamente che Dominic Thiem continui a crescere e a fare bene nell’ATP, così che forse qualcosa possa cambiare.

Prima di congedarci, le ho chiesto infine una curiosità, per il sito dell’ITF infatti il suo allenatore è Vladimir Platenik, situazione curiosa visto il felice matrimonio con il suo allenatore Michael Achleitner. “Mio marito è ancora il mio allenatore,” mi ha spiegato. “Ma Platenik, che è stato coach di Dominika Cibulkova, lavora con me 25 settimane all’anno, perché c’è sempre bisogno di stimoli nuovi.

Molte giocatrici austriache si sono sapute riciclare ad alto livello come Barbie Schett, ora commentatrice per Eurosport, e Sybille Bammer che ora allena Barbara Haas, ma Patricia mi ha detto di non sapere ancora cosa farà “da grande,” perché per ora il suo focus è tutto sul tennis, quindi non c’è che da augurarle il meglio per il 2015.

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