Riccardo Roberto: “Concilio Università e tennis, sono contento di avere un ranking ora”


Riccardo Roberto nasce a Padova il primo ottobre del 1997, e solamente tre anni dopo il nonno gli mette una racchetta di legno in mano ed è dunque lui a trasmettergli la passione per il tennis che negli anni a seguire diventerà il fulcro centrale della sua vita. Fin da subito Riccardo manifesta interesse verso questo affascinante e difficile sport e decide così di proseguire ad allenarsi per provare a disputare alcuni tornei. A differenza di molti ragazzi nel circuito, Riccardo sceglie di intraprendere un percorso di studi regolare diplomandosi presso un liceo scientifico privato paritario a Padova. Negli anni dell’attività junior Riccardo non spicca tra i migliori nel panorama italiano ma ottiene comunque dei buoni risultati. Nel settembre del 2015 per fare un salto di qualità ed accingersi al professionismo si trasferisce a Zingonia, un paesino nella provincia di Bergamo, dove inizia una collaborazione con Fabrizio Albani, coach attuale di Andrea Arnaboldi.
Abbiamo voluto conoscere a fondo le radici e la personalità di Riccardo ed infine le sue attitudini ed aspirazioni verso il futuro. Ringraziamo Riccardo per la disponibilità nel rilasciare l’intervista dalla quale traspare davvero una serietà, dedizione e maturità incredibili per la sua giovane età ed infine ne approfittiamo per augurargli il meglio per il suo futuro, sia dentro il campo da tennis sia per la sua futura attività professionale.
Ciao Riccardo, per gli addetti al settore sei ancora poco conosciuto, descrivici il tuo tipo di gioco?
Sono un giocatore piuttosto solido da fondo campo che cerca di essere aggressivo appena ne ha l’occasione. Con il mio allenatore stiamo lavorando sul guadagnare campo ed a spingere, per conquistare la rete. Infine, il dritto è sicuramente il colpo con il quale costruisco e faccio più punti.
Grazie al trasferimento a Bergamo, hai decisamente svoltato la tua carriera in termini di risultati qualificandoti spesso nei main draw dei $10.000 ed ottenendo 2 punti ATP. Che tipo di allenamento effettui e che progetti hai per il tuo futuro?
Oltre che in campo, con Fabrizio ho iniziato un percorso di lavoro mentale sia in campo che fuori con lo psicologo Roberto Cadonati, con cui lavora anche Paolo Lorenzi. In campo curiamo tantissimo la parte psicologica basandoci soprattutto su un principio fondamentale che afferma che il nostro corpo si adegua all’immagine che creiamo; infatti facciamo principalmente esercizi sulla visualizzazione dei colpi per migliorare gli aspetti tecnici. Nel frattempo mi sono iscritto a Giurisprudenza a Bergamo e, dato che la frequenza non è obbligatoria, durante i tornei ho a disposizione tanto tempo libero che altrimenti occuperei in modo sbagliato. Mi do però due anni per vedere se arrivano dei risultati, altrimenti proseguirò solamente con gli studi, calando notevolmente la mia attività internazionale.
Restando sui temi riguardanti la preparazione ed istruzione scolastica, consiglieresti ad un ragazzo un percorso di studi normale come il tuo?
Io lo consiglierei sinceramente a tutti i ragazzi; la scuola ti forma come persona e soprattutto ti responsabilizza tantissimo dato che se non studi e non ottieni dei buoni voti puoi perdere l’anno. Quest’ultimo aspetto penso che sia importantissimo anche nel tennis dove ogni giorno si devono prendere delle decisioni di gioco e di allenamento.
Nel $10.000 di Latina hai espresso il tuo miglior tennis ed hai ottenuto 2 punti ATP. Ripercorriamo insieme il tuo percorso.
Non avevo in programma di fare Latina siccome ero negli alternates, inoltre nell’ultimo periodo giocavo bene ma non ottenevo risultati. Più volte infatti sono arrivato nel main draw e mi mettevo molta ansia e soggezione perché volevo assolutamente prendere i primi punti, è incredibile come delle volte più sei determinato a voler ottenere un risultato e più questo non arriva!
Poi sono partito con mio padre senza troppe aspettative. Nelle qualificazioni ho disputato delle ottime partite soprattutto contro un ragazzo francese molto forte del 1999 e contro Marco Mosciatti. La vera prova del nove è arrivata contro Balzerani al primo turno del main draw, siccome sapevo che era un match alla mia portata e complicato dal fatto che ci conosciamo da tanto tempo. Ho impostato da subito molto bene il match tatticamente ed ho giocato un primo set perfetto vincendo 6-0. Nel secondo set forse appagato mi sono rilassato un attimo e sono andato subito sotto 3-0 ma sono riuscito a chiudere 6-3.
Nel secondo turno contro Fortuna non avevo nulla da perdere e ho approfittato di ciò per esprimere al meglio il mio tennis, ho vinto il primo set 76 e quasi non ci credevo! Anche lì un po’ appagato dal primo ho rallentato la presa e lui è salito nel secondo, nel terzo invece ho vinto una gran lotta. Nei quarti Baldi è stato superiore ed ha giocato un’ottima partita, ma devo dire che ero già molto soddisfatto delle mie prestazioni.
Ultima domanda Riccardo, quali sono i tuoi obiettivi per il breve e medio termine?
L’obiettivo di quest’anno era di entrare nel ranking e ci sono riuscito, sono davvero contento. Devo ancora parlare con il mio coach per gli obiettivi per il 2017.

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