Andreas Seppi: “Bergamo? Campi velocissimi, non ho trovato ritmo. Ecco cosa è accaduto a Buenos Aires…”


Seppi? Deve arrivare almeno in semifinale” ci ha confidato uno degli sponsor dell’Atp di Bergamo poco prima del debutto dell’altoatesino: portare un top-player come lui a un Challenger ha richiesto sforzi notevoli all’organizzazione, per cui la sua sconfitta al turno di esordio contro lo sconosciuto Yannick Hanfmann (tedesco classe 1991, numero 345 Atp) ha avuto lo stesso effetto di un pugno in faccia. E poi, dulcis in fundo, è saltato pure Luca Vanni: contro un altro tedesco per giunta, il lucky loser dallo splendido rovescio ad una mano Nils Langer. Insomma, un martedì 21 febbraio che a Bergamo faranno fatica a digerire.
Hanfmann, ti aspettavi di vincere?
“Ho superato le qualificazioni e sapevo di essere pronto, ma in realtà non pensavo a un risultato simile: in effetti sono sorpreso, ho disputato un gran match. Sono stato anche fortunato”.
Fortuna o no, hai impressionato: gran servizio, colpi molto belli. Seppi non ha giocato il suo match migliore ma tu ti sei meritato il successo.
“Grazie mille: comunque non è mai facile giocare su un campo così veloce, ma avendo disputato le qualificazioni ho avuto modo di prendere confidenza con la superficie. E’ andata bene”.
Lo sai che con la tua vittoria hai dato un enorme dispiacere al torneo?
“Lo so e mi dispiace, Seppi era la grande attrazione e la gente è venuta qui per vedere lui: ma io ho fatto il mio dovere e sono contento di aver vinto”.
A distanza di pochi metri, nella zona spogliatoi, c’è un Andreas Seppi piuttosto deluso: il 21 febbraio è il giorno del suo compleanno, probabilmente avrebbe sognato un modo migliore per festeggiare i 33 anni.
Già, purtroppo è andata come è andata: sono tornato a Bergamo molto volentieri, ma sfortunatamente non sono riuscito ad esprimere ciò che volevo. Ho risposto male e servito peggio, in generale non sono mai entrato in partita: soprattutto in risposta non ho mai trovato il giusto ritmo ed ho fatto fatica. Sono giornate che capitano”.
In tribuna c’era anche Barazzutti: con lui si è parlato della sfida di aprile contro il Belgio, da loro troveremo condizioni simili.
“Si ma qui a Bergamo, cosi come in altri Challenger, la superficie è davvero rapida: questo era il mio secondo torneo indoor del 2017 dopo Sofia, ma negli Atp i campi sono in cemento, con rimbalzi più alti. Il Play-It non si trova: di solito sulla gomma mi esprimo bene anche se non ci si gioca mai, ma se non trovi subito il ritmo diventa dura”.
Questo discorso lo fanno tanti giocatori: non sarebbe bello portare anche nei 250 i campi cosi veloci?
“Non credo, così è davvero troppo rapido: ad alti livelli servono tutti sopra i 200 km/h per cui se proponi una superficie del genere gli scambi spariscono. Alla fine è giusto che nei tornei maggiori le superfici siano più lente”.
In conclusione: torniamo sul match di Davis contro l’Argentina, in molti non hanno capito la scelta di schierare Fognini e non te nel singolare decisivo, soprattutto dopo i tuoi ottavi in Australia.
“Quelle sono decisioni che prende il capitano: io mi sentivo bene, ma Fabio sarebbe dovuto scendere in campo il primo giorno mentre io avrei dovuto giocare domenica. Poi lui non è stato benissimo venerdì e cosi ci siamo invertiti, tutto qui”.

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