Diario di bordo dal Lemon Bowl / 2

bondioli

(Federico Bondioli con il padre; in homepage la famiglia Tabacco)

di Luca Fiorino

Certe volte mi chiedo se non abusi un po’ troppo spesso del tasto posponi del mio smartphone. Stamane sono stato in grado di rimandare il mio risveglio almeno quattro volte prima di avere le forze di alzarmi dal letto e di fare la mia solita colazione ipocalorica. Esco di casa a bordo della mia Alfa rossa fiammante attorno alle ore 8:20 con l’intento di arrivare entro le 9:00 ai campi del New Penta 2000, orario in cui sarebbero cominciati i primi match. Oggi le previsioni parlano chiaro: è annunciata una forte pioggia di vincenti e un turbinio di emozioni. Fortunatamente il primo pensiero che mi sfiora non è il vento gelido dei giorni scorsi ma la convinzione che assisterò ad una grande giornata di tennis. Parcheggio la mia auto e mi dirigo verso la direzione gara in attesa di incrociarmi con Alessandro e capire quali possano essere gli incontri più interessanti di questi sedicesimi di finale.

Mi ritrovo sul campo 1 quasi casualmente, non perché conosca realmente il valore di chi stia giocando, ma perché sento un ragazzino dal chiaro accento britannico lamentarsi in maniera alquanto singolare. Lo svizzero contro cui avrebbe dovuto giocare non si è presentato e al suo posto c’è il giovane Matteo Heisu. Il potenziale di tale Jake Evans non è del tutto da scartare ma il nervosismo e il fatto di aver molto probabilmente fatto conoscenza della terra da poco tempo di certo non lo aiutano. Assisto ad una scena degna del peggior Marat Safin in cui, il giovane under 10 proveniente dal Regno Unito, scaglia con veemenza la racchetta sui teloni salvo poi fermarsi circa un minuto abbondante fissando il vuoto. Vincerà poi il lucky loser agevolmente con il risultato di 6-1 6-2. Si parte dunque col botto, immagino a quante altre cose vedrò nel corso di questa giornata. Non mi sbagliavo.

Dando un’occhiata all’order of play, io ed Ale non potevamo esimerci da uno dei match clou della giornata: Giorgio Tabacco vs Riccardo Rotilio. Il mio è amore a prima vista, entrambi giocano divinamente seppur con caratteristiche totalmente differenti. Da una parte la solidità mentale e la continuità dei colpi del giovane ragazzo del Messina CTV, dall’altra la pesantezza del dritto e le folate di grande tennis del ragazzo di Civitanova Marche. In tutto ciò a frapporsi tra i due un gatto.

gatto

Ebbene sì, il felino a più riprese decide prima di prendersi una piccola pausa spaparanzato sulla panchina di Giorgio durante il cambio campo e poi, di rispondere al posto del giovane siciliano dopo una invasione di campo. Decido di intervistare il fratello maggiore in questa settimana improvvisatosi coach di Giorgio: “Questa settimana seguo io Giorgio sfruttando il fatto che vivo qui a Roma. Differenze tra lui e Fausto? Il primo è più posato e solido mentalmente mentre il secondo imposta i suoi match più sul fisico e la battaglia”. Anche qui il risultato è piuttosto netto: un 6-2 6-2 che non rende giustizia all’ottima prova di Riccardo. Mi sposto sul campo 6, nel match che vede Teo Masera opposto a Filip Petrov. Primo punto del match e subito palla contestata con segni mostrati dai due distanti di gran lunga l’uno dall’altro. Gli animi si accendono un pochino, fin quando la mamma del ragazzo bulgaro esclama: “He doesn’t speak italian and english”. Il giudice arbitro esordisce con una battuta da oscar: “Vado a chiamare qualcuno che parli il bulgaro”. Grasse risate ma il match ha poca storia, è il caso che mi muova. Mi sposto sul campo 13 sotto consiglio di Ale che mi fa dei cenni come per dire: “Vieni immediatamente qui che c’è una partita da paura”. Non si sbagliava. Segnatevi questo nome e leggetevi il resto dell’articolo per conoscere la sua storia: Fadi Bidan.

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Un talento eccezionale, categoria under 10 dotato di un acume tattico ed una profondità dei colpi spaventosa. Per non parlare della varietà del suo tennis, è sorprendente la facilità con cui giochi gli strettini sia di rovescio che di dritto. Vince 7-6 7-6 contro un ottimo Fabio De Michele in uno degli incontri in assoluto più belli del giorno. E’ ora che io dia il meglio di me stesso: vado a mangiare col “Nize”. Solito pranzo all’insegna della “leggerezza” ma che risulterà fondamentale per il lavoro odierno. Prima di strafogarmi di pennette al sugo riesco infatti ad intervistare prima il padre di Rotilio al quale dichiaro apertamente il mio folle amore verso il gioco del figlio e poi prendo appuntamento col padre nonché coach del giovane britannico dal nome tutt’altro che anglosassone. “Fadi ha iniziato a giocare all’età di 2 anni quando ancora non sapeva parlare – scherza il padre –. Ci siamo trasferiti dalla Siria per ovvie ragioni e ci alleniamo da anni in Libano. Siamo qui al Lemon Bowl per accumulare esperienza in un torneo di caratura internazionale”. Riesco a recuperare sia un contatto telefonico che l’email, sono certo che questo ragazzo farà strada in futuro. Come segnalatoci qualche giorno fa andiamo a seguire Giammarco Gandolfi, figlio d’arte dell’oro olimpico Ferdinando, autore di un’ottima cavalcata nelle qualificazioni.

Il suo tennis mi ricorda (con le dovuti proporzioni) quello di Bautista Agut, palla non pesantissima ma sempre molto profonda. Il suo avversario è però fisicamente più forte e la differenza di pesantezza di palla è evidente. Nella lotta tra Giammarco e Pinnington a spuntarla è il britannico dopo una lotta incredibile terminata 6-4 al terzo set. Anche qui gli episodi da raccontare non sono mancati. Tante le palle contestante dall’inglese, fino all’inevitabile battibecco: “Show me!” – esclama l’anglosassone – “Non ci capisco una mazza!” – risponde infastidito il giovane italiano. Partita comunque di buon livello, in cui però spesso mi distraevo a causa di forti schiamazzi provenienti dal campo 5: “Sei grande lupo!”. Ancora non ho capito chi fosse questo “lupo”, spero di chiarirmi le idee presto. Vista la lunghezza del match spesso mi sono spostato per assistere a più incontri possibili.

Non poco effetto mi ha fatto il match tra Wilson Yaima Perez e Vittoria Gibello nella categoria under 10 femminile. Bel match davvero, entrambe dotate di un’ottima elasticità e di grande intelligenza tattica. La spunterà la giovane del Circolo Pigato e Sciolli con un perentorio 6-2 6-3. Il buio diventa sempre più protagonista e allora tra una fermata ai box nel bungalow e qualche chiacchierata do un’occhiata al match di un incredibile Daniele Minighini, vittorioso in rimonta per due set ad uno. Decido dunque di seguire l’ultimo match di giornata tra Federico Bondioli e Federico Infantino. Partita senza troppe storie conclusa con un netto 6-1 6-2 e nel quale mi impressiona favorevolmente l’ottimo servizio mancino del giocatore Dario Zavaglia. Intervisto dunque il giovane under 10 ed il padre: “Mi ispiro a Rafael Nadal anche se il mio colpo preferito è il rovescio. E’ la mia seconda apparizione qui al Lemon Bowl, lo scorso anno sono uscito agli ottavi, quest’anno spero di poter andare più avanti”. “Oggi è stato bravo ma spesso gli capita di avere dei cali mentali durante i match, deve imparare a gestire questo aspetto. Rapporto genitore-maestro? Noi ci troviamo bene, è nelle mani del maestro seppur è normale che speriamo che i nostri sacrifici possano un giorno essere ripagati”. La mia giornata volge al termine, saluto Ale e Paolo coi quali sono sempre più in sintonia e mi dirigo verso casa. Ogni giorno di più mi appassiono a questo torneo e non posso fare a meno di notare l’alto livello che contraddistingue questa manifestazione. Talento, divertimento e passione. Questo è il segreto di questo Lemon Bowl 2015 ma mi raccomando, non ditelo a nessuno…

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