Guerra fredda nel tennis spagnolo

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di Paolo Silvestri

È una storia nata male, gestita peggio e sfuggita di mano a tutte le parti implicate. Ricordiamo che l’origine del problema risale al settembre dell’anno scorso con la nomina a sorpresa dell’ex giocatrice Gala León, da qualche tempo nell’orbita federativa, come capitana della squadra di Davis. Fin dall’inizio la questione ha esulato dall’ambito strettamente tecnico per spostarsi sul campo minato del dibattito maschilismo vs. femminismo, prima puntata di una telenovela in cui Testosterone ed Estrogeno si sono impossessati dei ruoli di protagonisti. Chi ha dato inizio alle ostilità è stato Toni Nadal con una serie di affermazioni e di valutazioni decisamente fuori luogo, condite con un tono evidentemente offensivo nei confronti della neo-capitana. La mia opinione è stata allora, e continua ad essere la stessa, che né il sesso né il livello raggiunto in carriera (vale a dire i due grandi argomenti sostenuti da Toni Nadal), siano di per sè motivi determinanti per valutare la qualità di un tecnico, che in ogni caso devono essere il campo e i risultati a stabilire. È certamente vero che ex giocatori validi e disponibili per ricoprire il ruolo di capitano in Spagna proprio non mancano, quindi la decisione del presidente José Luis Escañuela, presa oltretutto unilateralmente e senza ricorrere, come prassi abituale, a una sorta di sondaggio interno, è parsa avventata, poco diplomatica e direi anche ingenua, nel senso che la reazione del mondo del tennis iberico era abbastanza facilmente prevedibile. In ogni caso, a partire da quel momento i tentativi di ricucire strappi e ferite non hanno fatto altro che peggiorare una situazione sempre più intricata, che verosimilmente, come sempre accade in questi casi, è anche un pretesto per fare le pulizie di Pasqua, cioè per cercare di ripulire a fondo la casa dalla polvere creata da incomprensioni o rancori lontani.

SeguraQualche tentativo di riunione, e l’affiancamento “diplomatico” a Gala León dell’ex giocatore Julían Alonso, non sono per il momento serviti per trovare un compromesso fra le parti, anche solo per “salvare la patria” in vista dell’imminente e delicata trasferta russa in cui la squadra di Davis (ma quale squadra?) dovrebbe cercare la strada del ritorno nel primo gruppo mondiale. Ma purtroppo il boicottaggio da parte delle migliori racchette spagnole è generale (per il momento fra i top 100 solamente Daniel Gimeno-Traver avrebbe dato la sua disponibilità), la tensione alle stelle e la comunicazione fra capitana e giocatori brilla ormai per la sua totale assenza, tanto che Gala non si è neanche fatta vedere al Roland Garros, adducendo “motivi personali”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sua recente decisione di prescindere dai servizi del mitico incordatore Xavi Segura, che da una quindicina d’ anni faceva parte del team nazionale, personaggio carismatico, amatissimo dai giocatori e conosciuto anche dal grande pubblico. Enorme è stato la slancio solidarietà nei suoi confronti da parte di giocatori e addetti ai lavori attraverso i social network, come nel caso di Rafa Nadal su Twitter: “Coraggio Xavi Segura! Sono sicuro che presto tornerai dove ti meriti di stare, di nuovo con la squadra!” .Una scelta veramente scriteriata in un momento come questo, che difficilmente può essere spiegata al di fuori della “logica” di un’assurda sfida a braccio di ferro.

Guerra fredda in casa spagnolaIntanto, per peggiorare una situazione impeggiorabile, nell’occhio del ciclone è finito lo stesso presidente della Federazione, accusato di non collaborare con il Consejo Superior de Deportes nel fornire una serie di documenti richiestigli, e che potrebbero fare luce su alcune operazioni presuntamente poco chiare nella sua gestione economica, nonché sul procedimento seguito nella nomina della capitana. E proprio durante la conferenza stampa in cui stava difendendo la totale trasparenza del suo operato, è giunta la comunicazione, oltretutto via Twitter, del Tribunal Administrativo del Deporte (TAD) della sua sospensione cautelare per il periodo di un mese. Dopo aver ricevuto la notizia, Escañuela ha detto che “nonostante la sospensione, Gala León andrá in Russia”, aggiungendo che “si pretende di togliermi di mezzo, per poi sostituire la capitana”. Quest’ultima, presente in conferenza stampa, ha da parte sua sostenuto che la defezione dei giocatori è dovuta essenzialmente a un problema economico, aggiungendo che se la sua dimissione facesse sì che Nadal o Ferrer andassero in Russsia, si dimetterebbe immediatamente, ma che in realtà i giocatori hanno trovato nella sua nomina come capitana la scusa perfetta per poter rifiutare la convocazione.

Davvero difficile a questo punto districare la matassa e riuscire a prendere una posizione minimamente oggettiva. Quello che è chiaro è che la guerra è ormai senza quartiere.

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