Italtennis in gonnella, il futuro non è grigio come sembra

Matteucci Bad Gastein
di Michele Galoppini (@MikGaloppini)

È leggermente tipico di noi italiani: non ci va bene mai nulla, troviamo sempre il pelo nell’uovo e finiamo per lamentarci quando non dovremmo far altro che esultare per giorni e giorni. Se questa versione melodrammatica dell’uomo italico è opinabile (e sono pronto a discuterne), quando si parla dell’italico tifoso la questione diventa oggettiva. Flavia Pennetta ha appena alzato al cielo il trofeo dello Us Open più brillante della storia del tennis italiano, dello slam più brillante della storia del tennis italiano, e Roberta Vinci è stata sconfitta in finale, dalla sua amica di lunga data, dopo aver segnato il ribaltone più sconvolgente a cui il mondo del tennis abbia mai assistito: la tarantina ha fermato Serena Williams in semifinale, ad un passo dal suo Calendar Grand Slam.

Quel luccicante trofeo sotto le stelle filanti dell’Arthur Ashe non era ancora stato posato che l’anatema, aiutato dall’annuncio della brindisina riguardo il suo imminente ritiro, era già stato scagliato: “Ma appena Pennetta&co si ritirano, non avremo nessun ricambio…”.

In parte, il discorso ha anche motivo di essere. Al momento attuale, dietro il quartetto formato da Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Sara Errani non sembra esserci molto, quantomeno basandosi su una mera lettura superficiale dei numeri e della classifica WTA. Ci sono Karin Knapp e Camila Giorgi, ma poi bisogna scivolare oltre la 300esima posizione del ranking per trovare una giovane promettente ed in crescita, con età che in molti casi caratterizzerebbe già una prorompente giovane top100. Sembra lontano, lontanissimo, il periodo di fasti di quel quartetto, che sempre più si avvicina verso la naturale fine. Assieme hanno conquistato 4 FedCup, 34 titoli WTA in singolare, 51 titoli WTA in doppio. Sempre in singolare, vanno aggiunti 2 tornei del Grande Slam (Roland Garros 2010 della Schiavone e recente Us Open della Pennetta), 3 finali, 3 semifinali e 16 quarti finali della stessa categoria. In più, tantissimi successi di altissimo livello in doppio, tra cui il Career Grand Slam di Errani/Vinci e le vittorie della Pennetta con la Dulko, che hanno portato tutte alla numero 1 dello specifico ranking.

Ora, prima di proseguire e creare il panico generalizzato, sia chiaro che la situazione del tennis in gonnella non è proprio così preoccupante come può sembrare, partendo da Errani, Knapp e Giorgi fino ad arrivare alle migliori giovani che possiamo schierare in campo. Inoltre, è un discorso vecchio e spesso ripetuto, ma è realtà dei fatti che le giocatrici italiane maturino e mettano sul campo il loro meglio quando tante altre giocatrici hanno superato il loro picco da anni. In Italia si lavora diversamente: il tennis italiano è in generale altamente tecnico, necessita di tanti anni di rodaggio prima di dare il proprio meglio; è molto meno fisico e di conseguenza più longevo e meno dipendente dalla prestanza fisica della tennista, naturalmente soggetta ad obsolescenza (per non dire “vecchiaia”, termine tanto odiate dal genere femminile).

Partendo da ciò, possiamo aspettarci ancora tanti ottimi risultati da due ragazze che stanno già dando onore al tennis italiano: Sara Errani in primis e Karin Knapp in secondo luogo, che ogni anno dà quel qualcosa in più che fa sempre sperare in una sua esplosione definitiva, quando troverà maggiore stabilità nei risultati e sarà lasciata definitivamente in pace dagli acciacchi fisici.

Poi, il capitolo Camila Giorgi meriterebbe una rubrica a parte. Lei, sì, è ancora davvero giovane, non ha ancora 24 anni, ha già assaporato la top30 del ranking, ha già battuto tantissime ottime giocatrici e top player e dà sempre l’impressione di poter sfondare davvero da un momento all’altro. Ogni anno migliora di poco, sia in termini di classifica che in termini di tennis giocato. Quando esploderà (se esploderà) lo farà sul serio e forse sarà difficile per noi poterci perfino accontentare di una “banale” top10.

Lo so che non vi ho ancora convinto, ma per questo ora scendiamo nel ranking, abbandoniamo il tennis, l’organizzazione, i dollari, l’esposizione mediatica dei tornei WTA ed affrontiamo il cupo e difficile mondo dei tornei ITF, delle posizioni oltre la 300esima del ranking e delle lotte quotidiane di chi vuole ritagliarsi un piccolo spazio all’interno del tennis che conta. Ed in questo mondo, di ottimi prospetti con bandiera italiana ce ne sono tanti. Li dividiamo in “giovani top400” e “giovanissime”.

Nella prima categoria, delle giovani top400, ce ne sono sei che da poco o da un po’ più di tempo rappresentano ottime speranze. Alcune di loro hanno smesso addirittura di giocare per lungo tempo, come la Trevisan, oppure sono state vittime più volte di grossi infortuni, come la Caregaro, quindi in questi casi l’età anagrafica non è nemmeno realmente indicativa. Queste sei ragazze sono, in ordine di classifica, Martina Caregaro, Georgia Brescia, Alice Matteucci, Martina Trevisan, Jasmine Paolini e Cristiana Ferrando.

Martina Caregaro: certamente, al livello dei $25.000 è una delle giocatrici più potenti. Dotata di ottimi colpi su entrambi i fondamentale da fondo campo, la 23enne Caregaro è risalita quest’anno dalla 526esima posizione alla 307esima attuale, suo best ranking. Nonostante abbia già dimostrato più e più volte di poter essere altamente competitiva contro giocatrici sulla carta ben più forti, sono ancora molti gli alti e bassi di Martina. Nonostante un tennis altamente potente è però fragile nel fisico e spesso si ritrova ferma ai box, ma quando dritto e rovescio sono in giornata, poche possono contrastarla a livello ITF.

Georgia Brescia: classe 1996, anche la Brescia ha raggiunto il best ranking nel 2015, passando dalla 625esima alla 354esima posizione. Ha vinto tre tornei 10k, dimostrando una solidità ed una costanza spaventose a quel livello, ma anche qualche picco a livello più alto, come fu ad esempio nel torneo dell’omonima città. Sue caratteristiche principali sono l’infinita combattività ed il gioco quadrumane. Vista la netta crescita di quest’anno e la sua voglia di arrivare, non sorprenderà un salto di qualità nel prossimo futuro. C’è da migliorare soprattutto sugli attacchi, dove manca un po’ di killer istinct.

Alice Matteucci: la salita del ranking di Alice, quest’anno è stata un po’ più lenta di quella delle colleghe, ma anche Alice comincia a sentire profumo di top300. Anche lei ha vinto due tornei a livello 10k, ma ha dimostrato in numerosi tornei di poter essere molto competitiva già nei 25k, nonché pericolosissima in doppio, dove ha anche ottenuto una semifinale WTA. È tra queste giovani sicuramente la più completa tennisticamente: sa fare tutto, lo fa bene, lo fa con stile. Brava a rete, brava al servizio, solida in difesa ed anche in attacco. Avrà bisogno di più tempo a causa del suo tennis “complicato”, ma questa 20enne ha tutte le carte in regola per essere molto a breve una giocatrice tra quelle che contano.

Martina Trevisan: 22enne toscana, Martina è stata ferma dal 2009 al 2014, per problemi fisici e non. Quindi, parlare di 22enne è perfino estremo, poiché tennisticamente forse non ha nemmeno raggiunto la maggiore età. Tornata lo scorso anno, nel 2015 si è già issata fino alla 336esima posizione ed è pronta a vivere appieno la sua seconda carriera. Piccola ma dotata di un dritto devastante, con cui può fare gara alla pari, senza esagerare, anche con varie top100. Rovescio e soprattutto servizio sono da migliorare, ma il tempo è tutto dalla sua parte. Ciò che le manca è anche l’esperienza a livelli più alti di un 10k, come lei stessa aveva dichiarato a SpazioTennis, ma ciò non l’ha fermata quando si è portata a casa, a luglio, il 25k di Roma. Fragile fisicamente, se riuscirà a restare in salute per lungo tempo la troveremo già dall’anno prossimo nelle qualificazioni degli Slam.

Jasmine Paolini: parlando di problemi fisici non si può parlare di Jasmine Paolini, 19enne alla seconda stagione consecutiva giocata solo per metà dei mesi a disposizione. Nonostante tutto riesce a stare a galla in classifica, attorno alla 350-370esima posizione, ottenendo ottimi risultati tutte le volte che riesce a giocare supportata dal fisico. Molto piccola, ricorda in tutto la Cibulkova: combattente nata, sa difendere ma anche ottimamente attaccare, cercando con estrema precisione tutti gli angoli del campo e dimostrando buona predisposizione al gioco a rete. Le piace molto giocare sul cemento (e questo, nel tennis moderno, aiuta) e, a suo favore, gioca da sempre tanti 25k o 50k, evitando i 10k; sceglie di abituarsi e di scontrarsi contro le più forti, piuttosto di ottenere punti facili. L’ho detto dopotutto, è una combattente nata.

Cristiana Ferrando: altra 20enne ed altra azzurra che quest’anno è salita tantissimo nel ranking, dalla 754esima posizione alla 437esima del best ranking (ma ora sta giocando con successo il 50k di Monterrey, dove è ai quarti partendo dalle qualificazioni; questi punti la portano, live, attorno alla 400esima posizione). Anche Cristiana ha un ottimo feeling con il tennis sul veloce, dove quest’anno ha anche vinto due tornei 10k. A livello dei $10.000 ha dimostrato una costanza strepitosa e da poco sta alzando l’asticella del livello dei tornei a cui partecipa e questo 50k ne è esempio. Anche lei è una giocatrice molto completa tecnicamente, solida e fisicamente ben messa.

Un po’ più giù nel ranking, ma da meno (o molto meno) tempo parte del mondo ITF (non Junior) e WTA ci sono altre ragazze italiane giovanissime, alcune delle quali, per fama o già per ottimi risultati e picchi tennistici, meritano un piccolo paragrafo in questo articolo. Le sei giovanissime in questione sono Ludmilla Samsonova, Federica Bilardo e due coppie di temibili sorelle, Jessica e Tatiana Pieri e Bianca ed Anna Turati.

Sorelle Pieri: allenate dal padre, si sono già guadagnate molta attenzione nonostante la tenera età. È stata la più giovane Tatiana a mettersi in luce per prima, quando a 15 anni ha fatto finale in torneo ITF e poi ha messo in difficoltà più volte veterane e giocatrici più forti in qualche 25k, grazie soprattutto ad un dritto potentissimo e molto efficace, nonostante fisico davvero minuto. Ma è stata Jessica, quest’anno, a sorprendere tutti quanti: ha vinto 17 degli ultimi 19 match, ha vinto il 10k di Innsbruck, dall’essere senza ranking è a ridosso delle 500 nella classifica live. A 16 e 18 anni, con l’aiuto reciproco dato dall’essere sorelle, le Pieri sono certamente tra le giovanissime più interessanti.

Sorelle Turati: quando si parla di sorelle Turati, si parla, per ora, quasi esclusivamente di Bianca, classe 1997. Dotata di un rovescio ad una mano di fattura pregiatissima e di un tennis davvero divertente e di ottima qualità, ha già vinto tornei ITF e si è già guadagnata la top500 del ranking, anche con vittorie contro giocatrici molto più forti sulla carta. La gemella Anna ancora deve riuscire a dimostrare il suo valore, ma come prima vale il discorso di essere sorelle. Si possono spronare a vicenda, crescere ed aiutarsi l’una con l’altra. Quindi anche Anna entra pienamente di diritto in questa carrellata di promesse azzurre.

Federica Bilardo e Ludmilla Samsonova: classe 1999 la prima e classe 1998 la seconda, hanno in comune l’aver dimostrato, in una delle rare occasioni in cui ne hanno avuto l’occasione, il loro potenziale. La Bilardo ha giocato sei tornei nel 2015 (anche perché in quanto 16enne ha giocato molto a livello junior), ma ha ottenuto una semifinale ed una finale in due tornei di Solarino, sul veloce. La Samsonova, invece, al quarto torneo in carriera, quando era 15enne, ha sbaragliato la concorrenza e vinto il 10k di Roma. Picchi di una giovanissima carriera, che le ha già viste attorno alla 800esima posizione del ranking. Entrambe sono fisicamente molto dotate e sono obbligatoriamente da tenere d’occhio già dal prossimo anno.

Quindi, tifosi, state tranquilli. “Di doman non c’è certezza”, ma più che grigio, il futuro sembra a rosee tinte.

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