ITF under-18, Safiullin principe di Melbourne

mihalikova ao 2015
(Tereza Mihalikova, in homepage Roman Safiullin)
di Salvatore Greco

Si è chiuso tra solide conferme e sorprese notevoli l’Australian Open junior, evento che ha ovviamente capitalizzato energie e attenzione mediatica del circuito under-18.

Tra i ragazzi è arrivata la vittoria pronosticata di Roman Safiullin che da testa di serie n.1 ha perso un solo set nel torneo e ha chiuso il torneo superando in finale il coreano Hong con il punteggio di 7-5 7-6. Il russo si conferma il classe ’97 più forte in circolazione come dimostrano anche le sue incursioni vittoriose nel circuito pro’. Senza voler in alcun modo “sminuire” la sua cavalcata trionfale, hanno contribuito a un percorso limpido e quasi scontato di Safiullin le eliminazioni precoci di quasi tutti gli avversari candidati a creargli qualche problema.

Australian Open 2015 Junior ChampionshipsL’attesissimo Orlando Luz, testa di serie n.2 del torneo, è stato eliminato al primo turno con un severo 6-1 6-2 dal qualificato tedesco Sandkaulen mentre l’americano Taylor Fritz è arrivato a Melbourne con uno strappo alla spalla e ha comunque resistito fino ai quarti di finale prima di arrendersi al poi finalista Hong in tre set. Male il ragazzo più quotato di Corea, Yunseong Chung, che portando la testa di serie n.4 è uscito al secondo turno perdendo dal russo Bublik 7-6 6-3. Male anche il ragazzone americano Michael Mmoh, anche lui molto atteso e anche lui uscito in maniera inaspettata, perdendo al primo turno 6-2 4-6 6-4 dall’indiano Sumit Nagal. È stato invece autore di un buon torneo il greco Tsitsipas che conferma quanto di buono dimostrato quest’autunno in Florida con una serie di buone prestazioni concluse ai quarti di finale dove ha perso dall’uzbeko Karimov in tre set negando agli appassionati una semifinale contro Safiullin che sarebbe stata la partita più interessante del torneo. Proprio Karimov è stato la vera rivelazione del torneo maschile; classe 1998, destro, questo giovane erede di Istomin non vantava particolari risultati nel circuito ma a Melbourne ha estromesso subito –ahinoi- l’azzurro Andrea Pellegrino per poi eliminare il coreano Kwon, il temibile olandese Van Rijthoven reduce dalla finale a Traralgon e l’estroso Tsitsipas, come detto poche righe sopra, prima di arrendersi in semifinale allo zar Safiullin, ma non prima di avergli strappato l’unico set ceduto dal russo in tutta la settimana.

Il torneo femminile è stato praticamente terremotato e non potremmo definirlo altrimenti dopo che la finale si è giocata tra la testa di serie n.14, la britannica Katie Swan, e la slovacca senza testa di serie Mihalikova e alla fine è stata proprio quest’ultima ad aggiudicarsi il trofeo vincendo la finale 6-1 6-4.

Le premesse di uno slam passato al frullatore c’erano tutte già dal primo giorno di gare quando la cinese Xu, testa di serie n.1 e favoritissima per la vittoria finale, è andata sotto 0-3 nel match di primo turno contro la qualificata di casa Kaylah McPhee; alla fine la cinese è riuscita a ribaltare il punteggio e a chiudere 6-4 6-1, ma il segnale era chiaro e infatti quando al terzo turno si è trovata di fronte un’avversaria di livello e molto ispirata come la Swan ha ceduto senza appello per 6-2 6-2. Una sorte simile è toccata anche alla seconda testa di serie in tabellone, la svizzera Jil Teichmann che ha incontrato al secondo turno la futura campionessa Mihalikova e si è arresa a lei anche se dopo tre set lottatissimi e il punteggio di 5-7 7-6 7-5.

f_240115_juniors_03La slovacca da lì ha proseguito il suo cammino approfittando dell’autostrada aperta nella parte bassa del tabellone dalle uscite precoci di Luisa Stefani –tds n.9, ma eliminata al primo turno- e della padrona di casa Kimberly Birrell che ha sfruttato male la sua testa di serie n.6 e si è fermata al terzo turno. Nei fatti la campionessa slovacca ha affrontato solo una testa di serie prima della finale. Peccato che di questa totale anarchia non abbia potuto e saputo approfittare la nostra Bianca Turati, eliminata in tre set al primo turno dalla wild card australiana Violet Apisah. Ben diversa la situazione nella parte alta del tabellone dove l’uscita di scena della Xu ha dato vita a battaglie interessanti che poi hanno dato l’onore della finale alla Swan. La campionessa dell’Eddie Herr Dalma Galfi non ha tradito le attese, ha eliminato avversarie del calibro di Anna Blinkova e Aliona Bolsova Zaidonov (rispettivamente al terzo turno e nei quarti di finale) prima di cedere in semifinale alla Swan, partita nella quale aveva vinto il primo set per 6-0 ma poi non è riuscita a chiudere contro la britannica sprecando ben tre match point nel secondo set e perdendo gli ultimi due parziali rispettivamente 7-6 e 7-5. Classe 1999, la britannica trapiantata in Kansas ha giocato un torneo tutto cuore e nervi ottenendo vittorie importanti contro avversarie più quotate (la Xu e la Galfi come detto, ma anche l’americana Jessica Hu, nella foto) prima di cedere in finale di fronte alla Mihalikova, arrivata fino in fondo sicuramente più fresca dell’avversaria. A prescindere dal risultato finale la Swan e il tennis britannico hanno di che sorridere dopo i fasti di categoria di Laura Robson che risalgono ormai al 2010.

Negli altri tornei della settimana da segnalare la bella vittoria nel grade2 su cemento di Tunisi del nostro Gian Marco Moroni che si è fatto strada nel torneo eliminando –tra gli altri- la testa di serie n.2 del tabellone Majed Kilani, il sudafricano Kellerman –tds n.6- prima di chiudere in finale battendo il francese classe ’97 Clement Larriere con il punteggio di 7-6 6-4.

Nel grade4 di Christchurch in Nuova Zelanda brilla il Sol levante con la vittoria dei due giapponesi Toru Horie (1999) tra i ragazzi e Haruna Arakawa (1999) tra le ragazze mentre a Donetsk (grade2) si impone il bielorusso classe 1999 Jurij Rodionov in finale sul russo Aleshchev per 6-4 7-5. Al femminile invece scontro al vertice tra le due prime teste di serie –entrambe tenniste russe- Daria Krushkova e Olesja Pervushina con la vittoria della prima in tre set 1-6 6-4 7-6.

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