Roland Garros: diario di bordo dal primo giorno di Quali

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Di Stefano Berlincioni

A Parigi ormai da qualche giorno, finalmente è arrivato il momento che ormai attendevo da quasi un anno: tornare sugli spalti del Roland Garros dopo l’eccezionale esperienza dell’anno scorso. Il meteo promette una giornata nuvolosa e freschina ma senza pioggia cosi già alle 9.30 sono davanti al gate L e come l’anno scorso “maledico” i francesi che iniziano a far entrare il pubblico solo 5 minuti prima dell’inizio dei match per cui visti i controlli di sicurezza (metal detector e controllo zaini) finisco per entrare a match già iniziati.

Nonostante i controlli, nel corso della giornata mi accorgerò sugli spalti della presenza di un “minaccioso” coltello

 
Oggi purtroppo è festa nazionale in Francia (Lunedi della Pentecoste) quindi c’è un afflusso di pubblico ben superiore alle mie aspettative e anche a quello degli organizzatori (alle 14 nei vari ristori sotto il Suzanne Lenglen saranno finiti Sandwich e Hamburger e l’unico cibo disponibile rimarranno le patatine fritte, con grosso disappunto di molte persone): per l’ingresso ad ogni campo ci saranno lunghe file e spesso ai cambi campo non si riuscirà ad entrare.
Inizio la mia giornata godendomi un Dustin Brown in grande forma, che fa letteralmente impazzire Arevalo, massacrandolo di palle corte millimetriche sulle quali il salvadoregno non può che sorridere amaramente; sul campo adiacente partenza a razzo del giovane talento francese Denolly che mette in mostra un gran dritto ed una mano molto delicata (soprattutto con la palla corta di rovescio) ma manca di solidità e piano piano Krstin comincia a prendergli le misure e porta a casa il match senza grossi patemi.
Non appena il belga Coppejans finisce di massacrare Rola è il momento di Arnaboldi, piuttosto in difficoltà ad inizio match ma poi dominatore assoluto del match e che, come mi ha dichiarato a fine match, si sente molto a proprio agio su questi campi ed è molto fiducioso di poter ripercorre il grande cammino del 2015.
 

 

 

Faccio un salto da Fabbiano che ha una velocità di crociera nettamente superiore a quella del francese Eysseric ma che si complica un po’ la vita avanti di un set e 3-0 nel secondo, perdendo due game di fila in cui ha palla game. Tommy non si scompone e sotto lo sguardo vigile di coach Gorietti e del fratello Roberto torna a macinare dritti vincenti, non lasciando scampo al francese.

 

 

 
Mi sposto da Tommy per vedere un paio di lunghe battaglie in cui Pavlasek la spunta su Rola e Zemlja su Kozlov e becco niente di meno che Kravchuk (da poco sconfitto da Guez sul campo 17 dove tutti i francesi si esaltano) intento a scattare fotografie alla moglie, modella di bellezza mozzafiato che si presenta sugli spalti di Parigi vestita come se dovesse sfilare sul red carpet.
 

 
Giusto il tempo di riprendermi dalla bellezza di Veronika Kravchuk e mi fiondo sul campo 6 (coperto da telecamere) dove Tiafoe ha rimesso in piedi un match compromesso contro Clezar e scopro come sia diventato il beniamino del pubblico francese: sale in cattedra nel terzo set e regala grandi sorrisi e decine di selfie a fine match.
 

 

  Rimangono due italiani in gara oggi: Volandri di cui riesco a scorgere solo la fine del tiebreak del secondo set, visibilmente frustrato ed insoddisfatto (perderà in due set sprecando un vantaggio di 4-0 nel secondo) e Giannessi che trova un Harrison motivato e concentrato che per buona parte del match continuerà a picchiare in diagonale col proprio dritto sul rovescio dell’italiano. A metà secondo set quando Giannessi sta per rientrare nel match Harrison tira fuori un colpo dietro la schiena da circo che manda in visibilio i tifosi americani e lascia basito Giannessi: dopo quel colpo il match è virtualmente finito.

E’ tempo di spostarsi sul campo preferito dai francesi, il 17 dove Lokoli ha ingoiato un 6-0 nel primo set ma sembra essere finalmente entrato in partita. Mi metto in fila sul 2-2 del secondo set e riesco ad entrare solo al cambio campo del 4-3 con Reister che ha appena brekkato. Penso che in ogni altro torneo il francese avrebbe mollato ma quando tiene il servizio sullo 0-6 3-5 e si carica a bordo campo con ougnetti e richiesta di aiuto al pubblico capisco che il match è tutt’altro che finito e che Lokoli darà l’anima per strappare il servizio al tedesco. Reister da quel momento cala improvvisamente, soprattutto al servizio, ed in pochi minuti si fa brekkare due volte ed in una vera e proprio bolgia il match va al terzo dove c’è un chiaro favorito, Lokoli ormai gasatissimo. Qualche errore di troppo del francese tiene in partita il tedesco ma ben presto il 21enne di bastia prende il largo e di prende la meritata ovazione finale.
 

 

 

Sono già quasi le 20 ed ho giusto il tempo per vedere Ungur che porta a casa un match che si era complicato grazie a deliziose palle corte e ad uno Smyczek fallosissimo nel terzo set, e Michon che dispone abbastanza agevolmente di un Kudryavtsev nervoso col il giudice di sedia, i campi ed il pubblico.

 

 

E’ tempo di incamminarsi verso l’appartamento che fortunatamente dista solo cinque minuti a piedi dai campi, di entrare nella pizzeria sotto casa e chiedere una alla cameriera una pizza con cotto funghi e pecorino, e far calare il sipario su questa giornata faticosa per l’accesso ai campi ma comunque piena di grandi emozioni.

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