Diario di Bordo da Palermo

di Mario Zanetti

A Palermo abbiamo la fortuna di ospitare il secondo torneo femminile per montepremi in Italia e quindi fra un paziente e l’altro e problemi di gestione lavorativa e familiare mi sono recato più volte, ma non quanto avrei voluto, a vedere l’Italiacomopen.

Ho la fortuna di abitare vicino al circolo e quindi per me è stato abbastanza comodo e veloce inforcando il mio Malaguti Ciak150 raggiungere il circolo. La prima cosa che si è notata è l’aumento del prezzo degli abbonamenti e del biglietto giornaliero cosa, che di questi tempi è stata avvertita, con il risultato di una sensibile diminuizione degli spettatori (Io stesso ammetto di essermi imbucato 2 volte)

E’ stata a mia memoria l’edizione più calda degli internazionali con temperature costantemente intorno ai
36° con punte di 38°-40°; a farne le spese sono stati i raccattapalle, poverini, sotto il sole cocente, con qualche intervento medico, gli spettatori (nelle ore pomeridiane era una vera impresa stare sugli spalti sotto la calura) e anche le giocatrici, buona parte di loro provenienti dalle temperature londinesi e nordiche che chiedevano sbigottite “but it’s normal here ?” Però si consolavano con lo splendido mare della vicina Mondello in cui si sollazzavano prima delle partite e degli allenamenti.

Vi racconto soltanto gli aspetti pittoreschi e pochi cenni tecnici delle varie giocatrici e partite a cui ho assistito. Comincio con le quali, vedo l’incontro di Francesca Brancato, palermitana, beneficiaria di una wc e figlia di un nostro amico del blog, bloccata dall’emozione riesce a far poco contro la greca Sakkari, classe 95 e n° 620 WTA, le gambe di Francesca tornite per correre sembravano cementate col terreno, tanta era la tensione accumulata, comunque esperienza fatta, e 1° di tanti punti wta che spero accumulerà nella sua carriera.
Tanta roba e tanta bellezza in Camilla Rosatello, classe 95, che ha perso un match contro la magiara Lucaks, che con un po’ più di accortezza tattica avrebbe potuto far suo, bella mentalità, sempre in spinta (forse troppo in alcuni momenti), bel fisico e tanta buona tecnica, ragazzi impazziti che cercavano disperatamente di abbordarla.

Poi la solita Dentoni che perde di brutto dalla Castano, e una volitiva e tenace Pillot che ha perso ad ultimo turno di quali dalla spagnola Cabeza Candela al terzo set. Nel main draw fra un paziente e l’altro riesco a vedere 3 giorni di gara, vedo il primo match della Errani in compagnia per circa un’ora di Francesco Cinà e vedendo l’incontro paragono la Errani di ora con quella vista l’anno scorso, gioca 2 metri più avanti, la palla cammina molto (molto merito della sua nuova racchetta da Lei soprannominata Excalibur, tra l’altro mi dicevano più lunga di circa 2 cm. rispetto alla versione in vendita) ma soprattutto la determinazione e la voglia di vincere, sembra volersi mangiare la pallina e l’avversaria atteggiamento che stride, con il suo viso angelico e i suoi occhi dolci.

Vedo il match della Goerges con la Ananmuradova, non conoscendo quest’ultima arrivo a match cominciato, ma ero convinto che non fosse ancora iniziato vedendo la tedesca palleggiare con quello che credevo fosse il suo allenatore, no, era proprio la uzbeka che di femminile aveva ben poco, di contro la
Goerges è proprio bellissima, belle gambe, splendidi occhi azzurri, un viso stupendo, in poche parole io e altre 200 persone ci siamo innamorati perdutamente, che poi giocasse anche bene a tennis era solo un
dettaglio.

Robson vs Vinci, per la prima volta vedevo la Robson giovane speranza inglese di nascita australiana, prima allenata da Moratoglu e ora dalla sua nuova coach (non so chi sia!), con un parziale impressionante di 12
punti a 2 l’inglese si porta sul 4-1 sparando vincenti da ogni posizione, poi la sagacia tattica di Roberta ne rallenta lo slancio, ma chiude il primo per 6-3, nel secondo la palla del 5-1 per la Vinci tirata da un rovescio della Robson prende il nastro e muore nel campo dell’italiana. Da quel momento è un’altra partita con la 18enne che ricomincia a sparare da ogni dove e la Vinci costretta a difendersi forse un po’ stanca, alla fine 7-5 e vittoria di prestigio dell’inglese che ha il suo best ranking in
questo periodo. Mi ha impressionato la Robson, gioca come la Kvitova è mancina come lei, ha un ottimo diritto, sta lavorando sul servizio (tanti lanci di palla ripetuti) un solido rovescio, in quanto a mobilità c’è tanto lavoro da fare, spesso lenta ed impacciata nei movimenti laterali.

Zahlavova Strycova 26 anni ex n°1 juniores che non ha mantenuto le promesse, ha fatto un gran torneo ha
giocato circa 16 ore compresi i doppi, arrivata in finale con tenacia e volontà nulla ha potuto contro la
Errani, ma di lei ricorderemo l’umiltà e la rassegnazione nel rispondere in conferenza stampa alla domanda se cominciava una vita nuova da campionessa “è tardi la mia strada l’ho già fatta”.

Per il resto una splendida organizzazione da parte del Countryclub di Palermo, che con la costruzione di altri 6 campi è diventata veramente (ma lo era già prima) una struttura bellissima, ottimi i panini e una bella sensazione di festa in cui spettatori e giocatrici si riunivano in piazzetta socializzando.
Mio figlio che mi chiamava spesso da Malta, dove come al solito si è recato per partecipare all’eta under 16 per informarsi sui risultati dei match, mi è mancato perché da anni assistiamo insieme ai matches ed
abbiamo un rituale fatto di gelato (ipocalorico per Lui) autografi e caccia al gadget delle giocatrici, ma quest’anno è arrivato in finale di doppio con il suo amico trapanese Sanci perdendo contro
Micunco-Bedolo, ai più sembrerà un risultato poco importante ottenuto in un grado 3 di un torneo ETA, ma
per Lui, per la sua tenacia, e per me è come se avesse vinto Wimbledon, sono orgoglioso e felice per Lui.

p.s.
Per chi è nuovo del blog vi invito a leggere “La vittoria più grande” scritto dal sottoscritto e pubblicato su Spaziotennis, troverete la giustificazione e il motivo della mia e della sua felicità.

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