Diario di bordo da Mallorca, giovedì: brillano Sevastova e Vinci… ma che fatica!


A cura dell’inviato a Mallorca, Giulio Gasparin
Sono le 11.53 di giovedì 22 giugno e per la prima volta in questo 2017 mi trovo a scrivere di tennis da una sala stampa. Fa strano, lo ammetto, perché solitamente a questo punto dell’anno mi trovavo quasi stufo della routine delle press conference, dei podcast, delle cronache e degli articoli. Quest’anno è tutto diverso e dopo mesi nel mondo degli sport invernali eccomi qui in un tendone allestito a bordo campo, sotto il sole battente delle Baleari ed il caldo secco che sembra quasi stonare con i verdi campi in erba del Mallorca Open. Fa ancora più strano scrivere questo diario perché in un certo senso io qui non dovevo neppure esserci, invece un’email ha cambiato tutto: qualche mese fa, infatti, il responsabile della sala stampa qui a Mallorca ha scritto a me e al qui presente Michele Galoppini dicendo senza tanti giri di parole che “il vostro accredito è già pronto, ci vediamo a Santa Ponsa”. Nel leggere quelle righe sorrido, perché Hans, così si chiama il direttore, lo conosciamo da tanti anni, da quando andammo per la prima volta a Bad Gastein, e sapevo che non avrebbe accettato un no come risposta.
Il viaggio verso Mallorca è stato piacevole e con sorpresa sono arrivate le valige, l’aereo era in orario e a differenza dell’anno scorso perfino la macchina ci è consegnata con una velocità incredibile e in poco più di un’ora dall’atterraggio siamo già al nostro Air Bnb, che per inciso è davvero stupendo. Un tuffo in spiaggia, una magnifica paella e siamo certi che la prima giornata spagnola non poteva andare meglio: la rientrante neo-mamma Vika Azarenka ha vinto il suo match d’esordio mentre eravamo in volo, per cui sappiamo che nonostante il nostro arrivo “in ritardo” avremo comunque la chance di parlarci. Unica nota dolente, il fido Galoppini attaccato da un gatto alla finestra mentre si lavava i denti (per capirci, Michele, non il gatto), ma visto che stanno bene entrambi vi risparmio i dettagli, ma potete chiederli a lui se vi interessa la storia.
A questo punto la storia torna al punto di partenza e siamo pronti per il tennis giocato, quello emozionante, dal vivo e con la finalista dell’anno scorso in campo è già tempo dei primi appunti. Come mi fa notare il collega e amico Alessandro Mastroluca durante il match: “è un caso che arrivate a Mallorca tu e Michele ed il primo match è un dramma di oltre due ore con 27 MTO?” La risposta è no, ovviamente.

  • Anastasija Sevastova b. Varvara Lepchenko 6-7(2) 6-1 6-3

Sarebbe potuta finire in due set e anche agevoli, invece la finalista in carica ha “scelto” la strada più difficile, complicandosi la vita da sola e trovandosi spalle al muro più volte durante un match dall’andamento degno del famoso Blu Tornado di Gardaland. Partita a spron battuto, la lettone si è agilmente portata sul 3-1 in proprio favore, dominando il gioco con le sue geometrie accurate e i cambi di ritmo e profondità a cui la Lepchenko non trovava risposta. Poi, mentre ci siamo assentati per assistere ad una quantomai imbarazzante consegna di cioccolati a Genie Bouchard (l’organizzazione le ha regalato delle Mozartkugel con la sua faccia), qualcosa si è incappato ed errore su errore ha fatto rientrare l’avversaria fino al tiebreak. Un nastro vincente lo ha aperto e chiuso proprio in favore della statunitense, che quasi ignara del come si è trovata avanti di un set.
Tornate entrambe da una lunga sosta alla toilette, è stata nuovamente la Sevastova ad uscire bene dai blocchi e questa volta, complice anche un colpo di calore dell’avversaria, ha avuto vita facile portando il match al terzo e decisivo set.
Con l’incontro che ad ogni cambio campo vedeva le fisioterapiste scendere in panchina (sia per Lepchenko, ancora alle prese con il colpo di calore, che per Sevastova ed un problema all’avambraccio), il primo break è andato a favore dell’americana sul 2-1, da lì però è ri-uscita la qualità della tennista di Liepāja. A suon di palle corte, passanti e contropiedi, la Sevastova ha ritrovato il proprio miglior tennis e con esso un’importante vittoria.

  • Roberta Vinci b. (Q) Kirsten Flipkens 6-4 5-7 6-2

Se vi interessa l’analisi dettagliata e ben fatta di questo match siete nel posto sbagliato, per quella vi rimando all’articolo di Galoppini, mentre per le dichiarazioni trovate tutto qui nel video embeddato.

Questo è un diario, quindi mi limiterò agli aspetti narrativi a cominciare dal fatto che Roberta ha giocato benissimo ogni qual volta io non potessi guardarla. A causa di altri mille impegni ho delegato il già citato Michele alla cronaca dell’incontro, quindi mandato lui a bordo campo io mi sono limitato a lavorare al PC fino al 6-4 3-1. Arrivato sui gradoni assolati, ho assistito ad un bel match, ma i pochi punti importanti li ha portati a casa la belga e, sentendo la Vinci lamentarsi su come il match fosse “scritto che vada così”, sono tornato al mio lavoro a distanza. Sul 4-1 nel terzo mi sono riportato sul campo, ma evitando di farmi vedere da Roberta ed in incognito ho assistito alle sue magie che l’hanno portata alla vittoria.

  • Ana Konjuh b. (WC) Victoria Azarenka 6-1 6-3

(di Michele Galoppini)
L’impressione è che Vika Azarenka abbia affrettato un po’ troppo il suo ritorno sul campo da tennis. La tenacia, il carattere e gli spunti da campionessa sono ancora lì, intatti, ma c’è ancora molto su cui lavorare al momento. Di tutto, è il dritto ad aver pesato e tanto sul risultato molto netto a favore di Ana Konjuh, che comunque dal canto suo ha meritato la vittoria con una prestazione maiuscola e molto solida.
Spesso colpito con un frangente di tempo di ritardo (probabilmente non aiutata da una superficie che dà poco tempo per reagire ai rimbalzi della pallina), il dritto è risultato essere spesso fuori misura in lunghezza e troppi punti sono stati regalati in questo modo alla croata. Inoltre, la Azarenka è sembrata patire eccessivamente al servizio, uno dei colpi che anche ai livelli più bassi perde di tanta efficacia quando poco stimolato ed allenato: una prima rallentata rispetto al passato ed una seconda invece troppo poco lavorata e piatta, che però è finita troppo spesso lunga od intrappolata in rete.
Fisicamente inoltre, se considerando che è da poco diventata madre non si può non dire che la Azarenka abbia un fisico molto asciutto ed atletico, va fatto notare che ora la bielorussa è forse troppo asciutta, ben più magra di quanto non fossimo abituati a vederla quando colpiva con veemenza la pallina sul campo da tennis in passato. Manca molta massa muscolare, ma questa è una mera questione di tempo.

Mentre sul centrale la campionessa in carica, Caroline Garcia, si sta giocando il suo secondo turno contro la sempre insidiosa Jana Cepelova, noi ci apprestiamo a lasciare la sala stampa, invitati ad un inaspettata serata di gala con cui concludere la nostra prima serata al torneo di Mallorca. A domani.

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