Non è solo il vertice della classifica ATP che subisce qualche scossone dopo la conferma di Carlos Alcaraz come numero 1 del ranking ai danni di Jannik Sinner.
Qualche piano più in basso, il focus si sposta sugli Stati Uniti, che vivono un periodo di rinnovato fermento. La settimana delle Finals è stata decisiva per il “derby” a stelle e strisce tra Ben Shelton e Taylor Fritz. Il primo, reduce da un torneo di Torino chiuso senza vittorie (0-3 il bilancio, con sconfitta finale contro Sinner), perde la sua preziosa posizione n. 5 nel ranking. Il secondo, invece, approfitta della vittoria d’apertura contro Lorenzo Musetti per incassare 200 punti e operare il controsorpasso proprio in extremis.
Per Fritz, che chiude l’anno nella Top 5 – evento che non accadeva per un americano dai tempi di John Isner nel 2020 – si tratta di un risultato simbolico: è lui il nuovo leader del tennis USA per il quinto anno consecutivo. Una continuità che, al netto dei cambiamenti del circuito, racconta molto della solidità del ventiseienne californiano.
SHELTON, TALENTO IN ASCESA MA CON UN TALLONE D’ACHILLE
Per Shelton, invece, la sconfitta contro Sinner apre uno spunto di riflessione più profondo. Il mancino di Atlanta, fenomeno atletico e personaggio esplosivo fuori dal campo, è in crescita costante dal 2023, ma rimane un dato che salta all’occhio: nei sedici incontri, finora, contro Top 3 in tutta la sua giovane carriera non ha ancora ottenuto un successo.
Il primo tentativo risale all’inizio del 2023, quando si trovò di fronte Casper Ruud – allora n. 3 del ranking – ai quarti di Acapulco. Da allora sono arrivate altre sfide di altissimo livello contro Alcaraz, Sinner, Djokovic e Zverev, ma mai il guizzo vincente. Il parziale complessivo è pesante: un solo set vinto, 37 concessi. Numeri che raccontano la difficoltà di compiere l’ultimo salto di qualità, quello che trasforma una potenziale stella in un campione.
Eppure Shelton non è un giocatore qualunque. A 23 anni può già vantare una semifinale allo US Open nel 2023 e una agli Australian Open nel 2025. Ha potenza di servizio, esplosività nelle gambe e un repertorio tecnico notevole. Il nodo da sciogliere – la capacità di reggere e superare i primi 3 del mondo – sembra più mentale che tattico. Ma è giusto ribadire: i mezzi ci sono e il futuro è ancora tutto in costruzione.