Risorgere dall’inferno

di Gianluca Dova

La vita del 95% dei tennisti è ben poco dorata, ci sono problemi economici, condizioni ambientali difficili e a farti compagnia solo tanta passione.
Le situazioni piu’ difficili sono quelle delle quali nei futures in paesi comunque non particolarmente organizzati, ci vuole tanta umiltà e coraggio per riniziare da lì, sopratutto se si era abituati ad avere una classifica che ti evitava questi piccoli inferni. Alessandro Piccari sta provando a ricominciare a giocare ad un certo livello dopo un’anno e mezzo passato a curarsi un’ernia del disco ed un infiammazione al tendine proprio nel momento migliore della sua carriera. Si ricomincia da tre (i punti in classifica attuali) e dalle quali del future di Bucarest.

Alessandro cosa ti è successo in questo ultimo anno e mezzo che hai giocato pochissimo?

Dopo aver vinto a Barletta con Navarro Pastor che era 120 del mondo mi sono lacerato un tendine della caviglia ed è cominciata la mia agonia. Ho giocato dopo due giorni con Fraile ma già stavo male ed ho perso in tre set, mi sono fermato per piu’ di un mese ed appena ho riniziato ho cominciato ad avere problemi alla schiena, ci ho giocato un pò sopra visto che non si capiva bene cosa era ma le cose peggioravano quindi a fine anno scorso ho cominciato a sentire degli specialisti; un paio mi hanno anche detto che con l’ernia del disco forse avrei potuto fare un pò di ciclismo ma non certo giocare a tennis anche dopo un’operazione…Ho sentito quindi altri giocatori come Aldi con il mio stesso problema, lui non si era operato, e continua a giocare grazie a degli esercizi di postura. Ho seguito il suo esempio e con un’ora di questi esercizi al giorno riesco a giocare ma certo devo stare attento. Qualche mese fa ho ripreso ad allenarmi sul serio ma dopo un’anno tribolato e senza giocare, è difficile riprendere il ritmo. Da un mese gioco le quali nei futures, ho fatto tre punti per adesso ma comincio a sentirmi meglio match dopo match. Ti puoi allenare quanto vuoi ma se non giochi non migliori e per questo sto provando a giocare comunque con continuità, in ogni caso le cose stanno migliorando.
Mi sta aiutando molto Simone Ercoli, il mio coach, che oltre a me allena mio fratello Francesco, Brizzi, Petrazzuolo ed Aloisi.

Raccontaci i problemi che si hanno a riniziare dalle quali di un future.

In Italia il problema delle quali nei futures in estate è che si giocano doppi turni con cambi di palle solo al terzo, si gioca con palle lentissime come le Babolat e a temperature pazzesche. Lotte durissime, non è sempre facile se si hanno le mie caratteristiche, fisicamente non sono fortissimo e sono abituato a spingere la palla e a fare gioco. Io per adesso mi sono quasi sempre qualificato (una volta a Castel Franco mi sono dovuto ritirare per gli antibiotici ed il caldo pazzesco…ma lì non avevo proprio piu’ forza).
Qui a Bucarest poi l’impatto è stato durissimo. Ho fatto piu’ di un’ora di fila per segnarmi alle quali del torneo (c’è anche il femminile in contemporanea…), non c’era l’accordatore ed avevo una sola rachetta pronta; ho perso un paio di ore per andare all’altro capo della città ed alla fine non ho potuto provare ne palle ne campi….Ho giocato ieri dopo una decina di minuti di palleggio riscaldamento pre match, la seconda partita dalle 9 con un ragazzino polacco carichissimo ed io che non riuscivo a prendere il campo, siamo stati 4 a 3 per lui e lì ho pensato di tutto….per fortuna ho reagito, ho tenuto di piu’ la palla in campo ed ho chiuso 6-4 6-1. Oggi è andata un pò meglio, vinto 6-1 6-1 con un ragazzetto rumeno ma sento che non riesco ancora a spingere bene con le gambe….Domani ultimo di quali sempre con un rumeno, ormai cerco di ragionare partita dopo partita anche se dentro di me ho la convinzione che in un future come questo se salgo di livello posso giocarmela con tutti anche adesso.

Hai qualche rimpiato?

Mi sono fatto male nel mio momento migliore e ho fatto anche l’errore di non chiedere la classifica protetta. In una situazione come questa è dura perchè si è frustrati dal fatto di non poter giocare come si sa, mentre i costi anche economici sono alti….Ti viene in mente di tutto. Pensi che vorresti appendere la racchetta al chiodo e iniziare a fare il maestro o il coach, comunque avere un’attività che ti dia una minima sicurezza. In realtà io mi sento ancora un giocatore ed ho ancora tanta voglia di lottare e di riprendermi le soddisfazioni che l’infortunio mi ha tolto anche se so benissimo che è durissima.

In bocca al lupo, Alessandro.

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