ITF Brescia, Karin Knapp: “Parigi mi ha ridato fiducia, ed ora finalmente l’Olimpiade”

Knapp Bad Gastein

di Michele Galoppini (@MikGaloppini)
foto Maffeis

Ottimo esordio per l’azzurra Karin Knapp agli Internazionali Femminili di Tennis di Brescia, torneo da $50.000 sui campi del circolo ‘Forza e Costanza’. L’altoatesina romana di adozione, prima testa di serie e favorita assoluta per la vittoria finale, si trova ai quarti di finale del torneo. Nei primi due match, la Knapp ha sconfitto Stephanie Vogt, campionessa uscente, per 6-3 6-0 e Sofia Shapatava per 6-2 6-3. La Knapp, qui a Brescia dopo l’ottima settimana parigina, si è concessa ai microfoni di SpazioTennis per questa intervista.

Cominciamo parlando del torneo di Brescia. Come ti trovi e, soprattutto, come ti senti fisicamente?
“Partiamo dal fisicamente [sorriso]. Fisicamente sto bene, sono sempre attenta a quel che succede al mio ginocchio ma fondamentalmente sto bene. Per quanto riguarda il torneo, io ero già stata qui qualche anno fa, conoscevo l’ambiente molto familiare, molto tranquillo e tutti ti fanno sentire bene e ti coccolano. Decisamente un bel torneo. Speriamo ora che il tempo regga, anche per gli organizzatori che se lo meritano.”

Nonostante per te questo sia un torneo che può essere considerato “facile”, come si gestisce la situazione di essere testa di serie numero 1, favorita assoluta, star del torneo?
“Certamente è un torneo che comunque è difficile, tante sono dopotutto le giocatrici che sanno esprimere un alto livello di tennis. Personalmente, devo concentrarmi su quel che devo fare io in campo. So che probabilmente il mio livello sulla carta è superiore al loro, ma ogni partita è diversa, ogni avversaria è diversa e sappiamo benissimo tutti come funziona questo sport. Quindi meglio stare molto concentrati.”

Facciamo un doveroso passo indietro e torniamo al Roland Garros. Il match contro Vika Azarenka l’abbiamo visto tutti, ma tu in prima persona come l’hai vissuto?
“Sicuramente è stata una partita di altissimo livello, sia da parte sua che da parte mia. Dopotutto fino a metà del secondo set lei stava bene, non sembrava avesse tutti questi fastidi, anche se magari qualche fitta l’avrà sentita. Ho vissuto belle sensazioni, proprio perché il livello era alto da parte di entrambe. Abbiamo giocato tantissimi punti, ce ne siamo regalati pochi perché gli errori gratuiti sono stati pochi, sicuramente una grandissima partita. Ovviamente mi dispiace per lei, però sono riuscita a tenere il suo ritmo e poi a starle sopra fino alla fine. Lei ci ha provato fino alla fine a far girare la partita, quindi sono molto felice.”

Curiosamente, la seconda carriera della Pennetta, quella che l’ha portata a vincere prima Indian Wells e poi gli Us Open, è cominciata in uno slam, superando una Azarenka acciaccata. Che dici, la copiamo?
“Buono a sapersi! [risata] Copiarla? Eh magari, speriamo!”

Non c’è stata solo la Azarenka, perché anche il match contro la Sevastova nascondeva molte insidie. Poi contro la Putintseva purtroppo non è andata bene, ma immagino tu sia soddisfatta del tuo torneo.
“Assolutamente sì, bisogna anche considerare che io non arrivavo da un periodo bellissimo, diciamo così. Una settimana bellissima come bellissimo è stato poter giocare tre partite lì a Parigi. Questo mi servirà a recuperare la fiducia necessaria ed ora pensiamo a queste prossime partite.”

Finito questo torneo qui a Brescia che programmi hai? Ti sposti sull’erba?
“Eh… [sospiro] Quest’anno con l’erba dobbiamo andarci cauti, visto il ginocchio ancora non al 100%. Sicuramente giocherò Wimbledon, ora sto valutando assieme a Francesco [Piccari] se fare un altro torneo prima, sull’erba, ma come detto col ginocchio così dobbiamo andarci piano. Il piano B sarebbe continuare il recupero al meglio come stiamo già facendo ed allenarsi tanto, che male non fa mai [sorriso]. Ora però vediamo come va qua, poi a seconda del risultato facciamo le dovute valutazioni.”

Dopo l’erba, però, c’è l’Olimpiade a Rio de Janeiro e quest’anno, anche grazie al ranking protetto, finalmente l’Olimpiade direi che è conquistata.
“Eh sì, finalmente l’Olimpiade c’è. Il torneo olimpico è un torneo molto particolare e che dà sensazioni particolari… credo almeno, io non ho mai provato [risata]. Anche se per il nostro sport l’Olimpiade non è, tra virgolette, così importante, penso che ogni tennista ci vada al massimo. Poi magari te lo dirò a settembre un po’ meglio come si vive un’Olimpiade.”

Cambiando argomento, il momento dell’Italia del tennis è un po’ particolare e non eccessivamente roseo. Si sono accavallate anche una serie di sfortune tutte assieme. Come vedi questo momento?
“È un momento un po’ no, un po’ giù, ma i momenti no ce li abbiamo tutti. Mi spiace per tutte, anche perché sono tutte campionesse e ce ne vorrebbero sempre come loro per il tennis italiano. Hanno dato tantissimo e sono sicuro che anche loro torneranno in forma ed a darci tante soddisfazioni.”

Ultima curiosità… se vuoi puoi anche rispondere ‘no comment’.
“Oddio che ho fatto? [risata]”

È stato notato un anello al dito. È proprio quell’anello?
“No no. Assolutamente no! [risata] L’anello c’è ma non ci sposiamo…”

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