Max Puci: “Donati in costante crescita”


(Massimo Puci, coach dei giovani Matteo Donati ed Edoardo Eremin)

di Alessandro Nizegorodcew

Due tornei vinti consecutivamente, una crescita lenta ma costante, un ranking che inizia a farsi pian piano sempre più interessante e una grinta da vendere. Questo il ricco menu 2013 di Matteo Donati, classe 1995 e attualmente numero 685 Atp. Il giovane piemontese sta lavorando come un forsennato insieme a coach Massimo Puci e a tutto il suo staff, con la luce dei riflettori, per fortuna, rivolta altrove (altrove = Gianluigi Quinzi).

Massimo Puci sta seguendo passo dopo passo la crescita di Donati, che pare destinato ad una carriera di ottimo livello. Non tanto per le caratteristiche tecniche quanto per la capacità di lavorare e migliorarsi giorno dopo giorno. “E’ il motivo per cui credo che Matteo raggiungerà più di quello che le sue possibilità apparentemente potrebbero consentirgli” – spiega Puci a Spazio Tennis – “sono sicuro che se avrà il tennis per arrivare numero 30, lui riuscirà ad arrivare almeno al 29. Se avrà le capacità per giungere nei top-100, di certo approderà almeno al numero 99. La sua cultura del lavoro è invidiabile, ogni allenatore sogna di poter seguire un ragazzo come Donati.”

Matteo ha vinto due futures consecutivi (10.000$, terra battuta) in Finlandia. Cosa puoi raccontarci di queste due settimane?
“Le prime avvisaglie di un possibile ottimo risultato le avevo notate in Portogallo, quando Matteo si è qualificato nel challenger di Guimaraes e al primo turno è andato ad un passo dalla vittoria con Neuchrist, un buon giocatore intorno al numero 300 Atp. Dopo quel match ho detto a Matteo che a mio avviso il livello c’era e che proseguendo su quella strada si sarebbe tolto a breve ottime soddisfazioni. In Finlandia ha giocato alcuni ottimi match, in particolar modo con Kontinen e Ivanov, i due tennis più insidiosi presenti. Kontinen più talentoso e potente, Ivanov molto più solido e regolare. Proprio contro l’estone Matteo ha disputato degli ottimi match (nei quarti nel primo torneo e in finale nel secondo; ndr), vincendo spesso punti molto duri, anche sopra i 20 scambi.”

E’ stato positivo che non si sia rilassato dopo aver vinto il primo torneo e che abbia subito conquistato anche il secondo…
“Certamente si. Prima del secondo torneo ho spiegato a Matteo che avrebbe sicuramente avvertito una maggiore pressione dopo la vittoria della settimana precedente e che avrebbe dovuto affrontarla nel modo giusto. Devo dire che da questo punto di vista è stato bravissimo. Ha giocato sempre in pressione, comandando il gioco contro tutti.

In cosa credi sia migliorato Matteo? A cosa è dovuto questa salto di qualità?
“Fisicamente è migliorato tantissimo ed è molto carico. La caratteristica migliore di Matteo è l’allenabilità: tu gli dici di fare una cosa e lui la fa, senza “se” e senza “ma”. Fra un torneo e l’altro lavora sempre moltissimo e oggi è in grado di giocare anche tre match in un giorno solo, come accaduto in Finlandia. Dal punto di vista tecnico abbiamo lavorato tanto sul servizio, sia sulla prima che sulla seconda. La prima è sempre più potente, mentre per quanto concerne la seconda abbiamo allenato nel dettaglio sul kick giocato da sinistra, con il quale prende sempre in mano lo scambio. Anche il diritto ora è un colpo molto più incisivo. Sia il servizio che il diritto sono stati rimodellati, e non di poco, quando Matteo è arrivato da noi a Bra. Non ero nemmeno così convinto di cambiare drasticamente l’impugnatura sul dritto e il movimento del servizio, ma è stato lo stesso Matteo a convincermi. Mi diceva: “se servo in quest’altra maniera tirerò più forte? Se si, allora voglio farlo.”

A costo di perdere parecchio tempo, immagino, per un cambiamento così radicale…
“A costo di prendere i pini per due settimane, più che altro… Matteo però, come detto, ha una straordinaria cultura del lavoro, ed è riuscito a migliorarsi in pochissimo tempo con grande forza di volontà.”

Dal punto di vista prettamente muscolare, ha messo su un po’ di massa?
“Grazie ad un dieta particolare e a molti allenamenti mirati siamo riusciti ad incrementare la sua massa muscolare di circa 4 kg durante la lunga preparazione invernale. E’ anche cresciuto in altezza, direi che oggi sarà alto 1 metro e 87.”

Dal punto di vista tattico quali migliorie stai cercando di apportare al gioco di Donati?
“Migliorando sensibilmente il diritto, adesso Matteo si sposta dalla parte del rovescio per giocare il diritto anomalo o a sventaglio. Adesso riesce a comandare lo scambio, in particolar modo con l’inside-out, ed è difficile ribaltare il punto per gli avversari. Fino a qualche mese fa giocava sempre il rovescio da quella parte, ma la fiducia che sta trovando nel diritto ci permette di costruire in maniera diversa e migliore il suo tennis.”

Quanto è importante il “traino” di Quinzi?
“E’ importantissimo per due motivi: il primo è che la luce dei riflettori è tutta su Gianluigi e possiamo lavorare in pace e la seconda è la voglia di Matteo e degli altri giovani di raggiungere Quinzi e, perché no, provare a superarlo. Quinzi è uno stimolo straordinario per Matteo e gli stessi Napolitano, Baldi ed altri.”

Qual è, a proposito, il tuo giudizio su Quinzi? Quali le sue potenzialità?
“Quinzi è un animale da tennis. Sarei sorpreso se non arrivasse molto in alto. Ha 17 e già serve molto forte, il che vuol dire che tra qualche anno lo vedremo battere a 210 km/h senza problemi. Il rovescio è meglio non lasciarglielo giocare e con il diritto muove benissimo la palla. Ma la caratteristica principale che mi fa dire che arriverà è l’attitudine a questo sport, la voglia, la grinta e la determinazione: A Recanati, prima del torneo in cui ha giocato quella fantastica partita con Cipolla, Quinzi si è allenato ore ed ore al giorno e non prendeva mai il campo. In torneo avrà sbagliato 3-4 palle in una sola partita. Questo è solo un esempio che però fa capire bene che siamo di fronte ad un vero e proprio animale da tennis. Sono molto fiducioso su Quinzi.”

Tornando a Donati, quali sono gli aspetti del suo tennis che vanno ulteriormente migliorati?
“Certamente il gioco di volo. La prossima preparazione invernale sarà molto incentrata sulle volée.”

L’altro giovane che segui è Edoardo Eremin (n.455 Atp), che in primavera sembrava lanciato verso una grande annata ma si è un po’ perso. Come mai?
“Purtroppo Edo ha avuto un problema al braccio che si è portato avanti per alcuni mesi. Anche a Siena, dove è arrivato in finale, aveva molto dolore. Ora il fastidio è passato, ma purtroppo è passata anche la fiducia. Deve riprendere a fare risultati e cercare di avvicinare il più possibile i top-300 entro la fine del 2013.”

Quali tornei giocheranno adesso Donati ed Eremin?
“Partiremo per la Sardegna, dove prenderanno parte a 2 o 3 futures.”

Grazie Massimo e in bocca al lupo a te e ai tuoi ragazzi.
“Grazie, è sempre un piace. E crepi il lupo!”

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