Una poltrona per… due e mezzo

di Sergio Pastena

La battaglia per il primo posto ruota intorno a… Jo-Wilfried Tsonga.

“Cosa c’entra il francese?”, vi starete chiedendo. C’entra, perché nessuno più di lui ha contribuito a determinare la situazione attuale, che alla vigilia di Wimbledon vede i tre tenori avere la possibilità di conquistare la vetta della classifica con Federer che, paradossalmente, ha chance più concrete di quelle di Rafael Nadal. Ma andiamo con ordine, partendo da una tabella tratta dal sito dell’Atp.

Come potete vedere, ci sono tre dati di fatto:

-Djokovic è primo se arriva in finale o se si ferma prima ma non vince uno tra Federer e Nadal

-Federer è primo se vince il torneo, indipendentemente dai risultati degli altri

-Nadal è primo se vince il torneo e Djokovic si ferma nei quarti di finale o prima

Insomma, più che una poltrona per tre sembra una poltrona per “due e mezzo”, e qui entra in gioco Jo-Wilfried:

Se Djokovic arriva in finale è al riparo da sorprese grazie ai punti guadagnati al Roland Garros. Chi ci ha perso nei quarti non concretizzando quattro match point? Tsonga.

Se Nadal vince e Djokovic si ferma in semifinale lo spagnolo resta secondo per 140 punti. Chi lo ha battuto al Master negandogli 200 punti che oggi sarebbero decisivi? Tsonga.

Se Federer ha delle chance di aspirare al primo posto è perché a Wimbledon difende “solo” i 360 punti dei quarti di finale. Chi lo ha sconfitto a sorpresa nel 2011? Tsonga.

Andiamo a vedere la situazione del trio considerando anche le prospettive fino agli US Open, considerando che tra lo Slam inglese e quello americano quest’anno, oltre ai tradizionali tornei di Montreal e Cincinnati, c’è l’Olimpiade che assegna 750 punti al vincitore.

Se Nole non vince Wimbledon per lui sarà durissima mantenere la prima posizione fino a Flushing Meadows, salvo un’improbabile vittoria di un “quarto incomodo”. Il serbo, infatti, anche fermandosi in finale manterrebbe un margine di 620 punti in caso di vittoria di Nadal: troppo poco, considerando che deve difendere 1.600 punti tra Montreal e Cincinnati, laddove Nadal ne difende 190. Per rimanere saldo sul trono, quindi, Djokovic ha una sola strada: vincere, in modo da lasciare più di 2.000 punti tra sè e gli inseguitori. Anche una vittoria ai Giochi di Londra, infatti, non gli lascerebbe un margine di tranquillità salvo disastri degli avversari.

Rafa è nella classica posizione del velocista: difficilmente potrà riprendersi la vetta a Wimbledon, ma se vincesse il torneo londinese sarebbe lanciatissimo verso il sorpasso. In caso di vittoria del maiorchino, il serbo sarebbe praticamente obbligato a fare la doppietta Montreal-Cincinnati e addirittura, potrebbe non bastargli: se Nadal arrivasse in finale in entrambi i tornei, gli rimarrebbe un risibile margine di vantaggio di dieci punti che Rafa potrebbe intanto aver annullato con il torneo olimpico.

Per King Roger il discorso è più complesso: tra i tre è quello che deve maggiormente gestirsi e ha più volte dichiarato di considerare i giochi di Londra un obiettivo fondamentale. Se al momento è in questa posizione, lo svizzero lo deve al finale travolgente di 2011 che lo ha tenuto in ballo per l’ultimo appuntamento con la storia. Sono pochi i record e gli obiettivi che mancano a Federer e pare realistico sostenere che se li giocherà tutti in questi mesi: può battere il record di settimane al numero uno, diventare il primo tennista a vincere due medaglie d’oro in due Olimpiadi diverse, eguagliare il numero di Wimbledon vinti da Sampras e rendere molto più difficile la rincorsa di Nadal al record di Slam totali. La sua situazione si può descrivere in quattro, inflazionatissime parole: ora o mai più.

Complicato. Forse troppo, per uno che non vince uno Slam da due anni e mezzo, ma l’idea dell’ultimo colpo di coda del campione stimola senza dubbio la fantasia.

A chiudere una considerazione paradossale: a Federer è convenuto pescare il lato di Djokovic e questo non solo per i precedenti con Nadal. Solo incrociando Nole in semifinale, infatti, lo svizzero poteva essere completamente padrone del proprio destino e certo di tornare in vetta in caso di vittoria nel torneo.

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