Wimbledon: niente main draw per Arnaboldi, Donati e Vanni

Luke Saville
di Alessandro Mastroluca

Erba e Inghilterra, un connubio amaro per l’Italia in queste ore. Alla vittoria bella e amara, bella quanto inutile, dell’under 21 sui Tre Leoni che ci tiene comunque fuori dalle semifinali europee e dalle Olimpiadi, seguono le tre sconfitte di Matteo Donati, Andrea Arnaboldi e Luca Vanni nell’ultimo turno di qualificazioni a Wimbledon. Tre sconfitte diverse, tre partite diverse, iniziate con obiettivi e ambizioni diseguali, che comunque lasciano un senso di rimpianto per quel che avrebbe potuto essere e non è stato.

Soprattutto per Luca Vanni, che è stato avanti di due set contro Luke Saville, l’australiano fidanzato di Daria Gavrilova che già l’aveva sconfitto qualche settimana fa nella sua prima partita in assoluto sull’erba. Saville, che conosce bene l’erba e Wimbledon, qui ha vinto il titolo junior nel 2011 ed è tornato in finale un anno dopo, fermato però da Filip Peliwo, meteora canadese che sembrava destinato a grandi cose, entra in tabellone per la seconda volta dopo aver raggiunto il secondo turno l’anno scorso. Vanni però dà battaglia, cede solo 46 46 63 76 64 dopo 3 ore e 45 minuti, con l’ulteriore rammarico per il match point non sfruttato sul 7-6 nel tiebreak del quarto set con l’australiano, che poi avrebbe chiuso 9-7, al servizio.

Prima volta, invece, nel main draw di Wimbledon per il giapponese Hiroki Moriya, numero 174 del mondo, che si qualifica per la terza volta in uno Slam dopo gli Us Open 2012 e gli Australian Open di quest’anno. Dopo aver passato solo un turno nei tre Challenger sull’erba giocati in preparazione della settimana a Roehampton,nell’ultimo turno di qualificazioni ha sempre mantenuto l’iniziativa contro Matteo Donati, e ha chiuso 64 63 62.

Ex numero 17 junior, Moriya si sta giocando un premio di 500 mila dollari e la copertura per un anno nel circuito ATP con Filip Peliwo, Jules Marie e Denis Kudla, i concorrenti del contest Tecnifibre Young Guns, con l’americano che, dopo la mononucleosi sofferta l’anno scorso, ha visto aumentare le sue quotazioni con la vittoria a Ilkley, il suo quinto titolo Challenger in carriera.

Cede anche Andrea Arnaboldi, che avrebbe dovuto sperare in una giornata non particolarmente efficace al servizio di Dustin Brown, che invece gli ha concesso solo una palla break in tutto l’incontro. Il 76 63 64 finale qualifica il tedesco-giamaicano, che a un certo punto della carriera ha anche avviato contatti per rappresentare la Gran Bretagna, per la quinta volta ai Championships.

Gli altri qualificati

Sarà comunque un’edizione particolarmente giovane per lo Slam più antico, almeno in base agli standard recenti. Cinque i teenager in tabellone, come non accadeva ormai dal 2008. Spicca sicuramente il rendimento dello svedese Elias Ymer che, dopo la vittoria a Caltanissetta su Bjorn Fratangelo è uscito al primo turno a Ilkley. Quando sente aria di Slam, però, si trasforma. Quest’anno, infatti, è riuscito a passare le qualificazioni anche all’Australian Open e al Roland Garros, e all’ultimo turno a Roehampton ha battuto per la seconda volta in due settimane Guido Pella, dopo i quarti di finale sulla terra rossa siciliana. Lo svedese ha chiuso 61 76 67 76 in quasi tre ore di gioco.

Può decisamente festeggiare anche l’Australia. Oltre a Saville, si qualificano anche il 26enne John Patrick Smith (61 75 62 a Mertl) e John Millman (16 63 63 62 a Couacaud), entrambi all’esordio nel main draw dei Championships. Saranno così 16 gli australiani in tabellone, e non accadeva dal 1995, quando in campo c’erano ancora Pat Cash e il capitano della nazionale di Davis Wally Masur. Con Kyrgios e Tomic da una parte, e Hewitt all’ultima presenza a Wimbledon dall’altra dello spettro generazionale, la forte presenza Aussie a Wimbledon è il risultato, secondo Todd Woodbridge, nove volte campione in doppio, dei dieci anni di Craig Tiley al vertice della federazioni. “Ha sempre guardato avanti, ha pensato in anticipo sui tempi e messo le persone giuste nei posti giusti” ha spiegato all’agenzia AAP. “Craig ha avuto una chiara visione di quello che serviva al tennis australiano per tornare ai vertici, e ora i benefici si vedono”.

Negli altri match di giornata,  Aleksandr Nedovyesov si qualifica per la seconda volta a Wimbledon dopo il 76 63 64 al belga Yannick Mertens mentre Nikoloz Basilashvili entra in tabellone nel secondo major di fila, dopo il Roland Garros grazie al 64 64 36 62 su Marton Fucsovics, che cinque anni fa ha vinto il titolo junior a Wimbledon senza perdere un set. In quel 2010, Alejandro Falla mise notoriamente in difficoltà Roger Federer all’esordio. Il colombiano non mancherà nemmeno quest’anno: si è garantito l’undicesima partecipazione ai Championships grazie al successo 57 76 76 76 su Andreas Beck.

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