di Marco Marangoni
Albert Costa e i suoi primi 40 anni. Taglia questo importante traguardo anagrafico uno dei più grandi specialisti del tennis sul rosso targato fine anni ’90. Spesso questo compleanno è un momento di bilancio della propria vita, di quanto fatto fino a quel momento, con uno sguardo al futuro, ma anche a quanto si è riuscito a costruire nel passato. E Albert lo farà guardando alla sua compagna Cristina Ventura (diventata sua moglie pochi giorni dopo il successo a Parigi nel 2002) e le sue gemelle quattordicenni, Claudia e Alma. E ripensando a quanto ha fatto sui campi da tennis, la sua potrebbe anche essere una serata molto lunga di racconti.
Costa ha iniziato a giocare a tennis a 5 anni e a 18 ha incominciato a rivelarsi agli appassionati con la vittoria all’Orange Bowl e la finale al Roland Garros junior, battuto soltanto dal connazionale Roberto Carretero per 6-0 7-6. Sin da subito lo spagnolo si è messo in luce per l’ottimo rovescio ad una mano e per il suo gioco particolarmente adatto ai campi più lenti. Nel 1994 vince due tornei Challenger e l’Atp lo premia come “Newcomer of the Year”. Il primo successo nel circuito maggiore arriva a 20 anni: a Kitzbuhel, in cinque set, a cedere di fronte alla giovane promessa del tennis iberico è il miglior giocatore sul rosso dell’epoca, Thomas Muster. È il 6 agosto del 1995, poco meno di vent’anni fa: nel suo racconto Albert si focalizzerà molto su questa data e magari citerà qualche dettaglio del tiebreak del terzo set, la paura di una rimonta di Muster dopo il 2-6 del quarto, fino al trionfo per 6-4 e la folla in piedi per applaudirlo al Kitzbuhel Sportpark Tennis Stadium.
Iniziano allora i suoi anni migliori: nell’estate del 1996 vince altri tre tornei sul rosso. Prima a Gstaad e poi a San Marino batte nell’atto conclusivo Felix Mantilla, poi a Bournemouth vince contro Goellner. Nel 1997 i primi trionfi davanti ai suoi tifosi: in aprile a Barcellona, in settembre travolge Berasategui nella finale di Marbella. Il 10 maggio del 1998 ad Amburgo coglie il primo, e unico, successo in un Masters Series in una partita che non ebbe storia a causa di un Alex Corretja con problemi fisici e costretto al ritiro all’inizio del terzo set dopo che aveva vinto solo due game nel primo parziale. Anche qui è molto probabile che il racconto vada più nel dettaglio, magari sul percorso fatto per arrivare al primo successo in un Master Series piuttosto che su una finale che non si è praticamente giocata.
Kitzbuhel nel frattempo diventa il suo torneo preferito: nel ’98 batte Gaudenzi ancora una volta al termine di una finale in cinque set, l’anno successivo supera Fernando Vicente e fa tris. Prima erano arrivati i successi dell’Estoril e di Gstaad. Dopo cinque anni di successi personali, il 2000 si caratterizza per due importanti momenti in rappresentanza della Spagna. Prima di tutto il successo in Coppa Davis: al Palau Sant Jordi di Barcellona Albert non è protagonista come lo vorrebbe, ma alla fine l’insalatiera sarà anche sua. Perde con Hewitt il primo singolare della finale con l’Australia, ma Ferrero e il doppio gli consentiranno di non ripensare troppo a quel ko contro Hewitt. Con Corretja coglierà poi il bronzo olimpico a Sydney. Immaginiamo che le emozioni a cinque cerchi non possano che passare davanti agli occhi di Costa in questa giornata.
La sua massima esaltazione (e qui qualche lacrima scenderà a ripensare a quei momenti) è a Parigi nel 2002: arriva al Roland Garros senza un successo in un torneo dal 1999 e questo fa di lui uno dei meno attesi protagonisti alla vigilia. Si prende però le luci della ribalta battendo nettamente il campione in carica Kuerten agli ottavi, nei quarti batte Canas in cinque set e poi supera Corretja in semifinale. Si presenta alla super sfida contro Ferrero come il classico outsider destinato ad assistere al trionfo del connazionale. Invece la storia è diversa. La storia dice Albert Costa in 4 set. Un trionfo che lo porta, di lì a poco, anche al best ranking, numero 6 al mondo.
L’anno successivo arriva in semifinale stremato da una serie di battaglie di cinque set e cede a Ferrero che si prende la rivincita sulla strada che lo porterà poi al titolo. Non arriveranno più successi nel circuito maggiore da quell’11 giugno del 2002. Solo un doppio nel 2005, in coppia con quel Rafa Nadal che lo porterà ai trionfi in Coppa Davis da commissario tecnico nel 2009 e nel 2011. E anche qui sono minuti di racconti che vanno, anche se le due gemelline hanno vivi ricordi dei successi del papà allenatore, visto che avevano rispettivamente 8 e 10 anni.
Il ritiro dal tennis giocato è arrivato nell’Aprile del 2006 dopo una sconfitta con l’amico rivale Juan Carlos Ferrero nel terzo turno del torneo di Barcellona.
Sarà una lunga serata in casa Costa: non ci saranno racconti di tennis su erba dove Albert non è mai stato protagonista, al massimo la tv potrà essere accesa sull’Atp di Nottingham, ma il filo conduttore sarà il rosso. Quello che ha contraddistinto la carriera e i successi di papà Albert. Non preoccupatevi, nulla di vietato alle 14enni Claudia e Alma che potranno gustarsi tutta la serata orgogliose di quanto fatto dal quarantenne campione di Lleida.
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