Race to London 2017: Federer e Nadal si giocano il numero 1. Dietro di loro è bagarre


Alzi la mano chi aveva pensato a un 2017 tennistico così… Roger Federer e Rafa Nadal che, come 10 anni fa, si prendono i primi tre Slam della stagione e fanno incetta di 1000, Andy Murray e Novak Djokovic, che appena un anno fa dettavano legge, in crisi di gioco e di risultati e addirittura a rischio di restare fuori dalle Atp Finals di Londra. Andiamo ad esaminare tutte le sfaccettature della volata finale che, tra conferme, ritorni e crolli clamorosi, si prospetta lunga ed avvincente.
Impossibile ipotizzare un numero 1 diverso da Nadal o Federer a fine anno, con i due che dominano la race rispettivamente con 7095 e 6545 punti, distacco abissale nei confronti del terzo che è Dominic Thiem a quota 3345, un solco che diventa insormontabile se si pensa che lo spagnolo ha solo 655 da difendere da qui a fine anno, mentre lo svizzero a questo punto del 2016 aveva già chiuso la sua stagione. Chi la spunterà? Difficile dirlo, anche se il maiorchino ha un tesoretto di punti di margine derivante dalla stagione su terra, che invece l’elvetico ha deciso di saltare a piè pari. Dando per scontato che entrambi possono arrivare in fondo allo Us Open, la differenza la farà la programmazione: avrà Roger la voglia di anticipare il rientro in campo al Masters 1000 di Montreal e poi di portare tutta la famiglia in gita a Shanghai? E il fisico di Rafa riuscirà a sostenere tutti gli impegni programmati, compresi i 500 di Pechino e di Basilea, ed eventualmente a mettere nel calderone anche l’odiato Masters 1000 di Parigi Bercy? Lo scopriremo prossimamente, ma la sensazione è che malgrado le parole di circostanza, i due contendenti non vorranno lasciarsi sfuggire l’occasione di chiudere ancora una volta l’anno al numero 1, impresa che solo pochi mesi fa sembrava utopia: per Nadal sarebbe la quarta volta in carriera (l’ultima era stata nel 2013), per Federer, che addirittura non chiude una stagione in vetta dal 2009, sarebbe addirittura la sesta volta, impresa fin qui riuscita al solo Pete Sampras.
Nel ranking Atp solo Murray al momento precede i due amici-rivali, ma lo scozzese è in caduta libera e il suo vantaggio su Rafa troppo esiguo (285 punti) per concedergli illusioni, visto anche l’enorme capitale di punti da difendere (5460) da qui a fine anno. Se il britannico, che attualmente occupa l’ottavo ed ultimo posto utile per le Finals di Londra,  si lecca le ferite dopo Wimbledon, di certo non può stare sereno Djokovic che nella race lo precede di una sola posizione: il serbo, oltre ad avere scadenze per 3740 punti, deve fare i conti anche col problema al gomito che minaccia di tenerlo ai box per un po’, come da lui stesso dichiarato dopo il ritiro nei quarti a Church Road. Problemini fisici anche per Stan Wawrinka, ma “The man” con un’ottima prima di parte di stagione ha già messo in cascina 3150 punti, scorta probabilmente sufficiente per raggiungere Londra e che al momento lo colloca al quarto posto della Race, immediatamente sopra all’acciaccato finalista di Wimbledon Marin Cilic, la cui situazione in termini di punti è simile. Inoltre il tennista di Medjugorje al momento ha eguagliato il suo best ranking nella classifica Atp al numero 6 e Wawrinka dista appena 1000 punti, ma con una cambiale da 2000 chiamata Us Open da gestire. Chiude la lista virtuale degli 8 qualificati per Londra Alexander Zverev, che iniziando l’anno da numero 24 si ritrova adesso numero 11, ed addirittura numero 6 della Race: per il giovane vincitore del Masters 1000 di Roma, l’unico problema potrebbe essere di abbondanza se a novembre dovesse decidere di schierarsi, oltre che in Inghilterra, anche alle Next Gen Finals di Milano.
Alle spalle di questi 8, ma già staccati di più di 300 punti Grigor Dimitrov, Tomas Berdych e David Goffin: soprattutto se Murray e Djokovic dovessero fermarsi non  sarà impossibile per il bulgaro e per il belga migliorare i rispettivi best rank di numero 8 e numero 10 e qualificarsi per la prima volta alle Finals (Goffin l’anno scorso era riserva a Londra, e giocò l’ultima partita del round robin al posto di Gael Monfils, racimolando appena 3 game contro Djokovic). Chi nel 2016 erano presenti, ma adesso rischiano seriamente di vedere le Finals da casa sono proprio Monfils, Milos Raonic e Kei Nishikori: il giapponese in particolare non chiude l’anno fuori dai primi otto dal 2013, ma al momento è 14esimo nella Race a pari punti proprio col canadese che l’anno scorso chiuse addirittura da numero 3 del mondo. La Monf poi è celebre per la sua incostanza, ma vederlo a questo punto della stagione al 31esimo posto della Race to London fa davvero specie, dopo che aveva chiuso il 2016 in bellezza issandosi fino alla posizione numero 6 del ranking. Più regolari, ed entrambi stabili in top 20, sono senz’altro i suoi connazionali Lucas Pouille e Jo-Wilfried Tsonga, che però devono difendere i quarti di finale dello Us Open 2016 per non rischiare di scivolare indietro; momento difficile invece per Richard Gasquet, caduto fino al numero 30 del ranking (36 nella race), complice una serie di problemi fisici.
Capitolo spagnoli: dietro Nadal (e mentre lentamente provano a risalire Verdasco, Lopez e Ferrer) provano a mettere le tende in top 20 Pablo Carreno Busta, Roberto Bautista Agut e Albert Ramos Vinolas, rispettivamente 16, 19 e 24 del ranking. Bautista è quello con le cambiali più pesanti, mentre gli altri hanno più spazio di manovra, ed in particolare il giovane Carreno, cui potrebbe riuscire un incredibile approdo in Top Ten (al momento è 12esimo nella race), risultato che sarebbe clamoroso per lui che chiudeva il 2016 alla posizione 30 e il 2015 addirittura alla 67.
Chiudiamo esaminando la stagione di 2 veterani del circuito. Gilles Muller e Sam Querrey, che dopo lo straordinario Wimbledon disputato, si sono piazzati rispettivamente al 21esimo e al 23esimo posto della classifica Atp. Per il 34enne lussemburghese si tratta del primato personale, mentre il californiano è stato anche numero 17 nel lontano 2011, ma il bello deve ancora venire, visto che da qui a fine anno Muller difende solo 370 punti e Querrey appena 165: obiettivo più vicino scavalcare i connazionali John Isner (22) e Jack Sock (17) e diventare numero 1 Usa, ma guai a porsi limiti con 4 mesi di tennis ancora tutti da vivere ed il cemento americano all’orizzonte…

 

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