Matilde Paoletti, più forte della malattia sognando Roger

Matilde Paoletti

da Trieste, Giulio Gasparin (Foto Gasparin)

Matilde Paoletti non poteva sperare in una settimana più bella all’evento marchiato Tennis Europe di Trieste, nella giornata di venerdì aveva fatto suo il titolo di doppio in coppia con l’amica Lisa Pigato, poi ha bissato a meno di 24 ore di distanza con il successo in singolare. La mamma Stefania, sugli spalti durante ogni incontro, è una presenza che passerebbe inosservata se gli esperti del settore non andassero a congratularsi con lei per il gioco e le vittorie della figlia, questo perché in un ambiente dove non sono rari i genitori che vestono i panni di coach o, purtroppo in alcuni casi, genitori troppo vocali a bordo campo, la mamma di Matilde è silenziosa e tranquilla, si gode il bel tennis che producono queste talentuose ragazzine e poi aspetta la figlia per un abbraccio a fine match.

Matilde è decisamente timida e vorrebbe scappare a nascondersi sotto la pineta che circonda il campo centrale quando intuisce che dalla mia tasca spunta un registratore. Io non insisto, ma la mamma la prega di concedermi due parole e così lei accetta. Poco più tardi, a ruoli inversi, è Matilde a obbligare la madre a concedersi ai nostri microfoni e questa mi confessa che a Matilde non piacciono le interviste: “Quando guarda il tennis e vede, non lo so, Djokovic che si fa intervistare a fine match, mi dice che se un giorno arriverà lì, lei a fine match correrà negli spogliatoi per non farsi intervistare…in inglese poi!” Mi confesserà poi che Matilde le ha ammesso che sono stato gentile e l’intervista non è stata poi così male, sicché anche io abbia potuto lasciare Trieste con una piccola soddisfazione personale.

Matilde PaolettiAndando per gradi, dunque, lasciamo la parola alla protagonista della settimana, Matilde Paoletti.

Allora, dimmi un po’, come è stata questa settimana qui a Trieste?
È stata molto bella, perché anche se io ho già fatto altri tornei, ero contenta di poter venire anche qui. Mi hanno detto tutti che era molto bello, il clima anche era piacevole, ho fatto anche nuova amicizie. Poi è stata anche più bella perché sono riuscita a vincere e sono contenta ed emozionata.

Come è stato vincere sia il singolo che il doppio?
Molto bello, perché il doppio ancora non mi aveva portato nessun titolo. Avevo fatto due finali ma le avevo perse tutte e due, quindi è stato molto bello. Invece in singolare avevo vinto già tre tornei, però ci tenevo molto a questa partita, quindi mi sono impegnata molto e sono riuscita a vincere.

Quale è stata, in questa settimana, l’avversaria con cui hai maggiormente faticato?
Beh, quella di oggi in finale, perché non mi è capitato un tabellone molto difficile, ma sono stata brava a trarne vantaggio. Ovviamente ho faticato di più sicuramente in finale.

Quando hai iniziato cosa ti piaceva del tennis?
Ho iniziato a 4 anni, quindi da 7-8 anni gioco. Sono sempre stata appassionata di questo sport, mio papà giocava ma non so se questo è quello che mi ha portato a giocare. A me piace molto.

Chi è il tuo idolo?
Roger Federer.

E le donne le segui?
Non molto, guardo più i maschi. Delle femmine non ho un idolo.

Ho poi fermato una sorridente Stefania Mignini, madre di Matilde, che con gentilezza e grande onestà mi ha raccontato come ha vissuto anche lei questa settimana di successi della figlia in terra triestina.

Settimana perfetta.
Settimana perfetta. Tabellone facile all’inizio, almeno, lei dice facile. Queste ragazze sono tutte brave, anche l’austriaca in semi non era una partita facile, ma lei è stata brava.

Matilde mi ha detto che sono quasi 8 anni che gioca, che il papà anche gioca, ma non ha iniziato per questo motivo.
Sì sì è vero, giocava anche il fratello in casa, però lei a tre anni ha cominciato con la racchettina da ping pong e la pallina da ping pong sul muro di casa e non ha più smesso. La passione è tanta, lei è più una giocatrice da passione che da allenamento da tre ore tipo la russa  (Maria Bondarenko, nda) con cui ha giocato ieri la finale di doppio. La vedi che è una che gira e non si allena tutto il giorno. Per ora la passione c’è, vedremo. E nel tennis lei guarda solo i maschi.

Sì, mi ha detto, donne no, ma Roger Federer!
Ha una gran passione, ora sta anche crescendo e con lo sviluppo può succedere di tutto. C’è interesse, ha già fatto tante esperienze nella sua vita, gira il mondo, valuterà quello che ha visto e raccolto.

Devo dire una cosa, questa è la mia prima settimana ad un Under12 ed ho visto un po’ di tutto. La cosa che mi ha fatto molto piacere è che voi, rispetto a tanti altri genitori molto presenti, siete molto tranquilli.
No no, lei non vuole, non possiamo aprire bocca. Né “dai”, né “forza”, non si può aprire bocca. Se c’è il maestro allora lui può, ma io non possono aprire bocca. Ma noi siamo tranquilli, se poi penso a cosa si vede in giro… Stamattina le ho detto ‘mal che vada si perde, ne hai già vinte quattro e se si perde, pace’. È tranquilla. Prima era ancora pià tranquilla, adesso ogni tanto qualche lancio di racchetta, ma fa parte del gioco.

E’ giusto anche che mostri che ci tenga a quello che fa.
Vero, però devono essere tenuti tranquilli, è il momento giusto, perché dopo…

So che ha avuto dei problemi agli occhi e quindi deve giocare con gli occhiali.
Lei ha una malattia autoimmune, si chiama cheratocongiuntivite Vernal, che sembra le passerà quando avrà 18-20 anni. È in cura al Meyer a Firenze, con dei colliri fatti da loro, già sperimentati. Ora è passata anche a quelli più forti, perché la ciclosporina non le bastava più. Questa è una settimana in cui abbiamo rifiatato, sta benino, ma gli occhiali deve averli sempre, non sono certo una cosa estetica. Altrimenti l’alternativa è il cortisone, ma sarebbe meglio evitarlo.

E lei come ha vissuto questa situazione?
Lì per lì è stata male, anche perché le comporta una forte congiuntivite che le fa male. Però dopo ne è venuta fuori. Poi gira sempre e si organizza da sola o con i maestri, sa che deve tenere il collirio al fresco, sa che pizzica perché questo è al 90% alcool, ma sa che le fa bene ed è brava. Ma un po’ tutti i bambini, quando sanno di avere un problema, poi ne escono meglio di noi adulti.

La trovo anche una ragazza molto riflessiva in campo, molto tranquilla.
Sì, in campo è molto riflessiva. Poi nella vita non so, è abbastanza impulsiva…non è come me, avrà preso dal padre.

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