Attento alla Pors… SDENG!

di Sergio Pastena

Delray Beach. Ah, quanto adoro Delray Beach! Per chi non conoscesse questo simpatico Atp 250, riassumo in poche parole: parliamo di un torneo catapultato nei giorni nostri attraverso un varco spazio-temporale apertosi in piena epoca paninara. In questi giorni, grazie a una programmazione adatta alla full-immersion (Dubai il pomeriggio, Delray in prima serata e Acapulco di notte) ho avuto modo di seguire anche il simpatico torneo americano, di cui riporto il best of.

Dai che la prendo… AAAAH, LA PORSCHE!!!

Quella che vedete in alto a sinistra nell’immagine è una Porsche. Sì, perché la casa automobilistica è lo sponsor principale del torneo e ha preteso di piazzare una vettura nell’angolo a favore di telecamere. Niente di male, direte voi. Provate a chiederlo a Istomin. L’uzbeko ha giocato contro Roddick e, siccome A-Rod ormai lavora le seconde più di un ceramista giapponese, un paio di volte per cercare di prendere la palla è andato a schiantarsi allegramente contro il macchinone. Spero fosse assicurato: Istomin, non il Porsche.

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Speaker british e musica da camera

Ascoltate il file audio sotto e poi rispondete alla domanda che segue.

Chi parlava e dove?

1)      Un messicano ubriaco durante la feijoada alla festa di San Ramon

2)      Dj Fargetta in preda ad allucinazioni in un villaggio Valtur di Miami

3)      Lo speaker ufficiale durante un cambio di campo a Delray Beach

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Noi non siamo sessisti, sono loro che sono donne

La cospicua quantità di patata che vedete nella foto sopra altro non è che la squadra ufficiale delle Volleygirls di Delray. Ora, per carità, altri tornei fan così, mica lo fanno per sessismo: vogliono solo evitare il ritiro di Gulbis. E poi non è che solo perché son belle… voglio dire… leggendo le interviste molte son laureate, vorrai mica che le han prese per fare la figura delle belle sceme, e dai…

Ok, scherzavo.

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Il webmaster postmoderno

Ovviamente il sito internet del torneo, oltre a racchiudere in mezza pagina duecentoventi link che riportano ad ogni branca dello scibile umano, si distingue per essere molto sobrio: i colori predominanti sono blu elettrico, giallo limone e nero pece, una roba da fare venire la labirintite a Dalì. Tocco di classe: il testo delle news principali disallineato col bordo della foto. Infine, in alto, un criptico 561.330.6000: all’inizio pensavo che avessero scritto il montepremi con uno zero di troppo, invece è solo il telefono dello stadio.

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L’addetto stampa che vede oltre

“What’up with tennis? Semifinalist John Isner and Kevin Anderson are both tall men”

L’illuminante riflessione viene dall’addetto stampa del torneo che, giustamente, si chiede “Ma cosa succede? Son tutti alti?”. Succede che giraffoni come Isner e Anderson sono in giro da quattro anni e Karlovic anche di più, genio!

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L’evento mingolato bremadurata la supercazzola anafestica

Tra gli innumerevoli eventi di Delray troviamo il celebre Mingle Event. No, non è una tognazzata e l’idea sarebbe anche carina: si distribuiscono palline numerate agli iscritti, che devono “trovarsi” e giocare contro in doppio misto. Unica controindicazione: finisce che ti iscrivi, speri di pescare la sorella di una Volleygirl e ti trovi a giocare in coppia con una settantenne canadese contro un barbuto commercialista dell’Idaho, che seppellirai di mazzate per sfogare la tua frustrazione.

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Rischia anche tu di farti uccidere da Isner!

Amante del brivido?

Incorreggibile masochista?

Semplice incosciente?

Abbiamo quello che fa per te!

Prendi anche tu un “Best Seat”, un posto a sedere ai bordi del campo. Prova a farti asportare gli incisivi da un servizio di Long John!

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Un manicomio nel manicomio

Giustamente, in un torneo sospeso tra il coatto e il kitsch, ci sta bene una semifinale che, a guardare i numeri, è priva di qualsiasi logica. Sela contro Matosevic. Punti fatti: 122-121. Percentuale di prime: 71%-50%. Punti al servizio: 61%-58%.Palle break: 17-4. Doppi falli: 3-12. Percentuale di prime nel terzo set: 78%-41%. Punti al servizio nel terzo set: 65%-59%. Percentuale di prime nel tie-break del terzo: 88%-12%. Ha vinto Matosevic. Una prece.

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Yo dawg!

Quasi dimenticavo: neanche la grammatica è stata risparmiata dalla straripante organizzazione, che sfodera un inquietante “Kidz Day”.  Non oso commentare e lascio la chiusura al beneamato Xzibit.

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