Sontuosa Sarita

di Sergio Pastena

Se a Monterrey non avevamo sfruttato il vantaggio di avere le prime due teste di serie del tabellone, ad Acapulco possiamo finalmente intonare Fratelli (anzi, sorelle) d’Italia per la prima volta nel 2012.
La vittoria finale del torneo messicano è andata a Sara Errani, che per aggiudicarsi il titolo ha dovuto eliminare, in sequenza, Roberta Vinci in semifinale e Flavia Pennetta in finale. Un podio tutto azzurro e con pieno merito: si pensi che l’unica straniera ad aver strappato un set alle nostre tre tenniste è stata la Arvidsson al secondo turno contro la Pennetta. Peccato per la Brianti, eliminata al secondo turno dopo un match lottatissimo contro la Krajicek (poi spazzata via dalla Vinci nei quarti). Insomma, tutto è andato per il meglio. In finale Sarita è stata brava a reagire dopo un primo set perso al fotofinish, nel quale aveva rimontato dal 3-5 fino al 5-5 30-0 per poi perdersi. Il secondo parziale, altrettanto equilibrato, è finito al tie break e se l’è aggiudicato la Errani: a quel punto la Pennetta ha ceduto di schianto ed ha subito un 6-0 nel parziale decisivo.

E non è tutto: per la serie “Non sono mai sazia”, Sarita poco dopo è scesa in campo con la Vinci e ha portato a casa il doppio. Le due azzurre, che avevano eliminato nei quarti l’altra coppia italiana Brianti/Camerin e ad Acapulco erano arrivate in finale nel 2010, hanno demolito in meno di un’ora le spagnole Dominguez Lino/Parra Santonja dimostrando ancora una volta di essere una coppia davvero ben assortita: solida e grintosa la Errani, una sicurezza a rete la Vinci, le due sono al sesto titoli in tre anni e han completato una bella doppietta dopo la vittoria a Monterrey. Senza dimenticare, ovviamente, la finale degli Australian Open. Riassunto messicano: ad Acapulco siamo a tre vittorie e cinque finali in singolare nelle ultime nove edizioni. Niente male, decisamente.

Perdonate il nazionalismo: in fondo il torneo principale della settimana, in teoria era quello di Kuala Lumpur. O almeno, il torneo malese era l’unico che vedeva impegnata una Top Ten, ovvero Agnieszka Radwanska. Il problema è che la polacca in finale non ci è arrivata: ha dato forfait nei quarti, spalancando un burrone nella parte alta del draw. Ad approfittarne sono state la veterana greca Danilidou e la qualificata di Taipei Su-Wei Hsieh, che si sono sfidate per un posto in finale: ha vinto l’asiatica in tre set. Nella parte bassa Jelena Jankovic ha avuto un esordio durissimo contro la baby Garcia, sconfitta solo al tie break del terzo, ma poi è andata sul velluto fino alla semifinale contro la Martic: lì, però, è stata messa a durissima prova dalla connazionale, che ha finito per batterla al tie-break del terzo set. Un gran fatica per la croata, che l’ha pagata in finale: dopo aver vinto il primo set contro la Hsieh per 6-2, ha perso il secondo per 7-5 e nel terzo ha ceduto, ritirandosi quando l’avversaria era sopra 4-1. Primo titolo in carriera contro ogni pronostico, quindi, per l’atleta di Taipei.

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