Paolo Lorenzi e il 2014: “La mia stagione migliore”

Paolo Lorenzi

di Federico Mariani

Paolo Lorenzi ci racconta la sua annata, da lui stesso definita come la migliore della carriera, e gli obiettivi per il 2015. Anche grazie alla prima finale Atp e la prima vittoria in una prova dello Slam, oltreché due titoli Challenger più una finale, è riuscito a chiudere il 2014 al numero 64 del mondo partendo fuori dai primi 100 ed a gennaio entrerà nel main draw degli Australian Open. Questo e tanto altro nell’interessante chiacchierata col tennista toscano.

La prima domanda doverosa riguarda il bilancio del tuo 2014, annata ottima. Prima finale Atp, prima partita vinta in un torneo dello Slam, hai chiuso l’anno da numero 64 del mondo. Qual è il tuo giudizio sulla stagione appena conclusa?
Credo sia la mia migliore annata perché non avevo mai chiuso così in alto nel ranking partendo fuori dai 100. Direi che, dovendo fare un bilancio, non posso che essere più che soddisfatto della stagione.

In generale si può dire che gli ultimi due anni sono stati i migliori della tua carriera e, dato che sei un classe ’81, non è cosa usuale. Qual è il tuo segreto?
Il segreto credo che possa essere la qualità del mio staff. Io continuo a fare tantissimi complimenti a loro. Da quando sono seguito da Claudio Galoppini e Stefano Giovannini, i miglioramenti ci sono ogni anno quindi credo che gran parte del merito sia da attribuire a loro.

Quali sono, invece, gli obiettivi per il 2015?
Io dico sempre che il mio obiettivo è migliorare ciò che ho ottenuto negli anni precedenti. Quest’anno l’obiettivo era migliorare il ranking rispetto a come avevo chiuso il 2013 (numero 72), quindi il prossimo sarà migliorare il 64, anche se so che non sarà facile.

In questo momento stai già svolgendo la preparazione o sei in vacanza?
No, ora sono fermo perché ho preso la polmonite ed è stato per quello che non ho giocato la finale in Ecuador. Ancora sono sotto antibiotico, ma spero che  lunedì mi diano l’ok per riprendere gli allenamenti.

Dove svolgerai la preparazione?
Principalmente mi allenerò a Tirrenia, ma qualche volta sarò anche a Livorno.

Nel 2015 alternerai sempre tornei Atp e Challenger o ti concentrerai di più sul circuito maggiore?
Fin quando avrò la classifica buona come quella di ora, farò sicuramente più tornei Atp. Per l’inizio dell’anno sono entrato a Doha quindi giocherò lì, poi farò gli Australian Open e poi credo che andrò in Sudamerica per giocare i tornei Atp sul rosso.

Speriamo in sorteggio finalmente benevolo per Melbourne perché finora hai avuto una sfortuna incredibile nei primi turni degli Slam. Cito a memoria, Djokovic (due volte, sempre nel 2012), Federer, Almagro, Berdych, Mahut (a Wimbledon)…
Sì, speriamo di avere un po’ di buona sorte dalla mia stavolta. In Australia presi Baghdatis l’anno che fece finale, poi Djokovic, poi Anderson, tutti i peggiori insomma!

Nella tua carriera hai avuto la fortuna di affrontare i migliori del mondo. Hai giocato con Nadal a Roma, con Djokovic addirittura quattro volte e quest’anno con Federer a Wimbledon. Chi, tra questi fenomeni, ti ha impressionato maggiormente?
Sinceramente, quello che mi ha impressionato in maniera pazzesca è stato Djokovic. Giocando con lui si ha proprio la sensazione che non abbia punti deboli. Non posso dire che è il più forte perché anche gli altri due sono mostri ed hanno caratteristiche incredibili, però con lui ci sono stati dei momenti che sembrava imbattibile.

Restando in tema di big, in un contesto come quello di Wimbledon (quindi non la tua superficie preferita) preferisci avere un avversario più abbordabile ma comunque complicato e giocare sul campo 17, o regalarti una giornata da ricordare sul Centre Court contro Federer come è accaduto quest’anno. Che emozioni hai provato a dividere il Centrale di Wimbledon con lo svizzero?
Ora che ho già provato la sensazione di giocare nel campo più importante contro Federer, preferisco un avversario abbordabile in un campo laterale. Quel giorno è stato incredibile, un’emozione unica già nel tunnel dove eravamo io ed il mio allenatore insieme a Federer ed Edberg. E’ un ricordo stupendo che mi porterò dietro per sempre, ora però spero di portarmi i ricordi di una partita vinta.

Volendo trovare una pecca alla tua annata, a Roma è arrivata una sconfitta deludente contro Riba, avversario che hai battuto in diverse circostanze anche recentemente in Ecuador. Che rapporto hai col torneo del Foro?
Roma è il torneo che preferisco in assoluto. Purtroppo quest’anno non ho giocato bene, anch’io speravo di far meglio e vincere. Negli ultimi anni avevo sempre giocato bene, quest’anno invece non è andata come pensavo. Speriamo nel 2015 di essere in forma in quel periodo, io ci provo sempre ma oggettivamente la primavera per me è il periodo più difficile.

E’ per questo che giochi molti tornei in Sudamerica? Per le condizioni ambientali?
Sì, in primavera in modo particolare in Europa faccio moltissima fatica con l’allergia che mi affligge. Quest’anno sono stato fortunato a Parigi perché il tempo era brutto, pioveva tutti i giorni e questo mi ha avvantaggiato. Infatti è stata la prima volta che sono riuscito a qualificarmi nel tabellone principale. Il clima in primavera vuol dire tanto per me: se piove riesco bene, ma se c’è il sole faccio fatica.

Come tennis, tolti i top player, sulla terra battuta puoi giocartela con tutti. Cosa pensi che ti manchi per fare un ulteriore step e battere regolarmente i giocatori dal 20 al 40 del mondo?
Devo migliorare ancora. Purtroppo non ho ancora un colpo fortissimo che porta via l’avversario. Dato che appunto non ho un colpo che riesce a “sfondare”,  per riuscire a battere un certo tipo di giocatori devo migliorare sicuramente il servizio, devo imparare ad avvicinarmi di più in risposta e devo essere in grado di andare più spesso a rete. Ogni tanto tendo ancora a perdere troppo campo e questo, specialmente sul rosso, mi penalizza.

Con gli altri tennisti italiani che rapporto hai? Con chi sei legato anche da un rapporto di amicizia fuori dal campo?
Il rapporto con tutti gli italiani è buonissimo. Certo, quando vado in vacanza lo faccio con altri amici più intimi con cui sono cresciuto, però sono amico anche con gli altri giocatori azzurri. Ora, ad esempio, giocherò il doppio con Andreas in Australia, col Bole invece siamo sempre insieme a Tirrenia.

A livello di potenzialità tra gli italiani pensi che Fognini sia un gradino avanti agli altri?
Devo essere sincero, ho visto fare a Fognini cose in allenamento di livello altissimo e credo che lui abbia il potenziale maggiore tra gli italiani. Come tennis lui può giocarsela benissimo coi primi e speriamo che l’anno prossimo riesca a trovare quella continuità che serve per trovare ancora risultati più prestigiosi, nonostante ne abbia già conseguiti numerosi.  Anche il Bole quest’anno ha fatto una stagione incredibile, sta giocando benissimo, lui è già stato 30 del mondo quindi vuol dire che ha senza dubbio le qualità per tornarci. Sulla diagonale di dritto in pochi sono in grado di reggerlo, tira veramente fortissimo.

Tornando a te, l’obiettivo più ottimistico a cui puoi guardare? Primi 40 del mondo?
Non lo so. Se qualche anno fa mi avessero detto “andrai nei primi 50” o “farai una finale Atp” non ci avrei creduto neanche io. Il mio best ranking è 49, andare sopra i 40 sarebbe grandioso, però magari riesco a stupirmi ancora un’altra volta.

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