Diario di bordo da Trento

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di Matteo Mosciatti

“Sveglia ragazzi! Sveglia!” Comincia così l’ultimo lunedì del 2014 per me e i miei “colleghi” tennisti nella rigida trasferta trentina di fine anno. La voce, manco a dirlo, é quella del Maestro Federico Lucchetti, l’uomo che vanta il privilegio (diciamo così) di aver assistito a più match del sottoscritto di chiunque altro in questi nove altalenanti anni di remate. Ma torniamo a noi.

Sono le 8 e, prima di uscire dalla camera dell’ostello in cui alloggiamo, prepariamo i rispettivi borsoni con tutto l’occorrente per la lunga giornata che andremo ad affrontare. La consueta allegria che caratterizza il nostro gruppo stenta a farsi viva poiché la sera precedente uno di noi é stato eliminato nell’Open al CT Trento perdendo 6/4 al terzo e, si sa, a volte non basta qualche ora di sonno per digerire una sconfitta di questo genere. Tuttavia sono sufficienti due minuti di cazzeggio, i primi di una lunga serie, qualche presa in giro ed ecco tornato il sereno sul volto di tutti, persino di chi ha già perso.

Prima tappa della mattina La bottega del caffè, delizioso bar vicino la stazione forniti di ottimi muffin. A proposito, prima nota di merito per il cioccolato di questa zona, raramente ne ho mangiato di più buono.

Nutriti quanto basta, o forse un po’ di più, ci dirigiamo verso la fermata del mini-autobus “A/” che ci porterà al circolo A.T.A. Battisti, sede dell’altro torneo Open con montepremi che si disputa da molte stagioni in questo periodo dell’anno. La pulizia delle strade trentine mi colpisce (sono di Roma, comprendetemi) e fa sorgere nella mia testa una domanda: “Se sono così puliti, perché negli alberghi non c’è il bidet?”. Tranquilli, non vi chiedo la risposta, meglio buttarla sul ridere.

Il circolo é bello, accogliente ed è sempre un piacere tornarci; la struttura con i due campi in Play-it fa sempre la sua figura e la club-house merita un otto in pagella solo per la quotidiana presenza della Gazzetta dello Sport. Prenotata l’ora di allenamento sulla terra rossa (alle 20.30 gioco il primo turno al CT sulla terra, appunto) facciamo un giro per i campi, dove si stanno sfidando i ragazzi 2.8-2.7 e le ragazze 2.7-2.6.

Seduto su una panchina scorgo il Prof Salvatore Buzzelli, illustre preparatore atletico inventore dell’apparecchio a base di luci colorate e suoni denominato “Sensobuzz” o “Sensotraining”, straordinario per allenare la reattività, i riflessi e tanto altro. Nell’incontro femminile che sta distrattamente seguendo assisto a cinque chiamate errate (per non dire “furti”) in sette games, non male se l’obiettivo é il commissariato. Purtroppo nelle partite su superfici rapide senza arbitro di sedia questa é un’abitudine, eppure mi sorprendo ancora quando vedo palle rimbalzare venti centimetri dentro il campo ed esser chiamate “out”. Due campi più in là una ragazza dalla discutibile forma fisica tira lob da tutte le posizioni facendo impazzire l’avversaria fino a vincere il match. Good job girl.

La precisione di questa città si manifesta quando chiedo in segreteria un tubo di palle per l’allenamento: oltre alle quattro Head ATP mi viene data una chiavetta da inserire in un’apposita fessura ai margini del campo. Dall’istante in cui la infilerò si accederanno i riflettori e partirà un cronometro che al termine dei 60 minuti che ci spettano li spegnerà, garantendo il totale rispetto dei tempi a chi si allenerà dopo di noi. Scaduta l’ora di gioco (in cui, tra l’altro, servo ad una velocità mai raggiunta in partita) passiamo il tappeto come non facciamo quasi mai a Roma e andiamo negli spogliatoi.

Stretching, doccia pennette al ragù e cameriera che, notando il nostro accento capitolino, se ne esce con un “mortacci de pippo” che ci rende prima increduli e poi divertiti, visto che la simpatica signora non sapeva si trattasse di una parolaccia. Prima di tornare alla fermata dell’A/ lascio una racchetta ad incordare e scopro che l’addetto a tale servizio é il mio avversario del primo turno allo stesso A.T.A. Battisti, esordio che avverrà l’indomani. Speriamo non ceda alla tentazione di tirarmi le corde 15/14!

Breve riposino in camera e via verso il CT Trento, che tra un paio d’ore debutto. Il mio sfidante ha vinto in tre set la mattina (capita di dover fare doppi turni in questi tornei) ma, complice il ritardo sugli orari di gioco, ha molto tempo per recuperare. Dietro al bancone del bar c’é la sosia di Andrea Petkovic, non male. Sul campo dove giocherò é all’opera Matteo Tinelli, ’97 di Milano che esprime un tennis vario, divertente e soprattutto molto efficace, vista la rapidità con la quale supera un buon avversario.

Il tempo di mezza porzione di pasta al pomodoro, di quattro esercizi con l’elastico e ci siamo: sto per entrare in campo. Alla prossima ragazzi.

Per Sky Sp…ah no! Per Spazio Tennis, da Trento, Matteo Mosciatti.

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