Atp, cosa fanno i top 100 contro top 10?

E’ un momento difficile in cui il tennis, come tantissimi altri sport, è fermo e lo sarà fino almeno fino al 7 giugno a causa del Coronavirus. L’impossibilità di trattare il tennis giocato, non impedisce, tuttavia, di disquisire su quanto successo fino all’ultima settimana (completa) in cui si è giocato (Davis a parte). In particolare oggi tratteremo gli aspetti, a livello statistico, più interessanti riguardo ad alcuni top 100 quando si son trovati di fronte un top 10.

PERCENTUALE W/L (WIN/LOSE): I “TOP 10” VS TOP 10                                       

Tra i top 100 la percentuale migliore di W/L contro un top 10, su una base di almeno 10 incontri effettuati, appartiene al attuale numero 1 del mondo, nonché vincitore di 17 prove dello Slam, Novak Djokovic. Il campione serbo , infatti, quando si è trovato di fronte uno tra i primi dieci della classifica ATP ha vinto nel 68,8% dei casi, che si traduce in 212 vittorie e 96 sconfitte. Un rapporto W/L incredibile per il fuoriclasse serbo, capace inoltre, in una singola stagione, di raggiungere anche l’86,1%. Era il 2015, anno in cui vinse tre Slam, ed ottenne anche ben 31 vittorie contro top 10 a fronte di sole 5 sconfitte. Dietro di lui non poteva non esserci il suo rivale storico, ossia Rafa Nadal, anche lui detentore di una percentuale W/L fenomenale. Il 33enne di Maiorca vanta, difatti, il 65% di vittorie con top 10, ossia 171 vittorie (ben 41 meno di Djokovic) e 92 sconfitte. La percentuale dello spagnolo si eleva ad un pauroso 83% (93W/19L) se si tengono in considerazione solo le sfide con top 10 su terra battuta, superficie prediletta del campionissimo spagnolo. Non a sorpresa completa il podio l’altro Fab Three, ossia Roger Federer, che detiene una percentuale del 64,5%, cioè 212W, le stesse di Djokovic ma ben 27 sconfitte in più (123). Per fare una giusta considerazione sul dato dello svizzero bisogna però sottolineare due aspetti che, in negativo, sono fondamentali: la straordinaria “longevità” e i “funesti” 2013 e 2016. Nelle ultime due stagioni (compreso l’Australian Open 2020) ed appunto in quelle che sono le due annate più brutte della strepitosa carriera dell’elvetico, il fenomeno di Basilea ha difatti vinto solamente 16 dei 48 match disputati contro top 10, esattamente il 33,3%. Questo dato così negativo, in netto contrasto con il dato generale W/L, dimostrano la straordinarietà di quest’ultimo.

Dopo i Fab Three troviamo Stefanos Tsitsipas, che detiene il 44,7% di vittorie con top 10, ossia 17W e 21L. Tra queste 17 vittorie spiccano certamente le quattro ottenute lo scorso anno alle Finals di Londra che gli sono valse il titolo, ad oggi, più importante della sua giovanissima carriera. Completa la top 5 il nostro Matteo Berrettini, che quando si è trovato di fronte un top 10 ha ottenuto 6W e 8L, ossia una percentuale del 42,9%. Certamente la statistica del classe ’96 romano, come quella di Tsitsipas d’altronde, è piuttosto “giovane” ma dimostra una particolare propensione da parte di entrambi nell’affrontare i top player con l’ “attitude” giusto. In sesta posizione, con una percentuale identica, ossia il 41,5%, troviamo l’attuale numero 3 del mondo Dominic Thiem ed Alexander Zverev. Il primo ha un totale di 27 successi e 38 sconfitte quando ha affrontato un giocatore classificato tra i primi 10 mentre il classe ’97 tedesco detiene il seguente rapporto Vittorie/Sconfitte: 22-31. In settima posizione, troviamo, invece, il nome più sorprendente di questa top 10, cioè Tennys Sandgren, attualmente numero 55 del ranking ATP,  che ha ottenuto ben 4 vittorie nelle 10 volte in cui affrontato un top 10. Non è un caso, poi, che tutte le sue vittorie siano arrivate agli Australian Open (3) e a Wimbledon (1). Il classe ’91 statunitense detiene, infatti, proprio in quei due tornei i suoi migliori risultati nel circuito (insieme al titolo di Auckland): quarti(2018 e 2020) in Australia e ottavi a Wimbledon (2019). Inoltre, in due delle quattro occasioni, il top 10 sconfitto dal ventottenne nordamericano era un azzurro: a Wimbledon Tennys ha sconfitto col punteggio di 6-3 7-6(12) 6-3 Fabio Fognini al terzo turno mentre agli Australian Open 2020 il nativo di Gallatin ha sconfitto al secondo turno un Matteo Berrettini non al meglio col punteggio di 7-6(7) 6-4 4-6 2-6 7-5. Le altre due vittorie sono giunte sempre in Australia nel 2018 con Wawrinka al terzo turno e Dominic Thiem agli ottavi. Infine sul discontinuo tennista a stelle e strisce possiamo dire che la sua percentuale, per quanto si basi su pochi match (come detto appena 10), poteva essere anche del 50%, se in questa edizione degli Australian Open avesse sfruttato uno dei 7 match point avuti nel suo match “thriller” in quarti con Federer.

Dopo lo stravagante Sandgren, in ottava posizione troviamo “il re della discontinuità”, Mr Nick Kyrgios. Il classe ’95 australiano, attuale numero 39 del ranking, detiene il 39,6% , ossia 21W E 32L. Il nativo di Canberra pur non avendo usufruito fino a questo momento pienamente del suo immenso talento dimostra, tramite questa statistica, quanto sia sempre un pericolo per i big, in particolare nei tornei che si disputano al meglio dei tre set.

In nona e decima posizione, infine, troviamo il tre volte vincitore Slam Stan Wawrinka, che, in considerazione ai match giocati, ha un ottimo score, ossia 57W e 95L (37,5%) e Kei Nishikori, infortunato dagli Us Open 2019 e attualmente numero 31 del mondo, che detiene il 36,4% di vittorie con top 10, cioè 39 vittorie a fronte di 68 sconfitte.

GLI ITALIANI VS TOP 10                                                                                                Oltre al già citato Matteo Berrettini, che come abbiamo visto è tra i migliori 5 al mondo per percentuale di vittorie con top 10, ci sono, nell’ultima classifica pre-stop a causa del Coronavirus, altri 7 azzurri in top 100 ed ora andremo a vedere il loro rapporto W/L con i top 10. Partiamo dal numero 2 d’Italia, nonché attuale numero 11 del mondo, ossia Fabio Fognini, che pur vantando nella sua carriera scalpi eccellenti ed oltre ad essere stato l’unico insieme a Thiem, Gaudio e Djokovic ad aver battuto 3 o più volte Nadal su terra, ha uno score contro top 10 piuttosto negativo. Il classe ’87 ligure ha ottenuto, difatti, appena 15 vittorie su 77 match totali con giocatori posizionati fra i primi 10 giocatori del ranking. Una percentuale quindi pari al 19,5% di vittorie.

Ancora nessuna vittoria con top 10, invece, per Lorenzo Sonego. Il ventiquattrenne torinese, 46esimo nel ranking, nelle tre sfide avute con un primi 10 del mondo (Isner a Miami 2019, Federer al Roland Garros 2019 e Thiem a Kitzbuhel) non ha mai nemmeno vinto un parziale. Sicuramente quella del ’95 azzurro è una statistica più che “giovane” però è certamente singolare come, insieme, a Ruud ed Humbert, sia l’unico top 50 a non aver battuto un top 10.

Successo che, al contrario, ha ottenuto Jannik Sinner. Il classe 2001 altoatesino, oltre ad essere il più giovane tra i primi 100 giocatori del ranking ATP, si è già tolto il lusso di sconfiggere un top 10. E’ successo quest’anno negli ottavi dell’ATP 500 di Rotterdam, in cui il prodigio azzurro ha sconfitto per 7-6(7) 7-5 il belga David Goffin ed ha raggiunto i suoi primi quarti di finale in un torneo di quel livello. Oltre quella splendida vittoria per Jannik ci sono da segnalare anche due sconfitte con top 10: una con Monfils al secondo turno dell’ATP 500 di Vienna e una occorsa un mesetto fa all’ATP 250 di Marsiglia, qunado venne sconfitto in rimonta da Daniil Medvedev. La sua percentuale è quindi pari al 33,3%. Poco dopo Sinner, in classifica troviamo il sorprendente Gianluca Mager. Il tennista sanremese ha giocato solamente un match con top 10 e lo ha disputato nella settimana che lo ha portato in top 100. Stiamo parlando dell’ATP 500 di Rio, in cui il tennista sanremese ha raggiunto la sua prima finale a livello ATP e lo ha fatto sconfiggendo, fra gli altri, Dominic Thiem (7-6 7-5) in quarti. La sua statistica contro top 10, pur se basata su un solo match, è quindi del 100%. Stesso discorso anche per Stefano Travaglia, che ha disputato un unico match con top 10 e lo ha vinto ad Umago nella stagione scorsa. Il suo avversario era Fabio Fognini, che si ritirò sotto 6-1 2-1.

Decisamente più ampia è invece la base statistica rigurdante il veterano Andreas Seppi. Il 36enne di Bolzano ha infatti giocato ben 93 match con un top 10, vincendo solo in 10 occasioni, quindi nel 10,8% dei casi. Nonostante lo score sia decisamente negativo Andreas ha ottenuto diversi scalpi prestigiosi. I match che più risaltano alla mente sono certamente: la vittoria al secondo turno con Rafa Nadal a Rotterdam nel 2008 (primo italiano a battere il campione spagnolo), il secondo turno vinto, con un’incredibile rimonta, a Roma con John Isner nel 2012 e, soprattutto, il terzo turno vinto in quattro set con Sua Maestà Roger Federer agli Australian Open 2015.

Come Sonego, invece, anche Salvatore Caruso, ultimo azzurro in top 100, non ha ottenuto alcuna vittoria con top 10. A differenza del connazionale, il tennista siciliano ha disputato solo due match con un primi 10 ma esattamente come il torinese non ha vinto nemmeno un parziale. Difatti, è stato sconfitto in tre set al terzo turno del Roland Garros 2019 da Nole Djokovic e stesso risultato anche con Tsitsipas agli Australian Open di quest’anno.

IL MAGRO “BOTTINO” DEI NEXT GEN                                                                       

Si parla da anni del “ricambio” generazionale al vertice del ranking ATP. Un qualcosa che in realtà, in parte, è già avvenuta: basti vedere l’avvento di Tsitsipas e Berrettini, di Daniil Medvedev, oltre che di Zverev, già da anni ai vertici della classifica mondiale. Giocatori che certamente si stanno ben comportando nelle ultime stagioni ma, almeno finora, non sembrano in grado di impensierire i Fab Three. Anche tra i più giovani, ossia dalla classe 99 in poi (quelli da considerare i “veri” Next Gen), ci sono certamente nomi altisonanti ma per ora, almeno in base alla statistica dei top 10 battuti, non ci sono numeri positivi. Sommando i numeri dei giovanissimi presenti in top 100 (ben 7), infatti, si possono contare solamente 14 successi contro giocatori presenti tra i primi 10 giocatori del mondo su 60 match disputati. Se a questo aggiungiamo che praticamente la metà dei successi appartiene solo a un giocatore (Shapovalov, 6 vittorie su 20 match giocati) ne vien fuori che gli altri insieme hanno un misero totale di 8 vittorie al fronte di 32 sconfitte. Un bottino piuttosto magro quindi per le nuove leve del circuito ma è fondamentale fare un’altra considerazione: 6 delle 8W e 24 delle 32L appartengono solo ad altri due giocatori, che come “Shapo” si trovano in top 30, ossia l’altro prodigio canadese Felix Auger Aliassime e Alex De Minaur. Il primo ha, infatti, uno score di 2W e 10L mentre il talento aussie ha un parziale di 4W e 14L. Gli altri quattro Next Gen presenti in top 100 hanno quindi disputato solo dieci match con top 10 e sono rispettivamente: Ugo Humbert (0W,1L), Miomir Kecmanovic (1W-2L), il già citato Jannik Sinner (1W-2L) e l’altro francese classe ’99 Corentin Moutet (0W-3L).

E’ chiaro queste considerazioni non spiegano appieno il valore in quanto ci sono giocatori, come ad esempio Cristian Garin che hanno vinto anche più di un torneo, hanno raggiunto la top 20 avendo battuto appena un top 10. E’ altrettanto ovvio che queste considerazioni non danno un’idea delle potenzialità dei Next Gen, che avranno svariato tempo per convertire dei numeri, ad oggi, molto negativi. Tuttavia queste riflessioni, fatte anche un po’ per gioco, permettono, in parte, di spiegare le certe difficoltà che le nuove generazioni hanno nel provare ad insidiare parte della Old-Gen, in particolare i Fab Three.

Leggi anche: