Cosa resterà del 2014 ATP?

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di Alessandro Mastroluca

Il ritorno di Federer. La conferma di Djokovic. La sorpresa Wawrinka. L’esplosione di Nishikori. Abbiamo scelto cinque partite per ripercorrere il 2014 al maschile. Aspettando le vostre scelte.

Stan Wawrinka d. Novak Djokovic 26 64 62 36 97 – Australian Open quarti

Stesso posto un anno dopo. La rivincita di Stan. Dalla beckettiana sconfitta dell’anno scorso a una vittoria altrettanto epica che rompe la serie di 25 vittorie di fila di Djokovic a Melbourne e apre al primo titolo in carriera di Wawrinka. È di Nole, che non perde dalla finale degli Us Open, il primo break del quinto set: 2-1. Ma il vantaggio dura poco, il controbreak è immediato. Wawrinka si ritrova a un punto dal cedere il servizio anche nel quinto e nel settimo game. Djoko serve sotto 7-8 30-30. Mette fuori di dritto in avanzamento e larga la volée, sempre di dritto, sul match point. Wawrinka ha continuato a provare, a provare meglio. E stavolta non ha fallito.

Grigor Dimitrov d. Andy Murray 46 76(5) 76(3) – Acapulco semifinale

È la prima volta del torneo di Acapulco sul duro. E sul blu dipinto di blu Grigor Dimitrov si prende il secondo titolo ATP in carriera. La semifinale contro Murray è un test di resistenza tanto fisica quanto mentale. Entrano in campo alle 23.30, lo scozzese firma subito il break e vince il settimo set di fila contro il bulgaro. Nel terzo game del secondo, uno scambio da 27 colpi accende la Cancha Central. Dimitrov tiene, allunga al tiebreak e poi al terzo. Serve anche per il match sul 5-4, ma si fa strappare il servizio. Si torna al tiebreak il bulgaro allunga 5-2 e alle 2.30 di mattina festeggia una delle più importanti vittorie in carriera. Ha vinto 26 punti a rete su 33, ne ha fatti in totale due in meno di Murray, 107 a 109, ma gli bastano per il primo successo del 2014 su un top10. Gli servirà un altro tiebreak al terzo set per domare Kevin Anderson in finale.

Philipp Kohlschreiber d. Dustin Brown 64 57 76(16) – Halle quarti

È il match più bizzarro del 2014. Kohlschreiber salva 5 match point nel terzo set prima del tiebreak a un Dustin Brown che arriva dalla “lezione” a Nadal. Nel tiebreak finale 12 punti su 34 sono match point. Brown sfodera il meglio del suo tennis azzardato, ben fuori dall’ortodosso e dall’ordinario. Kohli chiude al settimo match point e scrive una pagina difficile da dimenticare di questo 2014.

Novak Djokovic d. Roger Federer 67(7) 64 76(4) 57 64 – Wimbledon finale

Roger Federer ha vinto la sua prima Davis, è tornato in finale al Masters senza aver vinto titoli dello Slam, ha rimontato due set a Monfils agli Us Open, e forse pagherà in tutto o in parte la stanchezza accumulata nella semifinale contro un Cilic pur deluxe. Ma della sua stagione resta una sconfitta, la finale a Wimbledon che ancora una volta riassume tutto lo spirito e la passione del campione che sfida l’anagrafe. Djokovic, che ha perso cinque delle ultime sei finali Slam giocate, allunga 5-2 nel quarto e sembra ormai vicinissimo alla vittoria. Ma per il secondo titolo all’All England Club è troppo presto. Federer stampa il break per il 4-5, cancella un match point con un ace, vince cinque game di fila e regala al pubblico del Centrale un quinto set a cui nessuno ormai credeva più. Il numero 1 del mondo manca tre palle break nell’ottavo game. Ma ha una seconda chance nel decimo. L’ultimo. E stavolta non sbaglia. Mancano quattro minuti alle quattro ore di gioco. Come Murray in semifinale agli Australian Open 2013, Djokovic ha avuto palle set in tutti e cinque i parziali. E si è preso un titolo che vale doppio: se avesse vinto Federer, ci sarebbe stato lo svizzero al numero 1 a fine 2014.

Kei Nishikori d. Milos Raonic 76(5) 46 64 – Tokyo finale

Nishikori ha giocato, e vinto, almeno tre partite che meriterebbero di finire in classifica. Ha piegato David Ferrer in semifinale a Madrid, uno dei quattro successi del 2014 sul valenciano che alla Caja Magica salva i primi nove match point prima di arrendersi. È entrato nella storia a New York, è diventato il primo giapponese in semifinale agli Us Open dal 1933, dopo cinque set di livello altissimo contro Stan Wawrinka. Lo svizzero si lamenterà di non aver rischiato abbastanza nel quinto, mentre il Samurai viene premiato con un break nell’ultimo game del match. Vince 36 75 76(7) 67(5) 64 e il resto è storia. Prima di quella vittoria aveva piegato, sempre in cinque set, Milos Raonic. E lo ritrova in finale a Tokyo. Il confronto di stili c’è e si vede. Milos corre più del solito, tiene lo scambio da fondo ad alto ritmo come raramente si era visto. Eppure contro un Nishikori rinvigorito dal pubblico di casa dopo la delusione della prima finale Slam persa e praticamente non giocata, non basta.

MENZIONE SPECIALE

Andy Murray d. Tommy Robredo 36 76(7) 76(8)

E’ la battaglia dell’anno. Robredo estrae un passante di rovescio da lontanissimo, e lontanissimo non rende l’idea, sul 4-4 nel tiebreak del secondo set. Manca cinque match point, come un mese prima a Shenzhen contro lo scozzese, porta a casa il punto dell’anno, ma perde la finale più lunga dell’anno. E va a stringere la mano a Murray ridendo ma con i medi alzati.

Roger Federer d. Gael Monfils 46 36 64 75 62 – Us Open quarti

E’ la partita simbolo del “ritorno del re”. Va sotto di due set, ha due match point da salvare. Cancella il ricordo dei match point che Djokovic gli ha annullato due anni di fila sull’Arthur Ashe, e spara a tutta. Volée vincente. Dritto detonante. La partita è girata.

Rafael Nadal d. Pablo Andujar 26 63 76(10) – Rio de Janeiro semifinale

Prima del 2014 Nadal ha vinto 63 partite su 65 contro avversari spagnoli. A Rio de Janeiro già capisce che qualcosa è destinata a cambiare. Andujar lo mette alle corde, gli strappa il primo set, arriva per due volte a un punto dalla vittoria. Nadal si salva e raggiunge la finale numero 88 in carriera, ma sarà fermato da Ferrer a Montecarlo e da Almagro a Barcellona.

Roger Federer d. Stan Wawrinka 46 75 76(6) Barclays ATP World Tour Finals, semifinale

Roger e Wawrinka lottano in campo. Wawrinka discute con Mirka. Roger discute con Stan. È la notte in cui succede tutto, e tutto si ricompone prima della Davis. Wawrinka manca tre match point sul 5-4 nel terzo, forse il miglior game della stagione. Federer alla prima occasione chiude con una palla corta da manuale.

Nick Kyrgios d. Richard Gasquet 36 67(4) 64 75 10-8 – Wimbledon, terzo turno

A proposito di match point, Kyrgios ne salva nove a Richard Gasquet, a Wimbledon. È una sconfitta iconica della stagione di Gasquet, chiusa con il fallimento di Lille. Nessuno aveva mai vinto una partita in uno Slam con tanti match point contro dal 2004, quando Vince Spadea aveva sconfitto Florent Serra al primo turno del Roland Garros.

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