Stefano Dolce: “Vi racconto il 2013 di Baldi”


(Filippo Baldi e Stefano Dolce)

di Alessandro Nizegorodcew e Giacomo Bertolini

Intervista di Spazio Tennis a Stefano Dolce, coach di uno dei talenti italiani più attesi, il classe ’96 Filippo Baldi. Ecco come ha riassunto i primi mesi di questa nuova, importante stagione, tra trasferte formative, circuito Future e allenamenti “di lusso”…

Iniziando da gennaio, com’è stata preparata la trasferta in Australia?
“Siamo partiti per l’Australia allenandoci una settimana nel loro centro tecnico nazionale per poi giocare il torneo di Traralgon prima dell’Australian I’Open. E’ stata una trasferta di tre settimane molto positiva nella quale Filippo ha ottentuto importanti risultati con buone prestazioni e ha avuto modo di allenarsi con professionisti molto disponibili come Ferrer e Seppi, godendosi così a pieno questa esperienza formativa.”

Com’è stato invece il periodo trascorso in Sud America a febbraio per la preparazione invernale?
“E’ stata anche questa una bellissima trasferta. Ci siamo allenati per tre settimane a febbraio in Argentina curando, per prima cosa, l’aspetta fisico. Nel tempo rimanente invece abbiamo avuto la possibilià di vivere da vicino il torneo Atp 250 di Buenos Aires. Un’occasione per Baldi per allenarsi e conoscere meglio i tennisti italiani impegnati in quel torneo, come Bolelli, Fognini, Cipolla, Lorenzi, Starace, oltre a David Ferrer e David Nalbandian.”

A proposito di Nalbandian e degli italiani, com’è il rapporto tra Filippo e i professionisti?
“Per quanto riguarda Nalbandian abbiamo avuto poco tempo per conoscerlo visto che ha incontrato Ferrer dopo solo due turni, anche se è indubbiamente un tennista con una grande pesantezza di palla e un bellissimo tennis. Diciamo che non amava particolarmente stare in giro per il circolo, di solito una volta terminati gli allenamenti se ne andava immediatamente. Per quanto riguarda gli italiani sono stati tutti molto gentili e più di una volta ci chiedevano di fargli da “sparring” negli allenamenti anche per sei-sette ore al giorno. Sono stato molto contento che Filippo abbia fatto la loro conoscenza e, assistendo alle partite, abbia vissuto dal vivo sia il prima che il dopo partita.”

Tornando al tema della preparazione, qual è stato, nello specifico, il lavoro svolto?
“Uno degli obiettivi era quello di far prendere coscienza a Filippo di come cambi il modo di stare in campo e lo stile di gioco una volta intrapreso il percorso dei Futures piuttosto che quello dei tornei Junior. Per quanto riguarda invece gli aspetti più tecnici ci siamo soffermati sui fondamentali primi due colpi, il servizio e la risposta, visto che ormai tutti, a differenza di quanto accade nel mondo giovanile, servono benissimo e rispondono in maniera aggressiva.”

Qual è il tuo parere su Quinzi? Quale rapporto c’è tra questi giovani e promettenti azzurri?
“Gianluigi è il traino di tutti i giovani italiani, ha un grandissimo potenziale ed è un ragazzo ottimo, così come ottimo è il rapporto che lo lega in particolare a Baldi, con il quale ha condiviso, vista l’età, diverse competizioni per la Nazionale sin dai 12 anni, diventando poi campioni mondiali Under 16 lo scorso anno. Abbiamo avuto modo di incontrarlo visto che la sua trasferta in Argentina coincideva con la nostra, anche se poi ognuno segue il proprio percorso.”

Come sono andati invece i primi tornei Futures dell’anno?
“Abbiamo scelto di andare a giocare i tornei in Turchia per dare continuità al nostro progetto di giocare all’aperto dopo l’avvio in Australia e la trasferta in Argentina. E’ stata una esperienza positiva che ha visto Filippo passare le qualificazioni e anche un turno nel tabellone principale prima di fermarsi contro l’italiano Simone Vagnozzi, una tipologia di giocatore con la quale Filippo non ha ancora molta dimestichezza.”

In conclusione, quale sarà la vostra programmazione futura?
“Per incrementare ancora il numero di partite giocate e prendere maggiore confidenza giocheremo il torneo giovanile su terra di Firenze per poi disputare una serie di Futures sicuramente in Italia e magari anche all’estero. Mi piacerebbe inoltre che Filippo si confrontasse da qui a fine stagione, in tre o quattro occasioni, con la realtà dei Challengers anche se per i prossimi mesi l’attenzione sarà concentrata sui tornei under 18 di Bonfiglio, Roland Garros e Wimbledon.”

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