Federico Buffa: «Excalibur mi ha commosso»

Federico Buffa e Roberto Commentucci
(Federico Buffa e Robero Commentucci)

di Alessandro Nizegorodcew

Evento di grande successo e suggestione, lunedì sera, al The Yard di Milano, per la presentazione del libro “Sara Errani – Excalibur” di Roberto Commentucci, edito da Mondadori, alla presenza delle telecamere di Sky.

Federico Buffa e Cristiana Buonamano hanno condotto la serata davanti a una platea composta da esponenti della stampa specializzata, amici e addetti ai lavori (era presente anche il Capitano di Davis e Fed Cup Corrado Barazzutti). Una gradevolissima chiacchierata a 360 gradi, che ha spaziato dal “concept” del libro, al percorso agonistico e umano di Sara per poi arrivare fino al presente, con le grandi prestazioni di quest’anno, la finale agli Internazionali d’Italia e il fenomenale exploit di pochi giorni fa a Wimbledon, il Career Slam in doppio colto con Roberta Vinci,.

Federico Buffa è stato l’autentico mattatore, con la sua inimitabile verve, la sua sconfinata aneddotica e la grande capacità di trasmettere emozioni. Il popolare giornalista ha manifestato grande apprezzamento per il libro “Un’opera di qualità inattesa e sorprendente. Mi sono emozionato, l’ho letto in aereo in meno di un’ora e alcuni passaggi mi hanno davvero commosso” sottolineandone la notevole originalità di concezione “inizia come un convenzionale racconto sportivo, per poi gradualmente allargare il quadro e diventare tutt’altro, avvincendo il lettore”.

L’autore Roberto Commentucci, (dirigente dilettante della Fit e amico della famiglia Errani) ha ricordato come il libro sia, in parte, una piccola rivincita morale nei confronti dello scetticismo che circondava Sara, specie agli inizi della sua carriera. “Tutto ha inizio con il cambio di racchetta (una Babolat Pure Drive Long Body) perché si è trattato dell’evento determinante della carriera di Sara: la racchetta è stata in realtà un catalizzatore, l’elemento esterno che ha scatenato nella testa di Sara una vera e propria reazione chimica, rendendola pienamente consapevole dei suoi mezzi e abbattendo tutti i limiti, più o meno inconsci, che la confinavano in una posizione di classifica intorno alle prime 50 del mondo”.

E’ stata poi la volta di Sara Errani, applauditissima e molto a suo agio, che ha ripercorso assieme a Buffa e alla Buonamano tuti i momenti più importanti della sua carriera, dal famoso soggiorno alla Bollettieri Academy “i miei genitori sono stati dei pazzi a mandarmi, avevo appena 12 anni: ma io avevo perso in finale ai campionati italiani, dalla Velardi, e nella mia testa io volevo andare in America, migliorare e poi tornare per prendermi la rivincita!” alla scelta di Pablo Lozano “volevo una persona ambiziosa  e determinata: in lui ho trovato professionalità e grande motivazione. Siamo quasi coetanei e abbiamo fatto un bel cammino assieme. Per me è uno di famiglia”  fino al fatidico cambio di racchetta “dopo un solo allenamento, io ero già assolutamente convinta che fosse la cosa giusta da fare, le sensazioni erano state davvero incredibili. Mio papà voleva evitare di rompere con Wilson, anche per via della penale da pagare, ben 30.000 euro, e voleva che giocassi con una racchetta Babolat pitturata. Ma io non ho mai avuto dubbi”. Molto significativo il racconto della prima vittoria importante con il nuovo attrezzo, sulla Wickmayer a Auckland “avevo perso il primo set, mi sono detta, perso per perso provo a rischiare il tutto per tutto: ho visto che i colpi andavano, che le facevo male, e la partita è cambiata”.

Da allora, vedo che anche le avversarie sono cambiate nei miei confronti: mi rispettano di più, sono molto concentrate e si vede che mi temono: a Stoccarda la Sharapova nel palleggio di riscaldamento praticamente non mi ha fatto scambiare: mi tirava solo vincenti!”

Memorabile la definizione finale di Buffa: “Insomma, hanno capito che sei diventata qualcosa di diverso e di più pericoloso, non sei più solo un piccolo muro biondo con due laghetti alpini davanti!”

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