Vazquez: “Quinzi ha cambiato la mia vita”


(Gianluigi Quinzi e Sebastian Vazquez)

di Alessandro Nizegorodcew

Spazio Tennis intervista Sebastian Vazquez, attuale allenatore di Stefano Travaglia e collaboratore del CPA Marche. Ha seguito e segue giovani talenti quali Quinzi, Ramazzotti, Cocciaretto e molti molti altri.

Partiamo dalla tua storia personale. Chi e come si avvicina al tennis Sebastian Vazquez?
Sono nato ad Adrogue, a sud della provincia di Buenos Aires. Ho iniziato a praticare il tennis all’età di 6 anni grazie a mia madre; guardandola giocare al circolo con le sue amiche mi sono appassionato a questo bellissimo sport. Da quel momento non ho mai smesso di giocare a tennis, senza peraltro interrompere gli studi. Nelle categorie under 12, 14, 16 e 18 ho disputato tornei a livello nazional e dopo il liceo ho giocato alcuni futures in Argentina, il tutto prima della nota crisi del 2001. Nei futures superavo spesso le qualificazioni, senza però conquistare punti Atp. Ho iniziato l’università, consapevole di non poter divenire un tennista, cercando comunque di continuare a praticare il tennis, ma in quel momento in Argentina tutto era più complicato. Alcuni mi hanno consigliato di provare a giocare a squadre in Europa, avendo alcuni contatti in Francia e in Italia. In dodici mesi ho studiato, mi sono allenato duramente e ho impartito delle lezioni private per potermi pagare il viaggio.

E qui inizia la seconda parte della tua avventura tennistica…
Esattamente. Nel 2002 arrivo in Francia e inizio a giocare tornei Open, trovando una squadra per l’anno successivo. Ho proseguito questo percorso per 3 anni, vivendo in Europa per 4-5 mesi a stagione tra Spagna e Francia. Una mia amica argentina che giocava in Italia, precisamente a Chieti, mi ha consigliato di provare a contattare qualche squadra italiana. Mi sono allenato per un po’ con Paolo Galli, un coach che mi ha aiutato tantissimo all’inizio e che ancora oggi ringrazio, disputando contemporaneamente la Serie B con una compagine di Pescara. Nel 2005, a 22 anni, avevo però deciso di tornare definitivamente in Argentina, consapevole di aver vissuto una bella esperienza che era però a mio avviso terminata. Non avevo alcuna base solida e volevo tornare a casa dopo l’estate italiana. In quel periodo mi sono iscritto ad un Open al circolo di Porto San Giorgio, dove ho conosciuto la famiglia Quinzi, che stava cercando un ragazzo che potesse accompagnare Gianluigi negli Stati Uniti da Nick Bollettieri. Luca e Carlotta Quinzi hanno cercato di convincermi a parole, ma io avevo davvero voglia di tornare a casa, finché… finché non ho visto Gianluigi! All’epoca aveva 9 anni. Mi sono reso subito conto che non era un bambino tennisticamente normale: riusciva a fare cose che per quell’età mi sembravano quasi impossibili. Ho accettato di accompagnare il ragazzo negli Stati Uniti e in quel momento la mia vita è cambiata.

In che modo è cambiata la tua vita?
In tre anni a Bradenton da Bollettieri ho visto e vissute tantissime cose insieme a Gianluigi. È stata un’esperienza molto formativa, così come lo sono state quelle a Porto San Giorgio, a Tirrenia o a Monte Carlo da Riccardo Piatti. Ho conosciuto tanti tecnici e ho cominciato a conoscere questo bellissimo mondo, appassionandomi ancor di più al tennis. Nel 2008, quando è terminato il mio rapporto professionale con Gianluigi, ho iniziato a seguire i corsi FIT e ho quindi lavorato al circolo di Porto San Giorgio fino al 2012, seguendo tra gli altri ragazzi di interesse regionale e nazionale come Giacomo Miccini, Nicolas Compagnucci, Alberto Lombarti, Silvia Chinellato, Edoardo Lamberti, Camilla Rizza, Gianluca Quinzi ed Elisabetta Cocciaretto. Sono passati per alcuni periodi da noi anche Stefano Travaglia, le sorelle Mayr e Alice Savoretti.

E ora sei finito a Jesi…
Si, mi sono trasferito a Jesi nel 2012, iniziando a collaborare con Luca Sbrascini al CPA e dunque con il Comitato Regionale presieduto dal mio caro amico Emiliano Guzzo. Qui seguiamo, tra gli altri, Ramazzotti, Quinzi, Maggioli e Giunta. Elisabetta Cocciaretto la seguo tuttora, sia al CPA che come maestro privato. Da quest’anno abbiamo anche creato un team di lavoro al MTA di Jesi con il tecnico nazionale Albarella e il preparatore fisico Rodrigo Zalynas (che attualmente segue anche Quinzi; ndr), allenando il settore agonistico dai 13 anni in su. A livello regionale sono il responsabile delle annate 2003/2004 e organizzo raduni mensili per conoscere adeguatamente i ragazzi e monitorarli da vicino.

Passiamo al tuo nuovo assistito Stefano Travaglia. Cosa puoi dirci di lui?
Conosco Stefano da quando ha 16 anni e gli sono stato sempre vicino, sia nei momenti fortunati che sfortunati. Travaglia ha un enorme potenziale: possiede un gran fisico, è un ragazzo molto esplosivo, un lavoratore, ha le idee chiare su ciò che vuole fare. A livello tecnico ha un’ottima battuta e un grande diritto, ma ha soprattutto una forza interiore che lo porta a lavorare giorno dopo giorno senza esitazioni. Se mi chiedi un obiettivo per il 2014 direi che è quello di entrare quanto prima tra i top-300, per poi attaccare i top-200 entro la fine della stagione. Tutto ciò potrà avvenire si riuscirà ad innalzare il suo livello di tennis con costanza. Ha le potenzialità per puntata in alto.

In cosa credi debba migliorare maggiormente?
A livello tecnico certamente sul rovescio, sullo smash e sui colpi al volo in generale. A livello tattico invece deve imparare a gestire con maggiore sapienza le situazioni e i punti, poiché è ancora un po’ troppo istintivo. È giusto esserlo, ma sempre con criterio. A livello mentale deve maturare in certe situazioni, così da poter controllare le emozioni.

Dove inizierete il 2014?
Inizieremo con alcuni futures, ma l’idea è quella di passare il prima possibile al circuito challenger. Questo dipenderà esclusivamente dai risultati. Non andremo sicuramente in Sudamerica nei primi mesi, ma giocheremo in Europa o in Africa durante i primi sei mesi del 2014.

Torniamo per un momento a Quinzi, che conosci molto bene. Quali credi sia la più grande forza di Gianluigi?
La forza più grande di Gianluigi è la dedizione che mette in ogni singolo allenamento e la voglia di competere ed emergere. È sempre stato un ottimo lavoratore e un grande combattente, sia in campo che fuori. Odia perdere e fa sempre il possibile perché ciò non accada. Ha inoltre un grande fisico, che lo aiuterà nel circuito Atp. Un obiettivo realistico potrebbe essere giungere tra i primi 10-15 del mondo, me senza fretta, dovete lasciarlo crescere e quando arriverà il suo momento ve ne accorgerete. Non sottovaluterei poi la famiglia Quinzi, molto importante per la crescita del ragazzo.

Chiudiamo con una battuta sulla regione Marche, vera e propria fucina di talenti…
E’ una regione piccola ma bene organizzata, con circoli di tradizione e dirigenti che amano investire sui giovani di talento. Si lavora in maniera tranquilla e il CPA funziona molto bene. Il presidente Emiliano Guzzo è stato bravo a creare una buona interazione tra i vari maestri, che collaborano e si supportano. Probabilmente non è facile trovare una situazione simile in regioni più grandi, dove la rivalità tra un circolo e l’altro è da ostacolo per la crescita generale e dopo un maestro parla male degli altri colleghi. Nelle Marche, chi ha questa mentalità, rimane ai margini.

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