C’è un filo che parte dalla Cina, terra d’origine dei suoi genitori, e che corre veloce fino ai Challenger americani del 2025. In mezzo, la vita di un ragazzo del New Jersey cresciuto tra le aule di una scuola privata e i campi in cemento delle accademie statunitensi, oggi ormai a un passo dall’élite del tennis mondiale. Michael Zheng, classe 2004, non è l’ennesimo nome sbucato dal nulla: è il risultato di un percorso costruito con pazienza e dall’ambizione di chi ha scelto la via meno battuta, quella del college prima del professionismo.
Se oggi, dopo tre titoli Challenger in meno di due mesi, Zheng entrerà per la prima volta nei primi 200 giocatori del mondo – da lunedì 13 ottobre sarà numero 179 ATP – il merito non è di un exploit improvviso, ma di una crescita costante, rimasta a lungo lontana dai riflettori ma ben visibile a chi lo ha seguito da vicino. La finale a Wimbledon junior del 2022, il dominio nella Ivy League con la maglia di Columbia, il titolo NCAA che ha riportato New York al centro del tennis universitario: ogni tappa sembra aver anticipato ciò che ora si sta rivelando sotto gli occhi di tutti.
Una storia iniziata nel New Jersey
Nato il 27 gennaio 2004 a Montville in New Jersey, Michael Zheng è figlio di genitori cinesi, Joe e Mei, emigrati negli Stati Uniti nel 1998. Michael è cresciuto in una famiglia che gli ha trasmesso disciplina per lo sport, trovando nel tennis la sua vera dimensione.
Il percorso scolastico lo porta alla Delbarton School, dove nel 2021 si laurea campione statale del New Jersey (NJSIAA). Parallelamente, sul piano tennistico, i primi passi si muovono al Billie Jean King National Tennis Center e alla Centercourt Performance Tennis Academy, uno dei poli di riferimento per i giovani talenti del New Jersey.
A livello giovanile non disputa un’attività vastissima, ma i risultati parlano chiaro: nel 2022 raggiunge la posizione n.22 del ranking ITF junior e, soprattutto, la finale di Wimbledon juniores, dove si arrende al croato Mili Poljičak dopo aver superato, tra gli altri, Coleman Wong e lo spagnolo Martín Landaluce, oggi ormai stabilmente vicino alla top 100 mondiale.
La scelta del college
Dopo la high school, nel 2023 opta per la strada del college tennis e si unisce al programma dei Columbia Lions, guidato da Howard Endelman. L’impatto è immediato: nella sua prima stagione diventa il primo giocatore nella storia dell’Ivy League a conquistare nello stesso anno i titoli di Player of the Year e Rookie of the Year, oltre alla selezione nel First Team sia in singolare che in doppio. Un traguardo senza precedenti, che fotografa al meglio la rapidità della sua ascesa.
Il 2024 è l’anno della consacrazione universitaria: Zheng conquista il titolo NCAA in singolare, riportando a New York un successo che mancava addirittura dal 1922 e diventando il primo campione nell’era moderna di Columbia. Si conferma inoltre nel First Team sia in singolare che in doppio. Un trionfo che lo pone al centro della scena del college tennis e lo accredita come uno dei talenti più promettenti della sua generazione.
Nel 2025 Zheng ha vissuto un’altra stagione da protagonista assoluto a livello universitario. L’Ivy League lo ha nominato Player of the Year. Durante la stagione è stato stabilmente il numero uno del ranking nazionale ITA (Intercollegiate Tennis Association).

I primi tornei nel circuito
Parallelamente inizia a misurarsi con il circuito professionistico. Nel 2022 si affaccia timidamente ai Futures, senza abbandonare però la priorità degli studi. L’anno successivo disputa 11 tornei pro e sorprende tutti raggiungendo – partendo dalle qualificazioni – la finale del Challenger di Palmas del Mar, dove si arrende soltanto a Kei Nishikori. Qualche mese più tardi la USTA (United States Tennis Association) gli offre la possibilità di giocare le qualificazioni dello US Open: al debutto elimina Franco Agamenone, prima di fermarsi al terzo set contro il finlandese Otto Virtanen.
Il 2024 è una stagione in cui Zheng disputa soltanto sette tornei professionistici. Tra questi spicca il 25.000 dollari di Southaven, dove si impone sia in singolare che in doppio. Torna poi a Flushing Meadows per le qualificazioni dello US Open, dove lotta ma cede al polacco Kamil Majchrzak in tre set: 6-3 6-7(5) 7-5. Nel resto dell’anno concentra le proprie energie soprattutto sulla Ivy League, confermandosi colonna portante di Columbia.
La svolta nel 2025
Il salto vero arriva nel 2025. Partito a gennaio attorno al n.800 ATP, a maggio firma un’altra finale Challenger a Little Rock, persa contro Patrick Kypson ma con una consapevolezza diversa, frutto della maturazione del college. Ad agosto conquista a Chicago il suo primo titolo Challenger sconfiggendo in finale Yu Hsiou Hsu e subito dopo fa ritorno a Flushing Meadows per le qualificazioni dello US Open, dove supera Uchiyama prima di arrendersi a Kym.
Tra settembre e ottobre completa la sua svolta con altri due titoli Challenger, a Columbus – dove supera in finale Martin Damm – e Tiburon – dove nell’ultimo atto ha la meglio su Tyler Zink -, che lo spingono verso un balzo impressionante. In meno di nove mesi Zheng scala oltre seicento posizioni in classifica: da lunedì 13 ottobre sarà numero 179 ATP.
Un tennis… a stelle e strisce
Il suo tennis porta il marchio tipico della formazione collegiale americana: aggressività, ritmo alto, solidità mentale. La combinazione servizio e dritto è la sua arma principale, il punto di partenza di gran parte del suo gioco. Oggi si esprime al meglio sul cemento, ma nulla esclude che in futuro possa adattarsi con successo anche alla terra battuta.
La parabola di Zheng è l’ennesima dimostrazione che scegliere il college non significa rallentare la carriera, ma spesso rafforzarla. Il suo percorso alternativo, più lento e assecondato con lo studio, si sta rivelando la strada giusta per affacciarsi al tennis che conta con fondamenta ancora più solide.