Sinner “Rinuncia Davis? Voglio partire bene nel 2026. Chiudo l’anno con Parigi e Torino”

Donato Boccadifuoco
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Simone Vagnozzi e Jannik Sinner a Pechino - Photo Courtesy of China Open

Quest’anno abbiamo deciso così con il mio team, è stata una decisione non semplice, nell’altro senso l’obiettivo principale dopo le Finals di Torino è ripartire con il piede giusto nel 2026 in Australia”. Questo il commento di Jannik Sinner rilasciato ai microfoni di ‘Sky Sport’ a seguito della decisione di rinunciare alle Final Eight di Coppa Davis che si disputeranno a Bologna dal 18 al 23 novembre 2025. Saranno infatti Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Flavio Cobolli, Lorenzo Musetti e Andrea Vavassori a scendere in campo nel tentativo di regalare all’Italia di Filippo Volandri la terza insalatiera consecutiva.

IL MOTIVO DIETRO LA RINUNCIA

Una decisione, quella di Sinner, che farà certamente discutere ma che lo stesso numero uno d’Italia spiega in questi termini: “Una settimana di preparazione in più sembra una banalità ma non lo è. Nel 2023 e 2024 l’abbiamo vinta quindi anche questo è un fattore che per me era importante, vincere la Coppa Davis per me è stato importante ma quest’anno abbiamo deciso così”.

IL PROGRAMMA DI QUESTO FINALE DI STAGIONE

In attesa dell’esordio contro Daniel Altmaier nell’ATP 500 di Vienna, l’altoatesino descrive quello che sarà il suo finale di stagione e torna a nominare il Masters 1000 di Parigi: “Ho il miglior team possibile che mi sta aiutando a vincere più partite possibili, per battere i migliori giocatori devi fare le cose in modo quasi perfetto. Adesso vediamo, Vienna, Parigi e Torino saranno tornei molto importanti anche per l’anno prossimo e cercheremo di fare del nostro meglio“.

UN SECONDO PADRE

Non manca un commento da parte di Sinner sull’importanza di poter contare su un coach dalla grandissima esperienza come Darren Cahill che definisce come un secondo padre: “Darren è fondamentale nei momenti cruciali proprio mentalmente, è una persona e un allenatore con tantissima esperienza, conosce benissimo qualsiasi scenario in campo e fuori. È come un secondo papà per me perché sto tanto in contatto con lui, ci sto parlando tanto di come mi sento, di cosa è importanti per me. Lui è una persona importante per tutto il team, siamo tutti uniti. Lui e Simone (Vagnozzi ndr) sono diversi ma la combinazione è incredibile e sono contento di averli”.

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