6-0 6-0: sportività o crudeltà?

(Jarmila Gajdosova dopo aver perso 6-0 6-0 con la Bartoli in Hopman Cup)

di Sergio Pastena

Parliamo di due punteggi all’apparenza molto simili, ma che in realtà sono separati da un oceano: il 6-0 6-0 e il 6-0 6-1. Sia chiaro, si parla proprio di 6-0 6-1, con l’avversario che fa il game della bandiera nel secondo set. Questi due risultati finali sono molto diversi tra loro perché rimandano a due opposte concezioni della sportività, che potremmo dividere in questo modo:

Sportività calcistica: è quella del 6-0 6-1. Nel calcio, se una squadra va avanti di quattro o cinque gol, generalmente si ferma. A volte lo fa per non sprecare energie, ma spesso è solo clemenza nei confronti di un avversario inferiore. Quando qualcuno fa sette o otto gol, viene accusato di non essere sportivo e di aver infierito

Sportività rugbistica: è quella del 6-0 6-0. Provate a fermarvi sull’80-0 durante una partita di rugby: è il miglior modo di trasformare i vostri avversari in nemici. Il concetto è: fermandoti è come se ci facessi l’elemosina, ma noi non vogliamo la tua pietà. Proprio così: nel rugby chi non spinge sempre a mille è considerato antisportivo

Personalmente propendo molto di più per la mentalità rugbistica, con le dovute eccezioni: se una squadra deve giocare una finale di coppa il mercoledì, a mio avviso ha tutto il diritto di non sprecare energie inutili. Tuttavia penso che fermarsi per non infierire equivalga ad offendere gravemente l’avversario: è superfluo dire che molti la pensano diversamente. Ma nel tennis, come vanno le cose? Ci siamo presi la briga di analizzare i risultati dei principali giocatori di oggi e di alcuni dei numero uno del passato, dividendoli in due gruppi a seconda dell’atteggiamento mostrato in campo nel corso della carriera. Pochi nomi, solo per il fatto che non sono in tanti a rifilare tanti 6-0 agli avversari, ci riescono solo i più forti. Bisogna inoltre considerare che non sempre il game della bandiera viene “lasciato”, spesso è l’avversario che lotta a dismisura per evitare l’umiliazione della “bicicletta”. Ad ogni modo dall’analisi sono venute fuori parecchie sorprese: andiamole a vedere.

I POLITICALLY CORRECT

Federer, Nadal e Djokovic:  in tre collezionano ben undici 6-0 6-1 e soltanto due 6-0 6-0. In particolare il maiorchino è allergico al doppio bagel: per quattro volte ha lasciato all’avversario il game della bandiera. Roger Federer ha dato un 6-0 6-0 a Gaudio nel 2005, mentre Djokovic ne ha rifilato uno ad Hernych nel 2009: per il resto non hanno mai infierito. La prova che nel loro caso si tratta spesso di concessione è data dal fatto che in realtà sia lo svizzero che il serbo, sui cinque set, han dato dei 6-0 6-0 agli avversari concedendogli qualcosa nel terzo set: Federer nella Davis 2005 ha battuto 6-0 6-0 6-2 il britannico Mackin, Djokovic ha vinto con lo stesso punteggio contro Berlocq negli Us Open 2011.

McEnroe e Connors: sorpresi? Il sottoscritto quando ha letto i dati lo era. SuperBrat, ad esempio, ha vinto solo una volta 6-0 6-0 in tutta la carriera: contro Lofgren nel 1977, presumibilmente per togliersi lo “sfizio”, mentre in seguito ha rifilato ben sette 6-0 6-1 agli avversari di turno. Jimmy Connors, poi, ha lasciato ben 14 volte il game della bandiera all’avversario di turno, con due eccezioni: la prima, nel 1972 contro Zugarelli, è facilmente spiegabile allo stesso modo di McEnroe (era la prima “bicicletta” in carriera), mentre la seconda è più misteriosa. Nel 1984 Connors massacrò Krickstein a Boca West: un risultato doppiamente strano, sia perché i due all’epoca erano ancora amici sia perché la Florida è la casa tennistica di Krickstein, che oggi dirige il circolo di Boca Raton. I due non si parlano da oltre vent’anni, dopo il drammatico incontro negli Us Open del 1991, ma quel 6-0 6-0 resta tuttora inspiegabile.

GLI SPIETATI

Andy Murray: lo scozzese è l’unico dei Fab Four a fregarsene altamente di lasciare le briciole all’avversario. Ha cominciato battendo 6-0 6-0 tale Barberan nel Future di Xativa del 2004, lo ha rifatto contro Kendrick a Newport nel 2006. Negli Australian Open del 2007 lasciò un game nell’ultimo set a Beto Martin, ma a smentire qualunque ipotesi di pietà bastano le sue dichiarazioni dell’epoca: “Ce l’avevo quasi fatta, poi ho giocato un game balordo”. Il triplo 6-0 deve essere rimasto nella mente di Andy, che quando l’anno scorso ha incrociato in Davis il povero lussemburghese Laurent Bram lo ha massacrato senza pietà portando a casa il triplo bagel. Visto l’avversario, una prestazione ai confini tra la sportività e il sadismo. Tornano in mente le sagge parole scritte qualche anno fa da Andrea Scanzi su Murray: “E’ lui, non Djokovic, quello che più merita il ruolo del Cattivo. Perché non insegue, a differenza del situazionista del medical time out Djokovic, il plauso unanime. Lui ama dispiacere, riuscendoci alla grande”. Come non dargli ragione?

Stefan Edberg: altra sorpresa. A differenza di Murray, i suoi 6-0 non erano sadici, anche se ha lasciato senza games sia Maurer nel 1987 che il nostro Pozzi nel 1993. Come Murray, vanta un triplo 6-0, dato ad Eriksson nell’edizione 1987 di Wimbledon. Le sue parole nel post-partita: “A un certo punto volevo lasciargli un game, ma poi ho pensato che non avrei avuto altre occasioni per vincere in quel modo e ho continuato a giocare al meglio”. Oscar per la sincerità. Curiosità: è l’unico degli atleti di vertice a non aver mai battuto 6-0 6-1 l’avversario di turno.

LE VIE DI MEZZO

Andrè Agassi: bilancio abbastanza equilibrato, con tre 6-0 6-0 e quattro 6-0 6-1. Agassi, a testimonianza delle sue grandissime capacità in risposta, ha rifilato un doppio bagel a tennisti del calibro di Woodforde e Pioline. Probabile che non gliene fregasse troppo nè di infierire sull’avversario nè di lasciargli il punticino per non turbare la sua sensibilità. L’atteggiamento giusto, tutto sommato.

Bjorn Borg: stessa cosa di Agassi. In carriera ha lasciato ben nove volte il game della bandiera all’avversario, ma vanta anche tre “biciclette”, una delle quali ai danni dell’ex finalista del Roland Garros Franulovic. Il primo doppio bagel lo ha piazzato nel 1977, dopo ben cinque 6-0 6-1, a testimonianza del fatto che lo svedese non aveva certo l’ansia da cappotto.

E voi? Da che parte state?

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