Il trionfo di Camporese a Rotterdam

Alessandro Mastroluca
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camporese rotterdam 1991
di Alessandro Mastroluca

Per chi lโ€™ha visto e per chi non cโ€™era. Omar, quel giorno lรฌ, una sua chimera. E lโ€™ha raggiunta. Ha vinto il suo primo torneo, ha rimontato Lendl a Rotterdam, ha iniziato il biennio magico, quei giorni di gloria frenati dall’epicondilite prima dell’ultimo acuto, dell’ultimo giro di giostra in Davis a Pesaro contro Moya.

Nell’estate del 1990, Camporese si รจ allenato per qualche mese con Eduardo Infantino. La collaborazione durerร  solo qualche mese, poi โ€œturbodirittoโ€ si farร  seguire part-time da Riccardo Piatti alle Pleiadi di Torino, ma restituisce un giocatore reattivo, veloce, capace di giocare quello che per 18 anni rimarrร  il match piรน lungo nella storia degli Slam. Per qualificarsi per la prima volta ai quarti degli Australian Open, Boris Becker deve lottare 5 ore e 11 minuti contro lโ€™azzurro. Camporese cede i primi due set al tiebreak, ma Bum Bum fa solo 10 in tutto il terzo set: 6-0 Omar, che prova nuove soluzioni tattiche e inizia a seguire a rete il rovescio in back. Nel nono game, trova il break che scrive la storia. Il quinto set segue i servizi per 20 game. Sullโ€™11-10, Becker ha tre match point con il servizio a disposizione. โ€œNon credo di aver tirato nemmeno un colpo davvero buono in tutto il setโ€ ha detto Omar a fine partita, โ€œma in quel momento mi sono detto โ€˜proviamoโ€™. Sono arrivate cinque risposte fantasticheโ€. Nuovo break di Becker, 12-11, nuovo controbreak, 12-12. Camporese sale 40-0, ma la sua partita finisce qui. Quando si stringono la mano a rete, Becker alza anche il braccio dellโ€™azzurro, che ha vinto piรน game, per rispondere alla standing ovation del pubblico.

Diventano amici, e a Stoccarda si ritrovano in Coppa Davis. Per Omar, che tiene โ€œel cabezรฒnโ€ come Sivori, idolo del padre cui deve il nome, la Davis ha sempre avuto un significato speciale. Giร  dal giorno dellโ€™esordio, a Malmoe, il 3 febbraio 1989. Si presenta in campo con la racchetta di McEnroe, la stessa con cui Steffi Graf aveva appena fatto il Grande Slam. E con quel filo rosso ideale che unisce Fraulein Forehand al campione del โ€œturbo-dirittoโ€, batte Pernfors. โ€œIn Australia Becker all’ inizio ha fatto lo sbaglio di sottovalutarmi. Per lui ero uno dei tanti sconosciuti. Non credo che ripeterร  lo stesso erroreโ€ commenta alla vigilia. Non sarร  cosรฌ: Camporese si fa rimontare dopo aver vinto i primi due set. Gli errori li ripeterร  solo il giudice di sedia Malcom Huntington, decisamente non allโ€™altezza. Nel terzo set Panatta e Camporese si infuriano, soprattutto per una seconda fatta ripetere a Becker, evitandogli cosรฌ un doppio fallo che avrebbe dato il break allโ€™azzurro. Perfino il tedesco protesta, si arrampica sul seggiolone per urlargli il suo disappunto e si rivolge alla tribuna autoritร : โ€œMandate via questโ€™uomo, รจ un incapace!โ€. Nella pausa del terzo set Huntington viene sostituito da Bruno Rebeuh (lo stesso che quattro anni dopo sarร  schiaffeggiato dalla moglie di Tarango a Wimbledon).

Poi perde con Nargiso a Milano, con l’ombra di Wilander a Bruxelles e con Edberg, ancora a Stoccarda. A Rotterdam รจ numero 42 del mondo. Supera il tedesco Eric Jelen 62 26 62, l’austriaco Alex Antonitsch 64 63 e il ceco Karel Novacek 64 75. Soffre in semifinale con Paul Haarhuis, che a Mosca pochi mesi prima, a novembre del 1990, aveva vinto il primo dei suoi 54 titoli in doppio (ha completato il career grand slam in coppia con Eltingh). รˆ una battaglia che si chiude solo al tiebreak del terzo set, 67 62 76. Alla seconda finale ATP, dopo quella persa nel 1990 da Perez Roldan a San Marino, Camporese sfida Ivan Lendl. A quasi 31 anni, ha faticato non poco nel primo set contro i rovesci slice dello svedese Anders Jarryd (75 64), che due anni dopo, da numero 156 del mondo, sarร  la prima wild card nell’albo d’oro del torneo di Rotterdam. Ma nonostante sia in fase calante, il cecoslovacco che ha cambiato la storia del tennis moderno arriva dalla finale dell’Australian Open, persa da Becker, e da una serie di 14 vittorie consecutive: ha conquistato il titolo a Philadelphia e a Memphis, dove ha battuto Pete Sampras, che a casa di Lendl ha preparato il trionfo a Flushing Meadows del 1990, e Michael Stich.

Camporese perde subito il servizio nel primo game del match. รˆ un break decisivo, perchรฉ l’azzurro si scioglie, ma Lendl non gli concede opportunitร  in risposta. Sul 5-3 15-40, Omar estrae una prima vincente per salvare il primo set point, ma il 6-3 รจ rimandato solo di un punto.

Camporese perรฒ sale ancora, gioca alla pari con Lendl. Il servizio funziona, e i turni di battuta filano via con autoritร . Il dritto viaggia pesante, e si arriva al 4-4 con due ace di fila. Omar gioca un game splendido che gli vale il break e la chance di servire per il terzo set. Lendl, perรฒ, non รจ piรน il giocatore timido che ha perso le prime quattro finali Slam, รจ una macchina da vittoria con uno spirito competitivo ineguagliato: controbreak, preludio al tiebreak. Qui Lendl sbaglia qualche colpo di troppo, Omar si prende gli applausi dell’Ahoy Sports Palace, il quinto stadio tennistico piรน grande del mondo, prima per un gran rovescio incrociato, poi per il dritto strettissimo in cross con cui converte il set point. Il punto migliore nel momento piรน importante della sua partita.

Lendl รจ furioso con il giudice di sedia Richard Ings, che da piccolo voleva diventare calciatore ma non era abbastanza bravo cosรฌ ha iniziato a fare l’arbitro di tennis dopo aver risposto a un annuncio e a vent’anni giร  arbitrava Lendl in semifinale all’Australian Open contro Edberg. La rabbia non gli toglie il controllo sulla partita, e il numero 3 del mondo รจ subito avanti di un break. Un vantaggio che difende fino al 5-4, quando va a servire per il match. Un ace sul 30 pari lo porta a un solo punto dalla vittoria, ma non รจ mai finita finchรฉ non รจ finita. Manca un lungolinea di rovescio sul primo match point e una volรฉe di dritto sul successivo. Salva una prima palla break, ma non la seconda: ancora 5-5, ancora preludio al tiebreak.

Lendl, che pure trovava grande โ€œsoddisfazione a vincere il trofeo battendo il favorito di casa, con 20000 persone che ti tifavano controโ€, protesta per l’indisciplina degli 8 mila spettatori. Camporese perรฒ non si distrae. Vola 6-4, sente l’occasione che sta per venire, e non se la fa sfuggire. Il lob sul match point รจ letale, un esempio di geometrica eleganza che ricade a pochi centimetri alla riga. รˆ un trionfo.

Il resto รจ storia. รˆ il secondo titolo a Milano, nel 1992, รจ la Coppa Davis a Bolzano contro la Spagna, รจ la palude di Maceiรฒ, รจ il gomito del tennista. รˆ l’ultimo giro di giostra a Pesaro, nell’arena inaugurata con Pavarotti che cantava Vincerรฒ. Ma la prima volta non si scorda mai.

in suo favore, ed uno splendido lob che precipita alle spalle di Lendl a pochi centimetri dalla linea di fondo gli regala la vittoria! Ha vinto il torneo di Rotterdam, รจ il giorno piรน bello della sua carriera. โ€œMi sembra che io stia sognandoโ€ dirร  poco dopo. A questo prestigioso titolo si affiancherร  l’anno dopo, nel 1992, il titolo di Milano indoor. Toccherร  per breve tempo la diciottessima posizione mondiale. La sua carriera non proseguirร  a questi livelli, ma Omar avrร  ancora momenti di ispirazione e ci regalerร  qualche exploit, specie in Coppa Davis, in quei suoi giorni e momenti in cui soprattutto sui tappeti indoor sapeva essere irresistibile.

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