Il Paradosso della Continuità

Camila Giorgi
(Camila Giorgi – Foto Nizegorodcew)

di Alessandro Nizegorodcew

Camila Giorgi non sta attraversando un periodo particolarmente positivo. Tante sconfitte non fanno certamente bene al morale, anche se perdere in lotta contro Vesnina e soprattutto Kuznetsova è sintomo di un livello di gioco particolarmente alto. L’elemento negativo è rappresentato dai momenti importanti dei match, nei quali Camila non sembra più “indifferente” al punteggio. Il primo paradosso è proprio questo: si richiedeva a gran voce una tennista che non giocasse allo stesso modo sul 40-0 e sul 30-40, ma ci si è ritrovati di fronte una ragazza che mentalmente sta, per la prima volta in maniera palese, soffrendo gli attimi topici degli incontri. E’ una nuova parte della fase di crescita, inevitabile, che la Giorgi è costretta ad affrontare nel suo primo vero (e intero) anno nel circuito Wta.

Ed eccoci al secondo paradosso: si è invocata per anni la continuità che, a causa di infortuni, non aveva mai visto la Giorgi disputare così tanti tornei come nel 2014. Una stagione molto complicata da digerire. Un’annata che di solito si vive a 19-20 anni e che invece Camila sta vivendo solamente oggi. E girare per il mondo ogni settimana, senza mai fermarsi, senza poter ricaricare le pile, si paga. Si paga a caro prezzo. La prima stagione intera Wta può essere devastante.

Finalmente pensa, purtroppo pensa. Finalmente gioca tanto, purtroppo gioca tanto. La pazienza nel tennis è la virtù dei forti, e non è affatto un modo di dire. Tifosi e detrattori sono nel momento di massima critica nei confronti di Camila, che però sta lavorando nella maniera giusta, al servizio così come in risposta.

Il match contro la Kuznetsova è stato, a detta di chi era presente, di livello altissimo e la sconfitta non è clamorosa. La voglia di emergere e arrivare tra le top-ten è idea fissa nella mente della Giorgi, di suo padre Sergio e del tecnico federale Daniele Silvestre, parte integrante del team ormai dal torneo Wta di Madrid.

Lavoro, lavoro e lavoro. Solo con l’allenamento (e un briciolo di fortuna in un paio di partite) si esce da situazioni negative, solo con la passione per questo sport, fortissima in Camila (a differenza di quanto pensino alcuni), le darà la spinta necessaria per un ulteriore salto di qualità. Chiudere l’anno a ridosso delle top-20 non è un miraggio né tantomeno una chimera

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