“Un giocatore come Jannik Sinner, di questo livello, è libero di fare le sue scelte. Si tratta di comprendere le decisioni di un giocatore di questo valore, che ha delle priorità. C’è la Nazionale, ma ci sono gli Slam, contratti importantissimi firmati“. Claudio Mezzadri, ex numero 26 ATP e già capitano svizzero in Coppa Davis quando Roger Federer era a inizio carriera, ha raccontato le proprie impressioni a Spazio Tennis su Sinner, il tennis di oggi, il format dell’attuale Coppa Davis, il movimento svizzero (con il giovane Bernet sugli scudi) e tanto altro ancora. “Io avrei consigliato a Sinner di giocare la Davis quest’anno – ha proseguito Mezzadri – perché è in casa. Sono discorsi che abbiamo fatto in passato per tanti altri big: io l’ho vissuta da capitano e poi da commentatore tv con Federer. Roger a inizio carriera ha sempre giocato in Davis, accettava ingaggi irrisori, adorava la squadra, la bandiera ma più avanti, quando è diventato un fenomeno vincitore di Slam con un calendario fittissimo, non è quasi più andato in Nazionale. È tornato a farlo nel 2014 quando ha capito che quell’anno avrebbe potuto vincerla“.
Sulla Davis Mezzadri ha poi aggiunto: “Non so se sia giusto chiamarla Coppa Davis, perché negli anni è stata stravolta, modificando ogni volta qualcosa. È una manifestazione che fa fatica a trovare il giusto appeal, nonostante abbia un certo successo“. Sul tennis di oggi Mezzadri, vincitore nel 1987 dell’ATP di Ginevra, si è così espresso: “Mi diverto moltissimo, ci sono tanti giocatori forti e molto diversi l’uno dall’altro. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che Sinner e Alcaraz sono soli al comando, soprattutto negli Slam. Ci vorrebbe un terzo incomodo che possa infilarsi a rompere le scatole; quello che poteva essere Wawrinka per i Fab4, o anche Del Potro. Però mi diverto davvero tanto, mi affascina vedere tennisti anche più indietro in classifica che sono davvero forti. Bisogna allargare i propri orizzonti, e lo dico agli appassionati, il tennis è bello e vario anche oltre Sinner e Alcaraz“.