Oriol Roca Batalla: Barcellona-Melbourne, andata e ritorno

Oriol Roca Batalla
di Paolo Silvestri

Mi chiamo Oriol Roca e sono in Australia. Ma sto per tornare a casa… Così comincia il diario “down under” di Oriol Roca Batalla, 21 anni, numero 261 ATP, pubblicato sul sito spagnolo Planeta Tennis (http://www.planetatenis.es/un-viaje-de-ida-y-vuelta/).

Una bellissima incursione nella mente e nel cuore di un ragazzo, con il suo desiderio di affermarsi nello sport che ama e a cui vuole dedicare la vita. E la batosta dell’esclusione per un solo punto dal tabellone delle qualificazioni del primo Slam della stagione e della carriera. Ma anche la capacità e l’intelligenza di trarre insegnamenti positivi da questa nuova e seducente esperienza. Oriol Roca ha come secondo cognome “Batalla” e lo spirito del guerriero sembra proprio non mancargli. Seguiamo insieme una sintesi, in traduzione, del suo racconto. Le speranze, le difficoltà, le scelte. E la voglia di continuare a provarci.

Sono venuto qui per giocare le quali degli Australian Open, ma non ce l’ho fatta. Nessuna lesione, nessun problema fisico. Sono semplicemente rimasto fuori dal tabellone per un punto. Però ne è valsa la pena, per convincermi che quello che voglio è stare in posti come questo,  dove mi sento veramente  realizzato come giocatore.

Il giorno in cui mi sono iscrittto avevo tredici giocatori davanti a me, non erano state ancora assegnate le Wild Card e mancavano tre settimane per l’inizio del torneo. Era possibile entrare, ma ho affrontato il viaggio senza sicurezze. L’attesa è stata particolarmente difficile. I nervi per il mio primo Slam e un viaggio senza sapere con certezza se sarei entrato in tabellone, mi hanno provocato la settimana precedente attacchi di stress e di vomito. Il mio stomaco è stato colpito, ma la mia speranza no, e giovedì 8 gennaio ho preso un volo per Melbourne […] Sabato Marin Cilic ha annunciato che si sarebbe ritirato. Mancavano tre giorni per l’inizio delle quali e io ero il primo escluso. Mi sono allenato ogni giorno per prepararmi […] I giorni passavano e non c’erano notizie. Controllavo costantemente se c’era qualche mail dell’ ATP che annunciasse un ritiro, e stavo attento ai comunicati stampa. Ma Del Potro ha deciso di venire e anche Rosol, pur essendo nato suo figlio […]

Un volo per l’Australia ha un costo molto elevato, ma se giochi nel torneo le cose cambiano. Ti danno un assegno di 2.500 dollari per le spese di viaggio (nel 2012 erano 1.000) e te ne danno 300 al giorno per vitto e alloggio. Inoltre, il prize money è in aumento ogni anno e per giocare il primo turno di quali si prendono 3.900 dollari. Forse uno dei tornei in cui i giocatori sono meglio pagati. Compensa di più venire qua che andare al Roland Garros.

Alla fine però sono rimasto fuori […] Mercoledí ho firmato come “alternate” ma si è chiusa anche quella porta. Per un punto ATP non ho potuto entrare nelle quali dell’ Open d’Australia per la prima volta. In quel momento mi sono passate per la testa delle partite che ho perso e che se avessi vinto mi avrebbero consentito di entrare.

Anche se non ce l’ho fatta e ho perso dei soldi, è stato un viaggio importante per me per capire che vale la pena andare a giocare in Futures con pessimi campi e palline usate. Sono dove voglio stare e mi sento tennista. Non compensa economicamente, ma mi sento realizzato. Sono stato un po’ di giorni in Australia con i migliori del mondo e sono stato trattato come uno davvero bravo. Il livello dei giocatori è molto alto e ho potuto allenarmi con giocatori che sono vicini alla top 100.

Oriol Roca BatallaL’ambiente che si respira in uno Slam è positvo al massimo. Tutti sono gentilissimi e l’organizzazione ti rende la vita facile […] Palline nuove ad ogni allenamento, asciugamani, e sempre un sorriso. Ti senti realizzato come tennista. In alcuni Futures sembra quasi che tu stia dando fastidio. Non è possibile utilizzare la palestra, o semplicemente non ti danno delle palline nuove, o non hanno abbastanza campi per allenarsi. Non si può paragonare l’Open d’ Australia con i Futures, ma ci sono fattori che dovrebbero essere uguali. Ed il più importante è l’attenzione umana nei confronti del giocatore.

Ero stato qui da Junior ma adesso è mi rendo della grandezza di un torneo come questo e di come trattano i migliori giocatori. Ora sono nella Player’s Lounge della Rod Laver Arena, con una sala da pranzo e una zona esclusiva per i giocatori. Quando sono venuto quattro anni fa, noi  juniores stavamo nella Hisense Arena e mangiavamo con i raccattapalle e i giudici di linea. Il trattamento è completamente diverso e torno con senszioni molto positive.
In questo inizio di stagione tornerò a giocare Futures. Voglio prendere il ritmo nei cinque che ci sono in Spagna prima dei Challengers europei su terra battuta. Il mio obiettivo è quello di raggiungere il livello per giocare solo Challengers e abbandonare i Futures. Quello che ho chiaro è che ora non andrò in Sudamerica, anche se dal punto di vista del calendario sarebbe l’opzione migliore [..] Se le cose non andassero bene in Sudamerica e fra tre mesi finissi il mio budget annuale, come farei?

Cerco di viaggiare il più possibile da solo, senza un allenatore, ma mi manca una persona in tribuna che mi sostenga. Normalmente ce lo paghiamo fra vari giocatori, se andiamo allo stesso torneo. Se vinci un Futures te ne puoi andare al massimo con 400 dollari ‘su’ […] Giocherò anche i campionati a squadre in Germania e in Spagna. L’aiuto che ci danno al Real Club de Tenis Barcelona è fondamentale, perché conoscono le esigenze che abbiamo noi giocatori. Ci danno più di quello che dovrebbero. Il 40% di quello che guadagno viene dai campionati a squadre, anche se in Germania ho giocato solo cinque partite. Ma in Spagna c’è un campionato importante. Quest’anno l’ho chiuso con 24.000 dollari di entrate, cui bisogna sottrarre le spese per i viaggi e l’allenatore.

Torno dall’Australia con le idee chiare. So che vale la pena fare dei sacrifici […]

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