ITF, dal 2015 niente più cambi di nazionalità

muguruza

di Alessandro Mastroluca

Niente più cambi di nazionalità. E’ questa la decisione maturata nell’ultimo Meeting Annuale Generale dell’ITF, che quest’anno si è svolto a Dubai. Dal 1 gennaio 2015, ci spiega la federazione internazionale, “un giocatore potrà rappresentare solo una nazione da professionista. La norma sarà applicata retroattivamente, per cui chi ha già giocato per una nazione nelle competizioni non potrà giocare per un’altra. Si ritiene che un giocatore abbia rappresentato una nazione se ha accettato la convocazione per i giochi olimpici o per un’altra competizione a squadre riconosciuta dall’ITF (dunque, compresa la Hopman Cup, NdA). Un tennista junior, invece, una volta passato professionista potrà cambiare nazionalità, ma solo una volta”.

Dunque, Garbine Muguruza potrà rappresentare la Spagna, non avendo giocato per il Venezuela, nazione in cui è nata e in cui vive ancora buona parte della sua famiglia. Il presidente della Federazione venezuelana di Tennis, Luis Contreras, le ha provate tutte per convincerla a giocare la Fed Cup per il suo paese natale, ha invocato anche l’aiuto governativo, come già avviene per il pilota di Formula 1 Pastor Maldonado, che gode di una cospicua sponsorizzazione della PDVSA, la compagnia petrolifera nazionale, una delle sette più grandi del mondo. “E’ stata una decisione veramente difficile. Il Venezuela e la Spagna sono entrambi nel mio sangue e nel mio cuore” ha comunicato la Muguruza in una nota ufficiale. “Vorrei sapere cosa si prova a giocare per un paese intero e non solo per me stessa. Voglio ringraziare le Federazioni di Spagna e Venezuela per il rispetto che mi hanno dimostrato durante tutto questo periodo, e spero di poter continuare a contare sull’appoggio dei venezuelani”.

Aljaz Bedene, al contrario, non potrà più giocare per la Gran Bretagna. Lo sloveno ha avviato le pratiche per diventare cittadino britannico, sognando di diventare il numero 2 del Regno Unito dopo Andy Murray. Ma il 25enne di Lubiana, fidanzato con la cantante Kimalie che vive a Londra, non potrà giocare sotto l’insegna della Union Jack. E’ stato infatti convocato 5 volte ed è sceso in campo in 3 occasioni per la Slovenia in Coppa davis, peraltro sempre in partite a risultato già acquisito: ha sconfitto il norvegese Stian Boretti nel 2010 (primo turno gruppo Euro/Africa II) e il danese Thomas Kromann nel 2012, si è invece ritirato contro Fabio Fognini nel quarto di finale del primo gruppo euro-africano di Arzachena. sarà soddisfatto Daniel Evans, molto critico verso la decisione di Bedene, che sperava di seguire le orme di Greg Rusedski, il più noto britannico naturalizzato, o di Johanna Konta, nata in Australia da genitori ungheresi.

La riforma, però, non blocca operazioni di “acquisto” di atleti come quella messa in atto dal Kazakistan a partire dal 2008.  Il megalomane presidente Nursultan Nazarbayev, oltre a costruire una nuova capitale, Astana, riempita di megastrutture tanto luminose quanto deserte, desiderava una nazionale di Coppa Davis e di Fed Cup. Ha messo alla presidenza della federtennis un amico banchiere, Bulat Utemuratov, ex proprietario di quote milionarie della Aft Bank, cedute a Unicredit per un miliardo di dollari, ha ospitato la Asian Hopman Cup finché il Kazakistan non l’ha vinta, e organizzato un ricco challenger nella capitale, non a caso intitolato President’s Cup. Il presidente federale ha aperto un’accademia per i giovani “talenti” locali, ma la sfida alle grandi nazioni del tennis doveva partire subito. Allora Utemuratov ha chiamato l’amico Shamil Tarpischev, presidente della federazione russa, capitano di Davis e Fed Cup, ed ex maestro di Boris Yeltsin. L’accordo è presto fatto: Utemuratov può scegliere e comprare tutti i russi che vuole, a patto che non siano tra i primi 50 del mondo. Arrivano così Andrey Golubev, russo di Volzhsky che si allena a Bra, tifa per la Juve e adora la carne cruda ma non ha imparato ad apprezzare il tartufo; Mikhail Kukushkin, di Volgograd; Yuri Schukin, di Kislovodsk; Evgeny Korolev, moscovita come Galina Voskoboeva e Yaroslava Shvedova, e addirittura l’ex bambina prodigio bulgara Sesil Karatantcheva, poi squalificata per doping. Tutti vincolati con un contratto a tempo, senza l’obbligo di restare a vita kazaki, nemmeno sulla carta. Tutti senza precedenti presenze in Davis con la Russia.

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