Scommesse: le “strane” quote di Molchanov-Velotti

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di Alessandro Mastroluca

Nuovi misteri adombrano Dallas. Stavolta non ha niente a che vedere con omicidi politici e presidenti Usa. Riguarda solo un modesto primo turno del torneo Challenger che è iniziato lunedì. Di fronte il russo Denys Molchanov, numero 174 del mondo con 310 mila dollari di prize money in carriera, e l’argentino Agustin Velotti, numero 303 del ranking, al primo match della stagione. Perché all’improvviso l’attenzione di Twitter, e non solo, si concentra su un match così periferico? Perché un match così periferico, che ripaga il perdente solo con 1040 dollari, ha attratto 750 mila euro (566 mila sterline) di scommesse, un volume anche superiore a quello registrato per un altro match “sospetto”, quello tra Antal van der Duim e Boy Westerhof a Meersbusch. Perché la quota per la vittoria di Velotti, pagata 2,25 volte la posta a inizio partita, scende a 1,20 dopo che l’argentino ha perso il primo set. Qualcuno si stupisce che abbia rimontato e vinto 63 al terzo?

Prima del match, l’andamento delle quote è tutt’altro che sospetto. Lunedi mattina, Molchanov è quotato 1.63, e al momento della chiusura delle scommesse pre-match, pochi minuti prima delle 20, è a 1.77: i bookmakers gli assegnano una probabilità di vittoria del 56.5%.

Con i primi game del match, però, la situazione comincia a cambiare, e i sospetti serpeggiano sui forum e sui social network. Molchanov sale 5-3 nel primo set, ma la sua quota inspiegabilmente sale, arriva a 2.36: quella di Velotti, che sul 4-5 serve per rimanere nel set, non è mai stata così bassa. Sul 5-5, la quota dell’argentino precipita addirittura a 1.07. Molchanov strappa un altro break e tiene il servizio nell’ultimo gioco del set: 7-5 per il russo. Il volume di giocate supera i 300 mila euro, oltre dieci volte più della media per un primo turno Challenger. L’argentino ha iniziato la partita con il 48% di probabilità di vittoria, secondo i bookmakers. Adesso che è sotto di un set, per gli stessi bookmakers le probabilità sfiorano l’81%, nonostante non sia mai stato avanti nel punteggio in tutto il primo set. Uno spostamento così forte si potrebbe spiegare con un infortunio, sarebbe comprensibile se il giocatore in vantaggio appaia vicino al ritiro, ma non è questo il caso. Almeno non sembra: il russo si tocca più volte la gamba nel secondo set, ma niente che a uno spettatore sugli spalti o a casa suggerisca la possibilità di un ritiro imminente.

All’argentino basta tenere il servizio nel primo game del secondo set perché la sua quota scenda ancora, a 1.09, che vuol dire una probabilità di vittoria del 93.5%. Conquista subito un break di vantaggio, e chiude il parziale 6-2.

Nel terzo, c’è partita solo per i primi quattro, cinque game. Poi Molchanov perde un punto surreale, che sarebbe solo comico se l’andamento delle quote e il volume di giocate non fosse così sospetto.

Here it is: Denys Molchanov should be in the running for an Oscar after this performance. pic.twitter.com/Wia1kWdXUJ
— The Tennis Nerds (@TheTennisNerds) 2 Febbraio 2015

Velotti perderà solo cinque punti al servizio nel terzo set, uno peraltro per un doppio fallo, e vincerà 57 62 63. è da escludere, a giudicare almeno dall’andamento della partita, dal suo atteggiamento in campo, che sia in qualche modo coinvolto in quanto successo. Certo, un underdog che diventa così clamorosamente favorito in un match in cui ha perso il primo set non è normale, e lo stesso Velotti si dichiara sorpreso in un’intervista concessa al sito argentino in lingua inglese BA Tennis World. “Non so come funziona il mercato delle scommesse” ha spiegato, “ho dato il massimo durante la partita. Non mi sono accorto che ci fosse qualcosa di strano. Sembrava che avesse qualche fastidio, non so se alla scarpa, pensavo che avesse una ‘storta’, una piccola distorsione, alla caviglia. Non ho mai immaginato che ci fosse sotto qualcosa di sospetto. Non mi farei mai coinvolgere in una partita truccata. Io vinco con dignità e perdo con dignità. Non mi interessa quel che fa il mio avversario. Io so che in campo ho dato il massimo. È possibile che ci fosse sotto qualcosa di strano, ma non me ne sono reso conto. Forse sono troppo innocente o non mi accorgo di certe cose quando succedono”.

Restano due domande irrisolte. Molchanov ha perso apposta, o qualcuno a lui vicino ha iniziato a lucrare sapendo di un suo malessere, di un suo infortunio, che non gli avrebbe consentito di vincere e ha “falsato” il mercato? Detto in altri termini: è match-fixing o insider-trading? E soprattutto, ci sarà un’indagine da parte della Tennis Integrity Unit o dell’ATP?

Purtroppo, tutto lascia presagire che alla seconda domanda la risposta sia negativa. Nonostante gli elementi per giustificare un monitoraggio più attento di quanto successo, nonostante l’andamento delle quote che andavano in senso opposto rispetto a quanto succedeva in campo, molto probabilmente non succederà assolutamente niente in relazione a questa partita.

Eppure, è il match-fixing la frontiera su cui si gioca la credibilità dell’intero sistema tennis. È la partita più importante per la sopravvivenza di questo sport. Ma chi lo governa non sembra ancora pronto a giocarla fino in fondo.
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