Il circuito WTA: cosa manca oggi e le differenze col passato

Da tempo si discute sul livello del circuito femminile. Qualcuno utilizza i termini “imbarazzante” o “scarso” per fotografare la situazione in cui versa il tennis in gonnella da un lustro a questa parte. Prima di tutto andrebbe circoscritto il concetto: ci riferiamo al livello medio generale o al livello delle top 10? Questa è una sottolineatura necessaria, perché altrimenti si genera caos inutile. Se le prime della classe – esclusa Iga Swiatek – fanno fatica a confermarsi e ad imporsi con regolarità nei tornei più prestigiosi un motivo ci sarà per forza. Qual è? Non siamo depositari della verità, tuttavia cercheremo di fornirvi una nostra chiave di lettura. Prendiamo ora la lente d’ingrandimento e voliamo indietro nel tempo.

TOP 10 (28 MAGGIO 2012)

Victoria Azarenka

Maria Sharapova

Agnieszka Radwanska

Petra Kvitova

Serena Williams

Sam Stosur

Na Li

Marion Bartoli

Caroline Wozniacki

Angelique Kerber

TOP 10 (27 MAGGIO 2002)

Jennifer Capriati

Venus Williams

Serena Williams

Kim Clijsters

Justine Henin

Monica Seles

Lindsay Davenport

Martina Hingis

Jelena Dokic

Sandrine Testud

La prima cosa che balza all’occhio (per semplicità abbiamo scelto un periodo definito a distanza di 10 anni) è la quantità di campionesse a tutto tondo che popolavano la top 10 in due differenti epoche. Qualcuna aveva già le stimmate della fuoriclasse nonostante la giovane età e riusciva a gestire la pressione senza patemi d’animo. Gran parte dei nomi che leggete sopra ha scritto pagine importanti della storia di questo sport, chi più chi meno, e ha vinto svariati titoli dello Slam.

Torniamo ai giorni nostri e riportiamo un dato: nell’Era Open non non era mai successo che agli ottavi di finale del Roland Garros arrivasse solo una delle prime dieci teste di serie. Questa curiosità statistica, abbinata a quanto accaduto nelle recenti altre prove dello Slam, ci fornisce evidentemente più di qualche spunto di riflessione.

Fra le attuali top 10, le uniche giocatrici ad aver vinto almeno un titolo dello Slam sono: Iga Swiatek (Roland Garros 2020), Barbora Krejcikova (Roland Garros 2021), Garbine Muguruza (Roland Garros 2016, Wimbledon 2017). Pochino, no? Non sussiste neanche l’attenuante della gioventù poiché, al netto di Iga Swiatek, la più piccola d’età è Aryna Sabalenka con i suoi 24 anni.

ETÀ TOP 10 ATTUALI

Iga Swiatek 20 anni

Barbora Krejcikova 26 anni

Maria Sakkari 26 anni

Paula Badosa 24 anni

Anett Kontaveit 26 anni

Ons Jabeur 27 anni

Aryna Sabalenka 24 anni

Karolina Pliskova 30 anni

Danielle Collins 28 anni

Garbine Muguruza 28 anni

Cosa ne possiamo dedurre molto banalmente? Potremmo fare mille giri di parole ma sarebbe inutile negare l’evidenza; non ci sono più le campionesse di una volta. Per questo motivo, la forbice che c’era venti anni fa tra una top 10 e una qualsiasi top 100 era molto ampia e nel 95% dei casi incolmabile (a meno di sorprese eclatanti). Ricordate i primi turni negli Slam di 30 anni fa? Meglio non aggiungere altro.

Oggi, invece, non è più così spiccata anche perché la top 100 odierna è più competitiva rispetto al passato. Il circuito risulta dunque molto più livellato e dà spazio a new entry e sorprese all’ordine del giorno.

Per cui, evitando espressioni ingiuriose e ingenerose, io sono del parere che il livello delle top 10 sia sì più basso di 10/20 anni, ma che quello medio abbia alzato l’asticella. “Manca una vera dominatrice!” asseriva qualcuno non molto tempo fa. “Mai vero” rispondevo io. Da Barty siamo passati a Swiatek, non è affatto quello il problema. Il neo è un altro: l’appeal del prodotto femminile crescerebbe sicuramente con la presenza di più campionesse, ma soprattutto con la nascita di qualche sana rivalità.

L’assenza di vere rivalità è molto probabilmente l’aspetto più penalizzante del circuito femminile di oggi. In tal senso il ritiro di Barty è stato una perdita enorme. L’unica medicina possibile per ravvivare il movimento sta tutta qui: non è un problema di livelli quanto più di duelli che possano far appassionare le persone.

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