WTA: Le Pagelle 2011


di Sergio Pastena
Con la finale della Fed Cup (e un torneo che, mi è giunta voce, pare che abbiano giocato a Bali) si è conclusa questa stagione 2011 della WTA. Una stagione atipica, che da un lato ha portato qualche nome nuovo (essenzialmente la Kvitova) e dall’altro ha dimostrato la desolante povertà del movimento attuale.
Partiamo proprio dalla Kvitova (Voto: 10) che è stata la numero uno al mondo quest’anno, in barba a quanto possa dire la classifica. Wimbledon, Master e un contributo decisivo alla vittoria della Repubblica Ceca in Fed Cup. What else? La bella Wozniacki (Voto: 8) non se la passa bene, martirizzata com’è dalla stampa di settore. In effetti il primo posto in classifica per una che negli Slam ha collezionato due semifinali (più due figuracce) non è il massimo, ma lasciatemi andare contro corrente: in fondo che colpa ne ha? Se nessuna è riuscita a scalzarla non è affar suo, e sei tornei di primo piano per il Ferrer in gonnella non sono assolutamente male.
Serena Williams e Kim Clijsters (S.V.): in due hanno giocato meno tornei della Bartoli (Voto: 7), tanto per dire… eppure la loro bacheca parla chiaro, con una finale e uno Slam in bacheca, rispettivamente. Ricordate l’Agassi ultratrentenne numero uno al mondo durante l’interregno Sampras-Federer? Ecco, siamo lì… Maria Sharapova (Voto: 7,5) è un’altra “miracolata”: pensare che ha soli tre anni più della Kvitova e della Wozniacki fa impressione, ma lei è delle generazione delle baby boomers e alla sua età è iper-veterana. Eppure tiene botta, nonostante un fisico usurato.
Vittime del crollo da Slam sono state Stosur e Li (Voto: 8), ma la loro stagione resta ovviamente eccezionale, visti i colpi messi a segno. Ha fatto capolino tra le prime dieci la Petkovic (Voto: 7,5), mentre a fine stagione è tornata la Radwanska (Voto: 7,5), in grandissima forma. Bene anche la Azarenka (Voto: 7), che finisce la stagione sul podio mondiale, ma la sua stagione comincia a somigliare troppo a una processione di occasioni sprecate.
Tra le italiane un’altra bella stagione: la Schiavone (Voto: 8) ha quasi ripetuto il Roland Garros. Chi storce il naso pensando al 2010 si accomodi sull’ambulanza. La Pennetta (Voto: 7) si è ritrovata, ma sul più bello si è sempre spenta: speriamo trovi le energie per fare finalmente un grande colpo. Chi invece ha stupito oltre misura è la Vinci (Voto: 7,5), capace per un periodo di essere la numero 2 d’Italia. Stagione interlocutoria, invece, per Sara Errani (Voto: 6), che raggiunge la finale a Pattaya City ma non brilla per costanza di rendimento.
Outsider: tanto di cappello alla piccola Cibulkova (Voto: 7,5), che ha fatto soffrire gran parte delle Top Ten, stessa cosa per la Niculescu (Voto: 7). Il gioco della rumena non sarà una delizia per gli occhi, ma intanto è entrata nelle prime trenta contro ogni previsione. Tra le giovanissime bene Pervak, Hercog, McHale e Paszek (Voto: 7), tutte autrici di ottimi exploit nel corso dell’anno. Mezzo voto in più per la Kerber (Voto: 7,5), perché agli Us Open è arrivata addirittura in semifinale e ha dimostrato che anche una classe 1988 può fare bene, anche se quell’annata per il tennis femminile è stata l’equivalente dell’alluvione delle Langhe per il vino.
Qualche bocciata, sennò poi dite che siamo troppo buoni. La Zvonareva (Voto: 5) si avvia verso la fase finale della sua carriera pirandelliana e la Jankovic (Voto: 5) pare destinata a seguirla a ruota. La Kuznetsova (Voto: 4,5) ha fatto finale a Dubai e quarti a Parigi: un po’ pochino, specie considerando che ha da poche ore sprecato, contro la Kvitova, un’occasione buona per dare un senso a una stagione anonima. La Ivanovic (Voto: 5,5) ha peggiorato la sua classifica, non ha raggiunto neanche una finale. Ah, sì, scusate: ha vinto il Master B di Bali (io non me ne vanterei).
E chiudiamo proprio col Master B di Bali (Voto: 0): la Ivanovic per vincerlo ha dovuto superare le numero 22, 31 e 28 del mondo. Ha portato a casa 370 punti e 310.000 $. A ‘s-Hertogenbosch il tabellone era simile, con in più la Clijsters: per la vincitrice c’erano 280 punti e 34.000 $. A Carlsbad la Radwanska, per vincere, ha dovuto passare cinque turni (e aveva un bye al primo) eliminando Hantuchova, Petkovic e Zvonareva. Bottino? 100 punti in più e 100.000 $ in meno della vincitrice di Bali. Ora… se non riuscite a garantire un torneo con una struttura e un seeding decente (cinque partite per arrivare alla fine e almeno sette tenniste tra la nona e la ventesima posizione più la wild card) cortesemente risparmiateci questo scempio. Un torneo assolutamente inutile, con un montepremi spropositato in rapporto al campo partecipanti, buono solo a creare crisi di coscienza tra le tenniste che si trovano a dover scegliere tra Bali e la finale di Fed Cup. Ah, quasi dimenticavo… con l’eccezione delle Olimpiadi, la finale per il terzo posto (non disputata per il ritiro della Lisicki) nel tennis fa ridere i polli.

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